Uomini e lupi
Thomas Hobbes nasce il 5 aprile 1588 a Malmesbury
(Inghilterra). La madre, a quanto si racconta, all'invasione degli spagnoli
viene colta dalle doglie per lo spavento, tanto che lo stesso Hobbes,
scherzosamente in linea con quanto proposto dalla sua filosofia,
potrà in seguito affermare di essere nato "gemellato con il terrore".
Il padre, invece, è il vicario di Westport, ma abbandona la famiglia dopo una
lite avvenuta sulla porta della chiesa con un altro pastore. E' lo zio paterno
Francis Hobbes a prendersi cura della sua educazione universitaria, che avviene
a Magdalen Hall in Oxford dal 1603 al 1608.
Terminati gli studi diventa precettore di William
Cavendish, figlio del barone di Hardwick e futuro conte del Devonshire. Rimarrà
collegato alla famiglia Cavendish per tutta la vita.
E' grazie ai Cavendish che compie il primo di una
serie di viaggi in Europa, che lo mettono in contatto con l'ambiente culturale
e scientifico continentale del primo Seicento. Si reca in Francia e in Italia,
dove probabilmente conosce Galileo Galilei.
Negli anni '20 entra anche in contatto con Francesco Bacone,
per il quale svolge opera di segretario (dell'incontro tra i due rimane una
raccolta di discorsi recentemente attribuita al filosofo scozzese).
In questo periodo gli interessi di Hobbes sono
prevalentemente umanistici e, tra i suoi molteplici lavori, è da segnalare
soprattutto la traduzione della "Guerra del Peloponneso" di Tucidide,
pubblicata nel 1629 e dedicata al secondo conte di Devonshire, il discepolo di
Hobbes, morto l'anno prima.
La svolta fondamentale nella carriera di Hobbes
avviene nel 1630. Nel corso del viaggio sul continente avvenuto in quell'anno
scopre gli "Elementi di Euclide",
incontro intellettuale che lo porterà ad approfondire in modo non superficiale
la geometria. Nei primi anni '30 iniziano a svilupparsi i suoi interessi
filsofici e scientifici, rivolti in particolare all'ottica. Durante l'ennesimo
viaggio europeo, nel 1634, entra in contatto con l'ambiente filosofico parigino
che ruota intorno a Mersenne e Descartes (conosciuto in Italia con il nome
latinizzato di Cartesio).
Un accenno doveroso va fatto relativamente al clima
politico in Inghilterra intorno agli anni '30. Il parlamento e il Re, infatti,
sono sempre più contrapposti, ed è in questo contesto che matura la scelta di
campo del filosofo in
favore della Monarchia. Purtroppo, gli eventi prendono una piega sfavorevole
proprio al Re e Hobbes è costretto ad emigrare in Francia, dove rimane fino al
1651.
E' proprio in Francia, d'altronde, che Hobbes compone le
sue principali opere filosofiche. Brevemente, possiamo elencare le "Terze
obiezioni alle Meditazioni metafisiche di Descartes" (causa in seguito di
cattivi rapporti e incomprensioni con il filosofo francese)
e il "De Cive", terza e ultima sezione di un sistema filosofico che
verrà completato solo nel 1657 con la pubblicazione del "De Homine"
(il "De Corpore" esce nel '55).
L'opera susciterà ampie polemiche, soprattutto nella
seconda edizione pubblicata ad Amsterdam nel 1647; una traduzione in lingua
inglese viene pubblicata nel 1651, al rientro di Hobbes in patria, con il
titolo di Philosophicall Rudiments Concerning Government and Society.
Prosegue nel frattempo gli studi di filosofia naturale:
tra il 1642 e il 1643 espone per la prima volta in forma compiuta i fondamenti
della sua filosofia (nella
confutazione al "De Mundo" di Thomas White) e conduce con il vescovo
realista John Bramhall la celebre controversia su libertà e determinismo.
Compone anche uno studio sull'ottica mentre, nel 1646, la corte inglese si
trasferisce a Parigi e Hobbes viene nominato insegnante del Principe di Galles
(il futuro Carlo II).
Nel 1649 i parlamentari ribelli ottengono la condanna
a morte del Re d'Inghilterra, Carlo I. E' probabilmente in questo periodo che
Hobbes inizia la composizione del suo capolavoro filosofico e politico
"Leviatano, ossia La materia, la forma e il potere di uno stato
ecclesiastico e civile", che verrà pubblicato a Londra nel 1651.
Il testo suscita immediatamente le reazioni di molti
ambienti politici e culturali: ce chi accusa lo scritto di essere un'apologia
della Monarchia appena sconfitta dai parlamentari e chi vede nel testo
un'opportunistica operazione di trasformismo da parte del filosofo nei
confronti del nuovo leader della scena politica inglese, Oliver Cromwell.
Ma la polemica più aspra è quella scatenata dall'ambiente episcopale, a causa
soprattutto della terza parte dell'opera, spregiudicata rilettura eterodossa
delle Scritture a sostegno della supremazia del potere politico su quello
papale.
Tornato in Inghilterra nel 1651, riprende l'antica
relazione con i Devonshire, ma vive soprattutto a Londra. Le polemiche
suscitate dal Leviathan continuano (e continueranno anche dopo la sua morte).
Un comitato parlamentare arriverà ad indagare sul Leviathan, ma senza ottenere
alcun risultato concreto grazie alle protezioni di cui gode. Nonostante ciò,
gli viene proibito, sotto l'accusa di ateismo,
di scrivere qualsiasi cosa in tema di etica, e gli sarà impossibile pubblicare
in vita il "Behemoth", un'opera storica sulla guerra civile.
Negli ultimi anni di vita Hobbes torna agli interessi
classici coltivati in gioventù, compone un'autobiografia in versi e traduce sia
l'Illiade che l'Odissea. Lascia Londra nel
1675, per vivere a Hardwick e a Chasworth, nelle residenze dei Devonshire.
Muore a Hardwick il 4 dicembre 1679.
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