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mercoledì 30 dicembre 2015

Lo Sapevate Che: Per uscire dalla crisi ci vuole la "Capatoast"...



Nella capitale mondiale della pizza, esplode la toast mania. Anche mille sandwich al giorno. Un successo imprenditoriale. Capatoast è il nome del format per vendere toast take away che viene da “capatosta”, tradotto dal napoletano: testa dura. La testa dura è quella di Paolo Castaldo e Antonio Pepe, trentenni, il primo laurea la legge e esami da avvocato, il secondo con precedenti esperienze nella ristora<ione. Entrambi alla ricerca di un lavoro, in un clima di sfiducia lanciano la loro scommessa che nasce dalle difficoltà. E dopo un anno, festeggiato il 22 novembre, registrano il boom. Ostinatamente buono è uno degli slogan. E dopo pochi mesi dall’apertura del primo store a Napoli, al centro del Vomero, nascono i Capatoast di Milano (in corso Buenos Aires), di Padova e di Ronìma, (a Trastevere, in vicolo del Cinque). Cresce il franchising: a Natale apre a Torino, poi a Caserta, a gennaio ancora Napoli in piazza Municipio, e per metà 2016 sono previsti 15 nuovi negozi. “Ci tenevamo a iniziare dalla nostra città, che i giovani stanno lasciando per cercare fortuna fuori” spiega Castaldo. “Abbiamo messo insieme i risparmi, 40 mila euro, e in poco tempo abbiamo recuperato tutto”. Capatoast ha recuperato un cibo gradito da tutti, venduto in ogni bar ma un po’ sottovalutato. Un sandwich fatto con pane di giornata fragrante, sfornato da un panificio della provincia top secret, senza conservanti o alcol e in numerose varianti – bianco, integrale, alle noci, alle olive – farcito con ingredienti di alta qualità e artigianali – latticini di Agerola, prosciutto di Parma, porchetta di Ariccia, verdure, creme,olio extra vergine. Fantasia nei nomi e 30 ricette studiate da chef per accontentare tutti: classici light, vegetariani, vegani…Ogni punto vendita utilizza gli stessi ingredienti. Il toast viaggia anche sul web: social network e blog trasportano il messaggio di un cibo leggero e salutare. “Tutta la comunicazione” dice Antonio Pepe “ruota attorno alla difficoltà del vivere in tempi di crisi, perciò abbiamo voluto stampare sulla nostra carta citazioni varie che stimolano a non arrendersi mai”. A breve partirà anche la consegna a domicilio, con un sito per gli ordini online. “Ci arrivano richieste per aprire nuovi negozi, ma le valutiamo con prudenza, cerchiamo partner con esperienza e che abbiano un vero feeling con il nostro marchio”. Alla fiera del franchising di Milano, in ottobre, sono arrivate richieste da Spagna, Inghilterra, Austria e Germania. Il brand è appetibile: alcuni fondi di investimento vogliono acquistare quote della società.
Patrizia Capua – Dolcevita – Il Venerdì di Repubblica – 18 Dicembre 2015 -

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