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giovedì 19 dicembre 2019

Lo Sapevate Che: 42 anni fa il debutto di Roberto Benigni



Si intitolava “Onda libera” il programma televisivo con il quale Roberto Benigni debuttò nel 1976. Si trattava di una trasmissione satirica innovativa trasmessa da Rai Due e ideata dallo stesso mattatore toscano, insieme con il regista Beppe Recchia. Il punto di partenza di una carriera da Oscar.
 Roberto Remigio Benigni (Castiglion Fiorentino27 ottobre 1952) è un attorecomicoregista e sceneggiatore italiano.
Noto e popolare monologhista teatrale, dalla comicità ironica e dissacrante, è diventato personaggio pubblico tra i più conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo. Le sue interpretazioni cinematografiche e le sue apparizioni televisive mettono in scena un carattere gioioso e irruente, facendo leva, in quest'ultime, sulla sovversione del clima dei programmi di cui è ospite. Fra i numerosi riconoscimenti vale ricordare l'Oscar al miglior attore, conseguito nel 1999 per l'interpretazione nel film (da lui stesso diretto) La vita è bella; a cui segue un Oscar al miglior film straniero per la stessa pellicola. È stato l'unico interprete maschile italiano a ricevere l'Oscar come miglior attore protagonista recitando nel ruolo principale in un film in lingua straniera, dopo quello vinto da Anna Magnani nel 1956 e da Sophia Loren nel 1962.
Benigni si è impegnato come lettore, interprete a memoria e commentatore della Divina Commedia di Dante Alighieri, per la cui diffusione è stato candidato al Premio Nobel per la letteratura 2007. Nelle vesti di divulgatore ha, inoltre, recitato il Canto degli Italiani, i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e i dieci comandamenti biblici ricevendo consensi di pubblico e critica.
I primi successi e la televisione
Dopo una comparsata nello sceneggiato Sorelle Materassi nel 1972 (sua prima esperienza di attore in assoluto), dopo il successo di Onda Libera, prende parte alla miniserie televisiva Ma che cos'è questo amore? (1979) per la regia di Ugo Gregoretti.
Ma è soprattutto a teatro che appassiona il pubblico, specie con il one-man show Tutto Benigni nel quale è protagonista assoluto delle sue varie macchiette; il successo porta Benigni a riproporre lo spettacolo nel 1983 e poi nuovamente nel 1989. Nel 1977 è di nuovo sul piccolo schermo col programma Del resto, fu un'estate meravigliosa. Mentre prosegue l'attività cinematografica in ruoli di secondo piano, tranne nel ruolo da protagonista di un bizzarro maestro elementare nel film Chiedo asilo di Marco Ferreri, nel 1978 partecipa al programma televisivo di Renzo Arbore L'altra domenica, nelle vesti di uno stralunato e improbabile critico cinematografico. Questa nuova forma di comicità attirò l'interesse della critica, che negli anni a venire verrà spaccata in due tra cui la giudicherà come una forma d'ironia rivoluzionaria e divertente e chi invece la considera scandalosa e inappropriata.(..).
 Dietro la macchina da presa e l'incontro con Troisi
«Chi siete? [...] Cosa portate? [...] Sì, ma quanti siete? [...] Un fiorino!»(Non ci resta che piangere)
Nel 1983 ha inizio la sua carriera di regista cinematografico con Tu mi turbi, film in quattro episodi dove ha ancora modo di mostrare la sua incontenibile verve nella famosa scena della guardia al Milite Ignoto. Il film viene apprezzato da pubblico e critica, quest'ultima però accoglie tiepidamente la sua prova dietro la macchina da presa.
Grandissimo successo al botteghino e di cassetta lo ottiene poi, nel 1984Non ci resta che piangere, scritto, diretto e interpretato con Massimo Troisi, pieno di gag e tormentoni entrati nel linguaggio comune e divenuti immortali.[6][7] I due comici, grandi amici, simili per l'uso personale della parola e della mimica e per il ricorso al dialetto, ma anche profondamente diversi per l'appartenenza a due universi culturali tra loro assai distanti, appaiono come complementari in questo che restò il loro unico film recitato in coppia.
L'idea iniziale era quella di due uomini che si innamorano della stessa donna, ma questa risultò enormemente banale sia ai protagonisti sia a Giuseppe Bertolucci, anch'egli sceneggiatore della pellicola, e decisero quindi di cambiare rotta. Furono impiegate nove settimane di lavorazione, e alla sua uscita il film raccolse ben cinque miliardi di lire solo al primo weekend di programmazione, sorpassando di gran lunga i fenomeni del momento Indiana Jones e il tempio maledetto e Rombo di tuono. I critici lodarono il lavoro svolto dai due protagonisti, definendoli i nuovi Totò e Peppino De Filippo. Complessivamente il film incassò 15 miliardi di lire, piazzandosi nella top ten dei migliori incassi della stagione, superando altre commedie di successo come I due carabinieri di Carlo Verdone e Lui è peggio di meNon ci resta che piangere rimarrà la loro unica collaborazione.(..).
