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sabato 28 dicembre 2019

Lo Sapevate Che: BREVETTATA LA GOMMA DA MASTICARE 150 anni fa


Alcune palline e strisce mollicce e insapori di caucciù, zucchero e aromi furono brevettate il 28 dicembre 1869, un martedì di 149 anni fa.
I primi esempi di chewing gum (in italiano “gomma da masticare”) delusero abbastanza e niente lasciava immaginare il successo planetario che sarebbe seguito nel secolo successivo.
Nota fin dai tempi dei Maya, la gomma da masticare venne brevettata per la prima volta, da un dentista americano: William Semple.
Costui, nel proprio laboratorio a Mount Vernon (in Ohio), era riuscito ad ottenere un prodotto masticabile, sciogliendo la gomma in una soluzione di nafta e alcol e mischiandola successivamente con altri materiali (tra cui radici di liquirizia).
Messo in commercio due anni più tardi, in una drogheria di Hoboken (nel New Jersey), il chewing gum cominciò a diffondersi verso la fine dell’Ottocento, grazie a tecniche di produzione sempre più affinate.
Un altro americano, Walter Diemer, inventò nel 1928 un particolare tipo di gomma, in grado di formare piccole bolle d’aria e divenuta celebre con il nome di bubble gum.

C’è chi dice che al mondo se ne consumino circa 25 mila tonnellate ogni anno: gomme masticate con calma o frettolosamente, per gusto, moda, a volte anche per motivi di salute o… per concentrarsi meglio.
Ma cosa sappiamo di questa curiosa abitudine e, soprattutto, a cosa conviene fare attenzione?
Il chewing gum, cioè la gomma da masticare, ha un’origine antichissima, tanto che il termine “masticare” deriva dalla masticha, una gomma resinosa ottenuta dal lentisco dell’isola greca di Chios, di cui parlò anche Ippocrate 2.400 anni fa.
La prima gomma da masticare “moderna” fu messa in vendita nel 1848 dallo statunitense John B. Curtis: era un miscuglio di resina d’abete rosso e cera d’api, una ricetta già usata da tempo dai nativi americani.
Tra l’altro, il termine “cicles” (da cui anche “cicca”) con il quale talvolta è chiamata la gomma da masticare risale agli Aztechi, che univano il lattice dell’albero della sapotiglia a un catrame aromatico, ottenendo quello che nella lingua Nahuatl veniva chiamato tzictli, termine per indicare una “cosa appicicosa”.
Il chicle proviene dall’albero di acra o sapota (Manilkara achras) ed è un lattice bianco che l’albero trasuda quando la corteccia viene tagliata; mentre “suda” dall’albero, il chicle raccoglie pezzetti di corteccia e sporco, che gli danno la colorazione marrone di “gomma naturale”.
Il termine chicle fu ripreso dal newyorchese Thomas Adams, che nel 1866 iniziò a vendere palline di gomma.
Scoperto il chicle, Adams lo mise a bollire per ammorbidirlo, ne tagliò alcune strisce da cui ricavò dei quadratini; una volta raffreddati, li imballò e li spedì a una drogheria di Hoboken, nel New Jersey, senza aggiungervi aromi né altro.
I primi chewing gum aromatizzati arriveranno solo nel 1871: primo gusto disponibile, la liquirizia.
Tempo qualche anno e negli Usa scoppiò la mania della gomma da masticare, con nuovi gusti e nuovi produttori che si facevano pubblicità attraverso i giornali, tra questi il famoso William Wrigley Jr., che aggredì il mercato con nuovi gusti come frutta e spearmint.
Il chewing gum si diffuse nel mondo attorno al 1920: ma la moda di masticare gomma non piacque a tutti.
In alcuni paesi come la Gran Bretagna nacquero leggi che ne limitavano l’uso, anche per resistere all’americanizzazione dei costumi.
Nel 1928 un giovane ragioniere di New York, Walter Diemer, inventò la Bubble gum, la gomma da masticare come la conosciamo oggi: colorata, più morbida da masticare e in gradi di fare le bolle.
Dal momento che aveva solo il colorante rosa disponibile, la creò così, lanciando la moda delle gomme da masticare rosa che resiste ancora oggi.
Oggi il chicle non si usa più: è stato sostituito da gomma arabica (naturale e intaccabile dagli acidi dello stomaco) o, in altri casi, polimeri sintetici non biodegradabili e non solubili in acqua, che invece non vengono smaltiti nel processo digestivo.
Mandare accidentalmente giù una cicca non dovrebbe provocare alcun danno al corpo di un adulto e soprattutto non ci vogliono 7 anni per digerirla, come vorrebbe una leggenda metropolitana.
Ma ingoiarne tanta può causare ostruzioni nel tratto digestivo, soprattutto nei bambini:  e in alcuni casi potrebbero chiedere la rimozione chirurgica.
Masticare chewing gum potrebbe stimolare il flusso di sangue nel cervello e aumentare l’intelligenza; lo dice è uno studio giapponese pubblicato su Brain e Cognition condotto su 17 individui (decisamente pochi).
Masticare aumenterebbe sia l’eccitamento sia la lucidità mentale e influenzerebbe anche la capacità di controllare i movimenti, portando miglioramenti nelle performance cognitive.
Oggi il chewing gum è usato anche per veicolare integratori e medicinali (vitamine, sostanze anticarie, ecc); si parla in quel caso di chewing gum “funzionale”.
La prima gomma funzionale fu inventata nel 1880 da un farmacista dall’Ohio che vi inserì la pepsina, una sostanza che aiuta il sistema digerente.
Ma attenzione, i chewing gum presentano anche diversi effetti sgradevoli: possono, tra le altre cose, aumentare il nostro desiderio di cibo spazzatura, darci problemi gastrointestinali, causare mal di testa negli adolescenti.
Senza contare i problemi dovuti ai dolcificanti artificiali e ad alcuni additivi chimici a volte in essi contenuti.
A Singapore è vietato vendere o importare chewing gum; il divieto è in vigore dal 1992 e deriva dall’intento del governo di superare gli altri paesi sviluppati in termini di pulizia, prati ordinati, e un sistema di trasporto efficiente per attrarre turisti e investitori… senza chewing gum.
Dal 2004 però i farmacisti e dentisti sono autorizzati a vendere chewing gum “terapeutico” ai clienti che hanno una prescrizione medica; vale anche per la gomma da masticare senza zucchero.  

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