Su Le Monde datato 8
agosto scorso è
stato pubblicato un ampio articolo firmato da Vincent Carraud, professore di
storia della filosofia. Il tema riguarda un mio editoriale di qualche tempo fa
che raccontava d’un recente incontro con papa Francesco. Si trattarono diversi
argomenti con Sua Santità tra i quali c’era anche la mia proposta di
beatificare Blaise Pascal. Aveva raccontato a Sua Santità qualcosa della breve
ma intensissima vita di pascal, alcuni aspetti positivi ed altri negativi. La
motivazione di quella mia proposta era soprattutto l’amore verso i poveri che
era stato un sentimento costante del pensiero e delle azioni pascaliane ma era
emerso soprattutto nel momento della sua morte. Papa Francesco mi aveva detto
che sapeva ben poco della vita di Pascal, ma le informazioni che gli avevo dato
erano sufficienti, previe le necessarie consultazioni degli organi vaticani
preposti a queste questioni. Insomma una pratica aperta ma con la possibilità
d’una conclusione positiva. Il tema dei poveri è stato sempre al centro della
predicazione di Francesco e anche questo potrebbe attirare la sua attenzione.
Per qualche ragione che francamente mi sfugge, l’aspra motivazione del
professor Carraud vede l’ipotesi della beatificazione preclusa come un evento
deprecabile. Riferisco, per cominciare, le considerazioni contenute nel titolo
dell’articolo di Carraud: “Blaise Pascal de peut pas” mériter” la
béatification”; “La démarche envisagéè par le pape François est paradoxale”. L’autore di questa frase non nega assolutamente nulla della vita di Pascal: la sua
preziosa capacità matematica, il suo intenso riferimento alla logica di
Cartesio, l’analoga stima intellettuale per gli “Essais” di Montaigne, ma poi
l’imprvvisa “fede” di tipo giansenista che conduce Pascal al ritiro a
Port-Royal de Champs. Tutto accettabile anche se molte frasi sono difficilmente
accettabili. Carraud apprezza anche i “Penséès” pascaliani e soprattutto il
modo della sua morte. Pascal mai come in quei giorni da moribondo apprezzò la
vicinanza con i poveri. Voleva essere portato a un pubblico ospedale e messo
nel settore dei moribondi poverissimi ma poiché il medico si opponeva, allora
pretese dai suoi familiari che uno dei più poveri moribondi fosse portato nella
sua casa e messo accanto al suo letto. Purtroppo la morte arrivò a poche ore di
distanza e neanche questo suo desiderio fu realizzabile. Carraud queste cose le sa e le cita ma alla fine del suo articolo usa una frase che
per me è assolutamente stupefacente ed è la seguente: “”L’orgueil est la
concupiscence la plus horrible, car mériter la béatification, c’est ne pas la
mériter . On n’a rien mérité de Dieu que sa disgrace”. Mi permetto di essere
stupefatto che un grande giornale come “Le Monde” pubblichi articoli di questo
genere. Si può essere atei e ridere sui cristiani e sulle beatitudini e
santificazioni fatte da un dio che non esiste. Ma Carraud non è un ateo e
conclude dicendo che Dio può dare agli uomini soltanto la loro disgrazia. Cari
colleghi de Le Monde pensateci bene a quello che pubblicate.
Eugenio Scalfari – Il Vetro Soffiato – L’Espresso – 20 Agosto
2017 -
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