Chi ha inventato la
bicicletta? Perché si è chiamata Draisina la prima bicicletta della storia? In
materia di invenzione e storia della bicicletta, non avevo mai dato troppo credito alla storiella
del vulcano cattivo, il Tambora in
Indonesia, che nella primavera del 1815, con un’eruzione senza
precedenti, avrebbe oscurato
la stratosfera e inondato i raccolti di ceneri, originando una
piccola Era Glaciale. Della
forte carestia di avena che
ne originò, indispensabile combustibile per le carrozze a cavallo, doveva
probabilmente essere consapevole un tale barone Karl Drais, di stanza in quegli anni
a Mannheim. Di
formazione forestale e di vocazione inventore, il barone pensò che fosse
necessario un nuovo calesse,
che consumasse meno biada e più suole di scarpe.
Inventò la prima bicicletta della
storia, la Draisina, che da lui prese appunto il nome. La storiella della correlazione tra
l’eruzione del vulcano e la nascita della bicicletta di cui si celebrano
quest’anno i 200 anni, non è però sostenuta da alcuna evidenza.
1800: la Draisina, prima bicicletta della Storia
Il resto della vicenda dice che Drais
abitava nel Quadrat, il centro rinascimentale di
Manneheim, allora una cittadella murata con la pianta a
scacchiera, alla confluenza del Reno con il Neckar. La casa al n.8 dell’attuale
isolato M1 aveva scuri robusti e abbaini mansardati. In questo ambiente aveva
progettato una “macchina da corsa”, la Laufmaschine, più tardi chiamata
Draisina, che risultò essere l’antenata della
bicicletta.
Era più o meno fatta così: un
telaio di legno con una trave robusta che sosteneva la sella. Con una
balaustrina per appoggiare le braccia e accedere al manubrio, una specie di
ancora rovesciata collegata alla ruota anteriore, sterzante, con otto raggi e
di legno. C’era anche un freno rudimentale: un filetto che
azionava una paletta frenante basculante sulla ruota posteriore. Fu la prima
bicicletta del 1800.
L’inventore Drais avevo costruito la sua
macchina con la collaborazione dei fabbricanti di carrozze. Priva di cavallo,
la propulsione era data dal movimento
alternato delle gambe, i piedi a terra.
Il primo percorso cicloturistico
Oltre
200 anni fa, il 12 giugno 1817, l’ingegnoso inventore della bicicletta
compì, con quella prima bicicletta, la Draisina, il primo
percorso cicloturistico della storia. Dalla casa nel centro, imboccando
la strada meglio tenuta della città che dal Castello Barocco raggiungeva la
nobile residenza di campagna di Schwetzinger, coprì 7 km a
una velocità media di 15 km all’ora. La sua destinazione era una
vecchia stazione di posta di cui rimangono, in Relais Strasse, desolati i
resti.
Drais non si rifocillò. Non si fermò a
dormire o a cambiare i cavalli: girò
sui tacchi e ripercorse la strada al contrario, i piedi ben puntati sul terreno.
Un’escursione di un’oretta in tutto.
Il monumento alla bici stilizzata
La strada, ripercorsa oggi, non
offre alcuna stampella per l’emozione o la nostalgia. Intorno solo
fabbricati industriali, strade ad alta percorrenza di traffico, case
periferiche di un certo squallore, murales e qualche angolo di matrice
novecentesca, con un tetto a mansarda, un glicine che si arrampica qua e là.
Poco lontana dalla locanda dove Drais invertì la direzione, su
Karlplatz, all’ombra di una gigantesca centrale elettrica, dal 2003, un Monumento di una bici stilizzata collocata
su un riquadro di cemento, ricorda lo storico passaggio.
Il
barone inventore della Draisina, prima bicicletta della storia morì in povertà. Copiato dappertutto
in Germania e incapace di vendere la sua invenzione. Ostacolato dalla stessa
città di Mannheim che un anno dopo la pedalata, per gli incidenti e le ripetute
cadute, proibì l’uso della “macchina da corsa”. Ma non nei Giardini del
Castello, un landscape garden all’inglese che arriva tutt’ora a lambire il
Reno. Il vialetto nel verde dove fu concesso alla
prima bicicletta di circolare ancora è di fatto la
prima ciclabile che si conosca.
Dal 1817, 200 anni dall’invenzione della bicicletta
Un luogo d’eccezione anche oggi. In
primavera, per le celebrazione dei 200 anni dalla nascita
della bicicletta, nel giugno del 2017, a Mannheim e in tutta la regione del
Baden-Wuerttemberg, sono stati collocati pannelli
pittorici a sbalzo che, osservati da punti diversi, offrono le immagini di
svariati “tipi” urbani da bici, realizzati dall’artista Horst Hamann. Poco
lontano, al museo della scienza e della tecnica Technoseum, si è svolta la
mostra Due ruote, 200 anni, che racconta la
nascita della bici e la sua evoluzione.
Il vulcano, alla fine della storia, è stato dunque
cattivo? Visto quello che ha generato, la nascita della bicicletta, verrebbe da
dire, alla napoletana, meno male che esiste. Quel
che avviene, conviene…
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