La moglie dell’uomo che amo non sa
nulla. Il nostro è un amore silenzioso. I miei quattro figli erano piccoli
quando mi sono separata dal loro papà, consideri che la nascita del quarto è
stata solo una mia unica scelta, mio marito si sentiva troppo maturo per un
altro piccolino in casa. Noi siamo benestanti, non era certo un problema
economico e da questo suo malessere è iniziato il crollo di un matrimonio e poi
il suo tradimento. Che è stato il tradimento, più che fisico verso una donna
(la mia amica era lì, in quel momento della nostra vita), ma verso il senso
della costruzione della nostra famiglia. Si figuri per me come può essere stato
affrontare tutto da sola con altri tre bimbi, un lavoro, ma anche una gioia
immensa e senza uguali che può dare l’arrivo di un piccoletto in casa. E non è
la sacralità della vita cattolica, sono atea, ma la sacralità della vita
stessa, l’entusiasmo e la forza dei miei figli mi hanno insegnato ad avere
nell’affrontare la vita con tutte le sue difficoltà. È questo l’amore che è
davvero ineguagliabile ed eterno. Un divorzio è come una guerra, volano parole
e gesti pesanti e i bimbi ne sono testimoni. E ci guardano, ci osservano, Io
dovevo farmi rispettare, Io dovevo a me stessa e ai miei figli (sia maschi che
femmine) per farli crescere responsabili e critici nei confronti della
violenza, che ha molte sfumature, verso noi donne. E ormai sono consapevole che
l’amore è bello finché preferisco il presente viverlo appieno. L’accettazione
dei figli verso una presenza diversa dal padre è difficile, possibile ma
complicata. E anche se con molta fatica, i bambini devono sempre essere
anteposti a tutto il resto. La loro serenità è il nostro compito e
responsabilità prioritari. Sono una donna molto innamorata che ha disegnato
confini, entro i quali ognuno si muove in quello che è pubblico, poi un privato
tutto nostro, come l’intersezione di due estremi. In quell’intersezione io sono
una donna felice, nell’altro sono una mamma felice. Elisabetta
Non so perché la sua
lettera precedente, che a me sembrava piena di verità, ha fatto arrabbiare (e
anche la mia risposta) qualche lettore: e chi pensava per la moglie tradita,
chi si chiedeva come mai non avesse accettato il tradimento del marito per po
lei stessa mettersi con un uomo sposato, perché non vi decidevate ad uscire
dalla clandestinità e vivere finalmente insieme felici e contenti. Tutte queste
rimostranze, se pure troppo ovvie, sono giuste, ma è anche molto giusta la sua
scelta. Come lei spiega in questa lettera. Lei e il suo attuale amore avete la
vostra separata vita pubblica e sociale, la famiglia, le abitudini, gli
affetti. Poi c’è un’oasi tutta vostra in cui vi concedete amore, un modo per
essere felici voi e per non rendere infelici altri. Per quanto il mondo cambi e
questi siano i tempi nuovi degli incontri anche solo virtuali, un cambiamento
nei modi di vivere che pure creano tuttora infelicità, sono difficilmente
accettabili. Tra l’altro gli amori clandestini sono sempre esistiti, perché il
vostro scandalizza? Mi piacerebbe saperlo. Quando non si hanno più la sventatezza
della giovinezza e la certezza dell’amore eterno, si impara ad accettare una
felicità cui non si chiede di durare per sempre, ma di darci gioia finché dura.
Mi sembra forse egoista, ma certo saggio.
Natalia Aspesi – Questioni di Cuore – Venerdì di La Repubblica
– 28 luglio 2017 -
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