Alcune palline e strisce mollicce e insapori di
caucciù, zucchero e aromi furono brevettate il 28 dicembre 1869, un martedì di
149 anni fa.
I primi esempi di chewing gum (in italiano
“gomma da masticare”) delusero abbastanza e niente lasciava immaginare il
successo planetario che sarebbe seguito nel secolo successivo.
Nota fin dai tempi dei Maya, la gomma da masticare venne brevettata per la prima volta, da un dentista americano: William Semple.
Nota fin dai tempi dei Maya, la gomma da masticare venne brevettata per la prima volta, da un dentista americano: William Semple.
Costui, nel proprio laboratorio a Mount Vernon (in
Ohio), era riuscito ad ottenere un prodotto masticabile, sciogliendo la gomma
in una soluzione di nafta e alcol e mischiandola successivamente con altri
materiali (tra cui radici di liquirizia).
Messo in commercio due anni più tardi, in una
drogheria di Hoboken (nel New Jersey), il chewing gum cominciò a diffondersi
verso la fine dell’Ottocento, grazie a tecniche di produzione sempre più
affinate.
Un altro americano, Walter Diemer, inventò nel 1928 un
particolare tipo di gomma, in grado di formare piccole bolle d’aria e divenuta
celebre con il nome di bubble gum.
C’è chi dice che al mondo se ne consumino circa 25
mila tonnellate ogni anno: gomme masticate con calma o frettolosamente, per
gusto, moda, a volte anche per motivi di salute o… per concentrarsi meglio.
Ma cosa sappiamo di questa curiosa abitudine e,
soprattutto, a cosa conviene fare attenzione?
Il chewing gum, cioè la gomma da masticare, ha
un’origine antichissima, tanto che il termine “masticare” deriva dalla masticha,
una gomma resinosa ottenuta dal lentisco dell’isola greca di Chios, di cui
parlò anche Ippocrate 2.400 anni fa.
La prima gomma da masticare “moderna” fu messa in
vendita nel 1848 dallo statunitense John B. Curtis: era un miscuglio di
resina d’abete rosso e cera d’api, una ricetta già usata da tempo dai nativi
americani.
Tra l’altro, il termine “cicles” (da cui anche
“cicca”) con il quale talvolta è chiamata la gomma da masticare risale agli
Aztechi, che univano il lattice dell’albero della sapotiglia a un catrame
aromatico, ottenendo quello che nella lingua Nahuatl veniva chiamato tzictli,
termine per indicare una “cosa appicicosa”.
Il chicle proviene dall’albero di acra o sapota (Manilkara
achras) ed è un lattice bianco che l’albero trasuda quando la corteccia
viene tagliata; mentre “suda” dall’albero, il chicle raccoglie pezzetti di
corteccia e sporco, che gli danno la colorazione marrone di “gomma naturale”.
Il termine chicle fu ripreso dal
newyorchese Thomas Adams, che nel 1866 iniziò a vendere palline di
gomma.
Scoperto il chicle, Adams lo mise a bollire per
ammorbidirlo, ne tagliò alcune strisce da cui ricavò dei quadratini; una volta
raffreddati, li imballò e li spedì a una drogheria di Hoboken, nel New Jersey,
senza aggiungervi aromi né altro.
I primi chewing gum aromatizzati arriveranno solo nel
1871: primo gusto disponibile, la liquirizia.
Tempo qualche anno e negli Usa scoppiò la mania della
gomma da masticare, con nuovi gusti e nuovi produttori che si facevano
pubblicità attraverso i giornali, tra questi il famoso William Wrigley
Jr., che aggredì il mercato con nuovi gusti come frutta e spearmint.
Il chewing gum si diffuse nel mondo attorno al 1920:
ma la moda di masticare gomma non piacque a tutti.
In alcuni paesi come la Gran Bretagna nacquero leggi
che ne limitavano l’uso, anche per resistere all’americanizzazione dei costumi.
Nel 1928 un giovane ragioniere di New York, Walter
Diemer, inventò la Bubble gum, la gomma da masticare come la conosciamo
oggi: colorata, più morbida da masticare e in gradi di fare le bolle.
Dal momento che aveva solo il colorante rosa
disponibile, la creò così, lanciando la moda delle gomme da masticare rosa che
resiste ancora oggi.
Oggi il chicle non si usa più: è stato sostituito da
gomma arabica (naturale e intaccabile dagli acidi dello stomaco) o, in altri
casi, polimeri sintetici non biodegradabili e non solubili in acqua, che invece
non vengono smaltiti nel processo digestivo.
Mandare accidentalmente giù una cicca non dovrebbe
provocare alcun danno al corpo di un adulto e soprattutto non ci vogliono
7 anni per digerirla, come vorrebbe una leggenda metropolitana.
Ma ingoiarne tanta può causare ostruzioni nel tratto
digestivo, soprattutto nei bambini: e in alcuni casi potrebbero chiedere
la rimozione chirurgica.
Masticare chewing gum potrebbe stimolare il flusso di
sangue nel cervello e aumentare l’intelligenza; lo dice è uno studio giapponese
pubblicato su Brain e Cognition condotto su 17 individui (decisamente pochi).
Masticare aumenterebbe sia l’eccitamento sia la
lucidità mentale e influenzerebbe anche la capacità di controllare i movimenti,
portando miglioramenti nelle performance cognitive.
Oggi il chewing gum è usato anche per veicolare
integratori e medicinali (vitamine, sostanze anticarie, ecc); si parla in quel
caso di chewing gum “funzionale”.
La prima gomma funzionale fu inventata nel 1880 da un
farmacista dall’Ohio che vi inserì la pepsina, una sostanza che aiuta il
sistema digerente.
Ma attenzione, i chewing gum presentano anche
diversi effetti sgradevoli: possono, tra le altre cose, aumentare il nostro
desiderio di cibo spazzatura, darci problemi gastrointestinali, causare mal di
testa negli adolescenti.
Senza contare i problemi dovuti ai dolcificanti
artificiali e ad alcuni additivi chimici a volte in essi contenuti.
A Singapore è vietato vendere o importare chewing gum;
il divieto è in vigore dal 1992 e deriva dall’intento del governo di superare
gli altri paesi sviluppati in termini di pulizia, prati ordinati, e un sistema
di trasporto efficiente per attrarre turisti e investitori… senza chewing gum.
Dal 2004 però i farmacisti e dentisti
sono autorizzati a vendere chewing gum “terapeutico” ai clienti che hanno
una prescrizione medica; vale anche per la gomma da masticare senza zucchero.
lepilloledicarpal - http://lepilloledicarpal.altervista.org/2018-12-28-la-gomma-da-masticare-il-brevetto
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