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venerdì 26 giugno 2020

Lo Sapevate Che: La prima bicicletta della storia: l’inventore, la draisina e il vulcano, 201 anni fa


Chi ha inventato la bicicletta? Perché si è chiamata Draisina la prima bicicletta della storia? In materia di invenzione e storia della bicicletta, non avevo mai dato troppo credito alla storiella del vulcano cattivo, il Tambora in Indonesia, che nella primavera del 1815, con un’eruzione senza precedenti,  avrebbe oscurato la stratosfera e inondato i raccolti di ceneri, originando una piccola Era Glaciale. Della forte carestia di avena che ne originò, indispensabile combustibile per le carrozze a cavallo, doveva probabilmente essere consapevole un tale barone Karl Drais, di stanza in quegli anni a Mannheim. Di formazione forestale e di vocazione inventore, il barone pensò che fosse necessario un nuovo calesse, che consumasse meno biada e più suole di scarpe. Inventò la prima bicicletta della storia, la Draisina, che da lui prese appunto il nome. La storiella della correlazione tra l’eruzione del vulcano e la nascita della bicicletta di cui si celebrano quest’anno i 200 anni, non è però sostenuta da alcuna evidenza.
1800: la Draisina, prima bicicletta della Storia
Il resto della vicenda dice che Drais abitava nel Quadrat, il centro rinascimentale di Manneheim, allora una cittadella murata con la pianta a scacchiera, alla confluenza del Reno con il Neckar. La casa al n.8 dell’attuale isolato M1 aveva scuri robusti e abbaini mansardati. In questo ambiente aveva progettato una “macchina da corsa”, la Laufmaschine, più tardi chiamata Draisina, che risultò essere l’antenata della bicicletta. 
Era più o meno fatta così: un telaio di legno con una trave robusta che sosteneva la sella. Con una balaustrina per appoggiare le braccia e accedere al manubrio, una specie di ancora rovesciata collegata alla ruota anteriore, sterzante, con otto raggi e di legno. C’era anche un freno rudimentale: un filetto che azionava una paletta frenante basculante sulla ruota posteriore. Fu la prima bicicletta del 1800.
L’inventore Drais avevo costruito la sua macchina con la collaborazione dei fabbricanti di carrozze. Priva di cavallo, la propulsione era data dal movimento alternato delle gambe, i piedi a terra.
Il primo percorso cicloturistico
Oltre 200 anni fa, il 12 giugno 1817, l’ingegnoso inventore della bicicletta compì, con quella prima bicicletta, la Draisina, il primo percorso cicloturistico della storia. Dalla casa nel centro, imboccando la strada meglio tenuta della città che dal Castello Barocco raggiungeva la nobile residenza di campagna di Schwetzinger, coprì 7 km a una velocità media di 15 km all’ora. La sua destinazione era una vecchia stazione di posta di cui rimangono, in Relais Strasse, desolati i resti.
Drais non si rifocillò. Non si fermò a dormire o a cambiare i cavalli: girò sui tacchi e ripercorse la strada al contrario, i piedi ben puntati sul terreno. Un’escursione di un’oretta in tutto.
Il monumento alla bici stilizzata
La strada, ripercorsa oggi, non offre alcuna stampella per l’emozione o la nostalgia. Intorno solo fabbricati industriali, strade ad alta percorrenza di traffico, case periferiche di un certo squallore, murales e qualche angolo di matrice novecentesca, con un tetto a mansarda, un glicine che si arrampica qua e là.
Poco lontana dalla locanda dove Drais invertì la direzione, su Karlplatz, all’ombra di una gigantesca centrale elettrica, dal 2003, un Monumento di una bici stilizzata collocata su un riquadro di cemento, ricorda lo storico passaggio.
Il barone inventore della Draisina, prima bicicletta della storia morì in povertà. Copiato dappertutto in Germania e incapace di vendere la sua invenzione. Ostacolato dalla stessa città di Mannheim che un anno dopo la pedalata, per gli incidenti e le ripetute cadute, proibì l’uso della “macchina da corsa”. Ma non nei Giardini del Castello, un landscape garden all’inglese che arriva tutt’ora a lambire il Reno. Il vialetto nel verde dove fu concesso alla prima bicicletta di circolare ancora è di fatto la prima ciclabile che si conosca.
Dal 1817, 200 anni dall’invenzione della bicicletta
Un luogo d’eccezione anche oggi. In primavera, per le celebrazione dei 200 anni dalla nascita della bicicletta, nel giugno del 2017, a Mannheim e in tutta la regione del Baden-Wuerttemberg, sono stati collocati pannelli pittorici a sbalzo che, osservati da punti diversi, offrono le immagini di svariati “tipi” urbani da bici, realizzati dall’artista Horst Hamann. Poco lontano, al museo della scienza e della tecnica Technoseum, si è svolta la mostra Due ruote, 200 anni, che racconta la nascita della bici e la sua evoluzione.
Il vulcano, alla fine della storia, è stato dunque cattivo? Visto quello che ha generato, la nascita della bicicletta, verrebbe da dire, alla napoletana, meno male che esiste. Quel che avviene, conviene…

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