Un lavoro portato a termine dal padre che, con
l'aiuto di alcuni amici di famiglia, mise assieme gli appunti scritti dalla
figlia sedicenne, morta nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen.
In quegli appunti c'era il racconto di vita quotidiana di una famiglia
ebrea olandese, costretta a nascondersi dalla repressione nazista.
Di pari passo con la presa di coscienza delle terribili vicende della Shoah, il libro crebbe di consenso ispirando pellicole cinematografiche e testi teatrali dedicati a quel periodo. Nel 2009 il volume è stato inserito dall'UNESCO nell'Elenco delle Memorie del mondo.
Di pari passo con la presa di coscienza delle terribili vicende della Shoah, il libro crebbe di consenso ispirando pellicole cinematografiche e testi teatrali dedicati a quel periodo. Nel 2009 il volume è stato inserito dall'UNESCO nell'Elenco delle Memorie del mondo.
«...È un gran miracolo che io non
abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e
inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere
nell'intima bontà dell'uomo che può sempre emergere...»
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(Dal Diario di Anna Frank)
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Il Diario di Anna Frank è
la raccolta in volume degli scritti, in forma di diario e in lingua olandese, di Anna Frank[1] (1929-1945), una
ragazza ebrea nata a Francoforte e rifugiatasi
con la famiglia ad Amsterdam, costretta nel 1942 a entrare nella clandestinità insieme alla famiglia per sfuggire alle
persecuzioni e ai campi di sterminio nazisti.
Nell'agosto del 1944 i clandestini vennero scoperti e
arrestati; furono condotti al campo di concentramento di Westerbork; da qui le loro
strade si divisero ma, ad eccezione del padre di Anna, tutti quanti morirono
all'interno dei campi di sterminio nazisti. Dopo essere stata deportata nel
settembre 1944 ad Auschwitz, Anna morirà di tifo a Bergen-Belsen, nel febbraio o marzo
del 1945.
Alcuni amici di famiglia che avevano
aiutato i clandestini riuscirono a salvare gli appunti scritti da Anna
all'interno dell'alloggio segreto, consegnandoli poi al padre, Otto Frank, che ne curò la
pubblicazione avvenuta ad Amsterdam nel 1947, col titolo originale Het
Achterhuis (Il retrocasa).
La prima edizione a stampa tenne conto
sia della prima redazione originale, sia di successive rielaborazioni che Anna
stessa stava facendo, auspicando una futura pubblicazione del suo diario;
alcune pagine del diario furono omesse, perché ritenute da Otto Frank non
rilevanti. La prima edizione critica del diario fu pubblicata nel 1986.
Dopo un'accoglienza iniziale piuttosto
fredda, a mano a mano che il pubblico veniva a conoscenza dei fatti della Shoah, il libro suscitò un vasto interesse ed
ebbe svariate traduzioni (settanta[2]) e pubblicazioni (ad
oggi è pubblicato in più di quaranta paesi) e rappresenta un'importante
testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l'occupazione del nazismo.
Il libro, tradotto in oltre 60 lingue e
venduto in oltre 30 milioni di copie, è stato anche oggetto di una riduzione
teatrale e di due lungometraggi, usciti al cinema nel 1959 e 2016 nonché di due film di animazione
nel 1978 e 1995.
Il manoscritto originale è conservato
nell'Istituto nazionale degli archivi sulla seconda guerra mondiale di
Amsterdam.
Trama
Anna Frank nasce nel 1929 a Francoforte e all'età di quattro
anni si trasferisce insieme alla sua famiglia ad Amsterdam. Nel 1940 i Paesi Bassi vengono invasi
dall'esercito tedesco. Il 12 giugno 1942, giorno del suo tredicesimo
compleanno, Anna riceve in regalo un diario. Il 6 luglio 1942, per sfuggire ai
nazisti, che arrestano tutti gli ebrei per portarli nei campi di
concentramento, la famiglia Frank (Otto Frank, la moglie Edith e le due
figlie Margot e Anna) entra in clandestinità, nascondendosi in un alloggio segreto
predisposto nei magazzini della ditta di Otto Frank.
