I chi clik per avere informazioni, più
o meno esplicite, sul sesso, è logico pensare che i giovani sappiano tutto in
materia. E invece non è così. Lo dimostrano i sorprendenti risultati di un
sondaggio europeo sulla conoscenza della sessualità condotto tra 5.912 ragazze
fra i 20 e i 30 anni di undici Paesi europei più il Canada, presentato al
congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). Le 500
intervistate italiane hanno dato risposte sconcertanti: il 66 per cento ritiene
che sia normale per una donna provare dolore durante i rapporti sessuali, il 56
per cento non ha ancora un’idea chiara dell’anatomia femminile, l’11 per cento
pensa che non si possa rimanere incinte durante le mestruazioni e il 4 per
cento che un bagno caldo sia un valido contraccettivo. “Sono risultati che in
realtà non mi meravigliano molto” dice la ginecologa Valeria Dubini,
consigliera della Sigo. “Nei miei ormai trenta anni di carriere mi sono sempre
confrontata con questa ignoranza e non è che abbia notato grandi miglioramenti
con il tempo. Ansi, forse nelle giovani degli anni 70 c’era più consapevolezza
sul sesso, a fronte di poca pratica, mentre oggi è il contrario: molta pratica,
poca consapevolezza”. Del resto, chi dovrebbe informare i giovani italiani? La
Scuola? Nel rapporto Policies for Sexuality Education in the European Union,
l’Italia si segnala per essere uno dei sette Paesi dove non sono previsti corsi
di educazione sessuale. Quanto alla famiglia, “sarebbe il luogo naturale per
informarsi, ma parlando con le mie giovani pazienti, sento che c’è ancora
imbarazzo a farlo, e che spesso i genitori ne sanno meno dei figli”. Non resta
quindi che rivolgersi a coetanei e internet, luogo però pieno anche di
informazioni inattendibili, tanto che il sondaggio europeo ha rivelato che un
quinto delle giovani italiane ha appreso “bufale” sul sesso proprio dalla rete.
“Per questo abbiamo deciso di aprire il blog Scegli tu (www.sceglitu.it), un luogo per rispondere ai
dubbi dei giovani. (..). In effetti, secondo l’ultima indagine Gfk Eurisko, il
45 per cento delle donne italiane tra i 18 e 45 anni non usa contraccettivi, e
la pillola, per il timore infondato che faccia ingrassare, la prende solo il 16
per cento. Soltanto il 15 per cento usa poi il preservativo, che protegge anche
dalle malattie sessualmente trasmissibili, con il risultato che dopo il 2005 si
è assistito a un aumento dei contagi del 31 per cento. “Anche di questo i
giovani sanno poco: spesso gli è stato insegnato ad aver paura di queste
malattie, ma non a proteggersi”. Un solo punto è di conforto: L’Italia è agli
ultimi posti in Occidente per gravidanze minorili e numero di aborti. “
Sospetto che molto dipenda dal fatto che le famiglie sorvegliano ancora
strettamente le figlie: se a 20 anni il 2 per cento delle danesi vive coi
genitori, in Italia siamo al 60 per cento”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica - 27 novembre 2015 -
Nessun commento:
Posta un commento