 Le commedie di successo e la prova con Fellini
«Come compagni d'avventura ho scelto Benigni e Villaggio. Due geniali buffoni, due aristocratici attori, unici, inimitabili, che qualunque cinematografia può invidiarci tanto sono estrosi. Penso che possano essere gli amici ideali per inoltrarsi in un territorio che non ha mappe, né segnaletica.» (Federico Fellini)
comincia una proficua collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami in quattro pellicole da lui anche prodotte per la sua Melampo Cinematografica, fondata insieme a Nicoletta Braschi nel 1991, che ottengono uno straordinario successo di pubblico: nella prima, Il piccolo diavolo, recita al fianco di Walter Matthau nei panni di un diavoletto inviato sulla terra per scoprire il mondo; nella seconda, Johnny Stecchino, si sdoppia in due personaggi e nella terza, Il mostro, allude certamente al famigerato mostro di Firenze per i delitti del quale in quegli anni si celebrava il processo a Firenze. In questi film mette a tacere la sua vena più aggressiva e popolana per concentrarsi, sempre con lo strumento comico dell'equivoco, su tematiche scottanti e attuali come appunto il mostro di Firenze e il fenomeno del pentitismo mafioso.
La vita è bella
«Buongiorno principessa!»
Nel 1997 raggiunge la notorietà internazionale con l'acclamato film La vita è bella, che racconta la tragedia dell'olocausto in una declinazione differente da quella sino ad allora comunemente utilizzata (per esempio nel lungometraggio di Spielberg Schindler's List - La lista di Schindler). La pellicola suscita critiche per i tratti a volte più ironici, in contrasto con l'argomento trattato. Benigni, figlio di un ex-deportato (Luigi Benigni fu deportato durante la guerra in un campo di lavoro nazista, e il film si basa in parte sulle sue esperienze), ha difeso la scelta di trattare tale tema con approccio diverso, la sceneggiatura con tratti di dramma e di commedia, infatti, mira ad accentuare la drammaticità e la commozione di alcune scene, proprio grazie a questo contrasto. Il film esorcizza la tragedia ponendo l'accento sull'effetto che essa può avere su un bambino. Nella pellicola è proprio il padre, impersonato dall'attore toscano, a salvare il destino e l'animo del figlio.(..).
Un controverso Pinocchio
Nel 2001 incominciò la lavorazione di Pinocchio, annunciata nell'autunno 2000 e uscito nelle sale italiane l'11 ottobre 2002, di cui firmò la regia, la sceneggiatura (con Vincenzo Cerami) e la produzione. Si trattò del film più costoso della storia del cinema italiano (45 milioni di euro).[21] Benigni scelse di essere quanto più fedele al romanzo di Carlo Collodi, e infatti sono davvero poche le differenze riscontrabili tra il romanzo e il film.
In Italia il film vinse due David di Donatello e un Nastro d'argento per la migliore colonna sonora, ma la critica non fu totalmente concorde nel considerarlo un'opera riuscita, denunciandone in particolare la mancanza di sentimento nell'interpretazione dei personaggi....Al botteghino il film ottenne risultati ottimi in Italia (circa 26,2 milioni di euro) , mentre nel resto del mondo (e in particolare negli USA) fu un flop, arrivando a malapena a coprire i costi di produzione. (..).
Ritorno a teatro con Tutto Dante
Un rapporto particolare lega poi l'attore toscano con la Divina Commedia e Dante: tiene letture sull'argomento in diverse università ed è molto apprezzato per le sue recitazioni a memoria di interi canti del poema: resterà memorabile quella dell'ultimo canto del Paradiso avvenuta il 23 dicembre 2002 nel teatro di posa degli Umbria Studios a Terni, alla presenza di un folto pubblico televisivo, ispirate dalla tecnica della poesia estemporanea, una forma d'arte popolare in Toscana.(..).