Con loro portano il minimo indispensabile,
riducendo il più possibile il bagaglio, in modo da passare inosservati. Nei
giorni successivi un'altra famiglia va a vivere con loro: i signori Van Daan e
il figlio Peter. Ultimo arrivato è il signor Dussel. Dopo un po' di tempo, fra
Peter e Anna nasce una forte amicizia che giorno dopo giorno si sviluppa in un
tenero amore. Nel suo diario Anna Frank parla delle angosce, delle illusioni,
dei sogni, della speranza, della distribuzione del cibo, dei turni in bagno,
del cibo che non arriva, delle malattie temute e dello svolgimento della
guerra. L'ultima annotazione porta la data del 1º agosto 1944; il 4 agosto
l'alloggio segreto verrà scoperto e tutti i suoi abitanti arrestati.
Composizione e storia editoriale
Anna iniziò a scrivere il Diario il
12 giugno 1942. Il manoscritto a noi pervenuto della prima stesura consiste di
tre quaderni, relativi ai seguenti rispettivi periodi: dal 12 giugno al 5
dicembre 1942; dal 22 dicembre 1943 al 17 aprile 1944; dal 17 aprile al 1º
agosto 1944. La medesima prima stesura comprendeva originariamente uno o più
quaderni, andati perduti, corrispondenti al periodo compreso fra il 6 dicembre
1942 e il 21 dicembre 1943. Nell'edizione critica, pubblicata nel 1986, questa
prima stesura è indicata come "versione A".
Il 28 marzo 1944 la radio del governo
olandese in esilio, Radio Orange, lanciò un appello ai propri concittadini
affinché conservassero memoria scritta del periodo dell'occupazione, in modo da
poter pubblicare tali memorie nel dopoguerra. Nel maggio 1944, seguendo tale
appello, Anna cominciò a rielaborare il proprio diario, in modo da renderlo più
adatto alla pubblicazione. Mentre continuava a scrivere la prima stesura, la
ragazza iniziò dunque parallelamente una seconda redazione — finalizzata alla
pubblicazione — del suo diario, redazione che narra il periodo dal 20 giugno
1942 al 29 marzo 1944. Tale seconda stesura differisce dalla prima nello stile
(più accurato) e in alcuni accorgimenti letterari: uso di pseudonimi per
designare le persone coinvolte, riscrittura di alcuni brani, tagli e
accorpamenti di alcuni altri. In questa seconda stesura manca il periodo dal 12
al 20 giugno 1942; inoltre non è narrato il periodo dal 30 marzo 1944 in poi
(parte che probabilmente Anna non fece in tempo a redigere prima di venire
catturata); in compenso vi è documentato il periodo fra dicembre 1942 e
dicembre 1943 che invece, come abbiamo visto, nel manoscritto della prima
stesura risulta perduto[5]. Nell'edizione
critica, detta seconda stesura è indicata come "versione B".
La denominazione più corretta per
l'opera sarebbe dunque Diari anziché Diario, in
quanto il manoscritto comprende in realtà due redazioni[3].
Finita la guerra, Miep Gies consegnò a Otto Frank tutti i
manoscritti di Anna da lei trovati nell'alloggio segreto dopo l'irruzione della
polizia. Otto ne realizzò una copia dattiloscritta per i suoi amici e parenti
(oggi perduta). Un secondo dattiloscritto fu compilato dallo stesso Otto Frank
basandosi soprattutto sulla versione B, integrandola dove necessario con la versione
A, ma tralasciando tutta una serie di passi che Otto ritenne non meritevoli di
diventare di pubblico dominio perché irrilevanti o perché troppo intimi. Otto
omise così di riportare nel suo dattiloscritto vari brani del diario di Anna,
contenenti critiche alla madre di lei, annotazioni concernenti la sessualità,
osservazioni circa il ruolo della donna nella società. In compenso aggiunse
quattro racconti da un altro manoscritto di Anna, i Racconti
dell'alloggio segreto[6]. Questa versione,
compilata da Otto Frank, è indicata nell'edizione critica come "versione
C".
