I
fasti e la prosperità dell’Asti
medioevale, derivanti dall’attività commerciale e creditizia,
evocati ogni anno dal Palio e dalle manifestazioni correlate, sono confermati
dalle parole di Ogerio Alfieri, antenato
del celebre drammaturgo Vittorio, che ci informa come la sua città “nell’Anno del Signore 1280” fosse
“colma di ricchezze, chiusa da
solide e recenti mura e costituita quasi interamente da molti edifici, torri,
palazzi e case da poco costruite”. Ogerio non manca
poi di dispensare elogi ai concittadini astigiani giudicandoli “assennati e nobili, ricchi e potenti”.
Il Palio propriamente detto
(dal latino pallium, telo di
stoffa indossato sopra la tunica romana) è il grande drappo di velluto,
congiunto ad un labaro (detto sendallo)
con le insegne di Asti e l’effigie di San Secondo, che ogni anno si cuce in due
esemplari: del primo viene fatto omaggio al patrono, San Secondo, mentre il secondo
è oggetto di contesa tra i
ventuno cavalieri impegnati nella corsa a cavallo di settembre. Dalla metà del
Cinquecento, con il duca Emanuele Filiberto, furono i Savoia ad assumersi
l’onere e l’onore di fornire i drappi alla città. Il Palio, inteso come pezza
di velluto, si misura in rasi,
antica misura piemontese corrispondente a 60 centimetri: sedici rasi per il
Palio della corsa, dieci rasi per il Palio offerto al santo.
Ai
nostri giorni la corsa è preceduta da un sontuoso
corteo composto da oltre 1200 figuranti in bellissimi
costumi d’epoca e da una serie di importanti eventi che scandiscono il periodo
dell’attesa: le cene propiziatorie della
vigilia, il Palio degli Sbandieratori o Paliotto, in programma il
giovedì precedente, il Festival
delle Sagre, grandiosa rassegna della cucina astigiana e
piemontese con le Pro Loco della provincia che si radunano in Asti proponendo
le specialità gastronomiche tipiche del contado.
Dalla
metà del Trecento, sotto la signoria dei Visconti, si prese a correre il Palio
“alla lunga”,
cioè lungo le strade sterrate che da viale Pilone, estremo est della città,
giungevano di fronte a palazzo Mazzetti di Frinco, dov’era fissato il
traguardo, attraversando la centrale contrada
Maestra (attuale corso Alfieri), mentre dal 1861 si tornò
all’antico, con la competizione disputata in tondo o alla tonda,
cioè seguendo un percorso circolare predefinito, e spostandola nell’appena
realizzata piazza del Mercato (poi ribattezzata piazza Campo del Palio).
Dal
1988 per volontà del Comune il Palio si corre nella porticata piazza Alfieri, elegante spazio urbano concepito
nell’Ottocento come cerniera tra il nucleo medioevale della città e i quartieri
di nuova espansione, applicando un regolamento
di gara molto severo, composto da antiche disposizioni
integrate da normative più recenti tese a evitare comportamenti pericolosi sia
in corsa, sia tra i canapi (cioè alla partenza, che avviene appunto “al
canapo”, di fronte ad una grossa e pesante corda lunga 15 metri fatta cadere
dal mossiere nel
momento in cui l’allineamento tra i partecipanti sia giudicato regolare). Oltre
al Palio, ambito premio per il vincitore della corsa, si assegnano ai
contendenti, a partire dal secondo classificato, una borsa con monete
d’argento, gli speroni, un
gallo vivo, la coccarda e l’acciuga.
Si
consiglia, a chi desideri approfondire l’argomento, la visita al Museo del Palio, aperto dal
2015 nel cinquecentesco palazzo
Mazzola, che ospita anche l’Archivio storico comunale con
preziosi documenti che testimoniano le vicende astigiane dal X secolo.
Infine
un accenno all’insigne tradizione dolciaria astigiana: per celebrare l’antica
manifestazione, profondamente radicata nell’identità locale e tra i punti di
forza della vocazione turistica del territorio, la storica pasticceria Giordanino, aperta
nel 1912 da Giuseppe Giordanino lungo il centrale e elegante corso Alfieri, ha
aggiunto alle tante specialità che ne decretano la fama la cosiddetta Torta del Palio, morbida pasta
margherita aromatizzata al liquore Amaretto e ricoperta di cioccolato.
Torta
del Palio di Asti, ricetta per prepararla in casa
La torta
del Palio (PAT) è un dolce tipico della città di Asti e
prende il nome dal famoso Palio che si corre (purtroppo) tutti gli anni.
In
tutte le migliori pasticcerie di Asti è presente la torta
del Palio, con alcune piccole varianti a seconda di chi la prepara, ma
sostanzialmente le differenze sono minime.
La torta
del Palio non tutti sanno che la si può preparare anche in casa….anche
se non sarà quella originale la cui ricetta è tutt’ora segreta.
Ingredienti
per la torta del Palio
·
tuorli d’uovo 7
·
uova intere 5
·
farina bianca 320 g.
·
farina di mandorle 40 g.
·
maraschino
·
cioccolato fondente
·
miele q.b.
·
zucchero 300 g.
·
burro 80 g.
In
una terrina montate le uva (tutte) con lo zucchero e uniteci pian piano le
farine di frumento e di mandorle e un po’ di miele, a parte farete fondere a
bagnomaria il burro che aggiungerete al composto preparato in precedenza,
quindi amalgamate ben bene il tutto.
Quando
il composto sarà ben amalgamato versatelo in una teglia imburrata e fate
cuocere in forno preriscaldato a 200° per 30 min.
Togliete
la torta dal forno e fatela raffreddare, quindi spennellatela co il maraschino
e ricopritela con cioccolato fondente sia in polvere che a pezzettini.
Si
accompagna con una coppa di buon vino Moscato. - http://www.ricetteziafiorella.com/2011/12/torta-del-palio-di-asti-ricetta-per.html
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