Un sistema di intelligenza artificiale è
riuscito per la prima volta a stracciare le migliori star del poker in un
tavolo a più giocatori. Esaurita questa esperienza al tavolo verde, si renderà
utile in diverse situazioni della vita quotidiana.
Il poker è in effetti un’ottima palestra
per l’AI:
per vincere la mano occorre avere una combinazione di carte migliore rispetto a
quella degli altri giocatori oppure piazzare una posta che nessuno è disposto
ad accettare.
Il gioco si svolge però in un ambiente incerto, dove nessuno dei giocatori dispone di tutte le informazioni relative agli avversari. Ed è proprio questa caratteristica che rende il poker così ostico per i sistemi di AI. Finora, infatti, l'intelligenza artificiale era riuscita a vincere contro gli umani solo in partite "uno contro uno": la sfida, stavolta, era prevalere in un tavolo a più giocatori.
Il gioco si svolge però in un ambiente incerto, dove nessuno dei giocatori dispone di tutte le informazioni relative agli avversari. Ed è proprio questa caratteristica che rende il poker così ostico per i sistemi di AI. Finora, infatti, l'intelligenza artificiale era riuscita a vincere contro gli umani solo in partite "uno contro uno": la sfida, stavolta, era prevalere in un tavolo a più giocatori.
AI CONTRO AI. Per riuscire nell’intento Noam Brown,
dottorando alla Carnagie Mellon e ricercatore presso Facebook, ha fatto giocare
la sua intelligenza artificiale contro se stessa. In questo modo il
"bot" ha identificato le tattiche di gioco che portavano ai risultati
migliori e le ha utilizzate per mettere a punto una sua strategia.
Quando Pluribus,
questo il nome del sistema, si
è trovato al tavolo con cinque tra i migliori giocatori del mondo, non ha
fatto altro che analizzare ogni mossa degli avversari e cercare nel database
che si era costruito la risposta statisticamente migliore.
Secondo quanto si legge in un articolo
di Science, questa modalità di gioco ha permesso al sistema di
battere, nel corso di 12.000 mani giocate in 12 giorni, diversi campioni in
carne e ossa, con tassi di vincita elevatissimi.
Tra gli sconfitti troviamo Darren
Elias, detentore del maggior numero di titoli del World Poker Tour, e Chris
“Jesus” Ferguson, vincitore di sei eventi della World Series of Poker
SUPERPOTERI
DIGITALI. Brown, che è a tutti gli effetti il
papà di Pluribus,
sottolinea come la sua creatura giochi a un livello che non è umano: la sua
strategia sembra non lasciare scampo nemmeno ai grandi campioni, anche se
questi hanno tutto il tempo per studiarla e provare ad adattarsi mettendo a
punto le opportune contromisure.
L’obiettivo di Brown e dei suoi colleghi
non è però quello di sbancare i tavoli più ricchi del mondo: la ricerca ha
finalità molto più nobili e permetterà di mettere a punto una nuova generazione
di sistemi di AI utili in diversi campi, dalla sicurezza informatica alla guida
autonoma.
Tra i punti di forza di Pluribus vi è infatti "l’efficienza computazionale": rispetto a sistemi analoghi, ma dalle prestazioni inferiori, Pluribus riesce ad essere molto più veloce pur utilizzando meno processori e impiegando un tempo di calcolo inferiore
Tra i punti di forza di Pluribus vi è infatti "l’efficienza computazionale": rispetto a sistemi analoghi, ma dalle prestazioni inferiori, Pluribus riesce ad essere molto più veloce pur utilizzando meno processori e impiegando un tempo di calcolo inferiore
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