A questo punto Otto Frank chiese ad un
suo amico, Albert Cauvern, di rivedere il dattiloscritto per correggerne
eventuali errori di ortografia o di grammatica. Cauvern andò oltre il compito
affidatogli, apportando anche modifiche di punteggiatura, soppressioni e
aggiunte. Sul dattiloscritto della versione C, oltre alle correzioni di Albert
Cauvern, risultano alcune altre correzioni di mano ignota. Al principio del
1946 il dattiloscritto venne poi ritrascritto dalla moglie di Albert, Isa
Cauvern. Il testo dattiloscritto da Isa Cauvern è quello che fu consegnato,
sempre nel 1946, alla casa editrice olandese Contact. Questa casa editrice
apportò a tale testo ulteriori modifiche, censurando venticinque passaggi
(sopprimendo ad esempio la parola mestruazioni) e ampliandone
leggermente altri a scopi didascalici. Dopo che Otto Frank ebbe approvato il
testo così modificato, esso fu finalmente pubblicato dalla Contact nel giugno
1947[7].
A questa prima pubblicazione olandese
seguirono varie traduzioni: nel 1950 in francese, nel 1952 in inglese, nel 1954
in italiano[8], nel 1955 in tedesco.
Quest'ultima versione fu approntata da un'amica di famiglia dei Frank, la
signora Anneliese Schütz, che era stata insegnante di tedesco di Margot Frank, sorella di Anna. La
Schütz non si basò sull'edizione a stampa, bensì sul dattiloscritto riveduto da
Albert Cauvern (privo quindi delle modifiche apportate dalla casa editrice
Contact); tuttavia su questa traduzione tedesca si riscontrano, secondo
Valentina Pisanty, altre consistenti «manomissioni del testo originale», che la
traduttrice operò al fine di «rendere ideologicamente accettabile il diario per
un pubblico tedesco», eliminando «i contenuti più espressamente antitedeschi»
del testo di Anna, e commettendo per di più «una serie di grossolani errori di
traduzione e di aggiunte non giustificate
La prima edizione in lingua inglese
comprende sette passaggi contenuti nel dattiloscritto di Isa Cauvern che erano
stati espunti dall'editore Contact e pertanto non figurano nella prima edizione
olandese del 1947.
Otto Frank dispose nel suo testamento
che i manoscritti originali di Anna fossero devoluti all'Istituto per la
Documentazione bellica di Amsterdam, che ne fece accertare scientificamente
l'autenticità[11]. L'edizione critica
curata da Harry Paape, Gerrold Van der Stroom e David Barnouw per lo stesso
Istituto, comprendente per la prima volta sia la versione A sia la versione B
dei Diari, è stata edita nel 1986
Sei mesi prima di morire, Otto Frank
espunse dal manoscritto dei Diari cinque pagine (datate 8
febbraio 1944) che contenevano alcune dure critiche alla madre di Anna, e le
consegnò al suo amico Cornelius Suijk, all'epoca direttore amministrativo della
Fondazione Anna Frank di Amsterdam. Tali pagine, pertanto, non comparvero
nell'edizione critica del 1986; Sujik le rese pubbliche solamente nel 1998 ed
esse figurano nelle successive ristampe dell'edizione critica.
Sulla base del lavoro effettuato per
l'edizione critica (la quale, presentando in parallelo le diverse redazioni
dei Diari, risulta di difficile lettura per i non specialisti), la
Fondazione Anna Frank di Basilea diede incarico alla scrittrice e traduttrice
tedesca Mirjam Pressler di predisporre una nuova edizione della versione C,
destinata al grande pubblico e integrata con numerosi passi recuperati dalle
versioni A e B[. Pubblicata in
olandese nel 1991, l'edizione curata dalla Pressler venne tradotta in italiano
nel 1993; le edizioni successive al 1998 contengono le pagine ritrovate in
quell'anno].
Il 1º gennaio 2016, alla scadenza dei
diritti d'autore, il professore Olivier Ertzscheid e la
parlamentare Isabelle Attard pubblicarono
online il testo della prima edizione in lingua olandese dei diari, scatenando
le proteste della fondazione «Anne Frank Fonds», che minacciò azioni legali
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