I vari Sanremo e il tour mondiale di Tutto Dante
«Siate felici, e se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non scordatevi della felicità»
(Roberto Benigni, Festival di Sanremo 2011)
Dopo sette anni, Roberto Benigni torna al Festival di Sanremo alla prima serata nell'edizione 2009, anche se questo aveva acceso varie polemiche riguardo agli esorbitanti compensi elargiti all'attore toscano. Tuttavia la partecipazione di Benigni al festival sorprende tutti, per l'ennesima volta: durante il suo monologo il comico dà sfogo a tutta la sua satira, prendendo di mira, tra gli altri, ancora una volta Silvio Berlusconi e la cantante in gara Iva Zanicchi, la quale si risentirà molto dell'intervento di Benigni, reputandolo la causa della sua eliminazione dal concorso canoro.[30] Alla fine della sua esibizione Benigni in merito alle polemiche sulla canzone di Povia in gara nello stesso Festival, inerente allo scottante tema dell'omosessualità, il comico toscano recita a memoria una lettera scritta da Oscar Wilde al suo giovane compagno, durante la prigionia in Inghilterra per i suoi sentimenti omosessuali.
Il 7 marzo 2009, Benigni ha inaugurato a Parigi il tour che ha portato la Divina Commedia in giro per il mondo. Lo spettacolo è stato un grande debutto: Benigni esordisce annunciando che «è la prima volta che sono in scena all'estero, così dal vivo». Il Grand Rex rende omaggio all'attore toscano con una prolungata ovazione alla fine dello spettacolo che ha entusiasmato i circa 3.000 presenti.(..)
Tutto Dante 2012 e La più bella del mondo
Il 15 giugno 2012 ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco di Firenze Matteo Renzi[42][43] ed è stato presente alla camera ardente del regista Giuseppe Bertolucci, suo grande amico e collega. È tornato dopo 6 anni in piazza Santa Croce con Tutto Dante riportando la lettura della Divina Commedia. (..).
Tutto Dante 2013 e I dieci comandamenti
Ritornò in piazza Santa Croce di nuovo con Tutto Dante per 12 serate riportando la lettura della Divina Commedia dove ha terminato gli ultimi 12 canti dell'Inferno.
Il 13 ottobre 2014 in una conferenza stampa è stato annunciato il ritorno di Benigni su Rai 1 con uno spettacolo incentrato sui dieci comandamenti. In realtà voci di un ritorno di Benigni in RAI si avevano già dall'autunno 2013, ma si vanificarono a causa di altri impegni del comico toscano.[51] Il direttore di rete Giancarlo Leone ha confermato che lo spettacolo si terrà entro dicembre.(..).
Il ritorno al cinema
Il 13 maggio 2018 Benigni è tornato al Festival di Cannes dopo vent'anni dall'ultima partecipazione: il comico nell'occasione ha aperto il red carpet di Lazzaro felice diretto da Alba Rohrwacher, per poi consegnare il Prix d'interprétation masculine a Marcello Fonte per il film Dogman.[58]
Il 26 ottobre 2018, dopo sei anni di assenza, viene annunciato il ritorno di Roberto Benigni sul grande schermo:[59] ricoprirà il ruolo di Geppetto nel nuovo adattamento di Pinocchio diretto da Matteo Garrone.(..). A proposito dell'ingresso nel cast di Benigni, Matteo Garrone ha rivelato:
«Girare finalmente Pinocchio e dirigere Roberto Benigni sono due sogni che si avverano in un solo film. Con il burattino di Collodi ci inseguiamo da quando, bambino, disegnavo i miei primi storyboard. Poi, negli anni, ho sempre sentito in quella storia qualcosa di familiare. Come se il mondo di Pinocchio fosse penetrato nel mio immaginario, tanto che in molti hanno ritrovato nei miei film tracce delle sue Avventure. Anche con Benigni è stato un inseguimento iniziato molto tempo fa: l'ho conosciuto da bambino, grazie a mio padre. Avere finalmente l'opportunità di lavorare insieme è per me un'occasione straordinaria: Pinocchio sarà un film per tutta la famiglia, grandi e piccoli, e nessuno come Roberto - che ha divertito e commosso milioni di spettatori in tutto il mondo - riesce a emozionare il pubblico di ogni età. Lo ringrazio per la fiducia che mi ha dimostrato accettando di condividere con me questa nuova, spericolata avventura»(Matteo Garrone). (..).
Nel film con Lino Banfi, Vieni avanti cretino (1982) mentre il protagonista lavora al bar, porta il caffè al cliente (sosia di Benigni, l'attore toscano Mireno Scali) e gli chiede «scusi lei è toscano?» «non è quello che parlava male del Papa?» chiaramente riferito a Benigni (Il pap'occhio, 1980), al che lui risponde «Ci mancherebbe altro».
Il 16 dicembre 2014, prima della diretta della seconda parte dell'esegesi dei dieci comandamenti biblici, papa Francesco telefona privatamente a Roberto Benigni. È stato definito dal papa un grande artista.

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