La felicità non aiuta a vivere più a
lungo. Lo sostiene uno studio, pubblicato su The Lancet, che sconfessa i lavori scientifici che nell’ultimo
decennio hanno suggerito un’influenza diretta dell’umore sulla salute, in
particolare quella del cuore, e sulla longevità. “E’ un’idea erronea che
confonde causa ed effetto” spiega al Venerdì
Richard Peto, docente di epidemiologia e statistica all’Università di Oxford,
coautore dello studio. “L’associazione tra felicità e salute si spiega in altri
modi: per esempio è vero che l’infelicità può essere associata a circostanze e
stili di vita che favoriscono le malattie, come il fumo, l’obesità,
l’inattività fisica, il consumo di alcol. Ed è altrettanto vero che la cattiva
salute può causare infelicità. A ogni modo non è la felicità in sé ad influire
sulla salute: sono gli stili di vita”. I ricercatori hanno verificato le loro
ipotesi su un campione molto vasto: “Abbiamo estratto i dati di 720 mila donne
over 50 sottoposte a questionari su salute e felicità tra il 1996 e il 2004 e
monitorate per il decennio successivo per il loro tasso di mortalità” spiega
Bette Liu, docente di medicina alla University of New South Wales di Sidney e
autrice principale dello studio. “Da questi dati emerge in modo netto l’assenza
di un nesso causale tra la maggiore o minore felicità dichiarata dalle donne e
la loro mortalità successiva”. Quindi la felicità, in sé, non avrebbe alcun
valore terapeutico o di prevenzione. “Dunque è meglio, quando c’è da scegliere
come allocare la spesa sanitaria, concentrarsi su ciò che ha un effetto certo
sulla salute, per esempio correggere gli stili di vita” chiosa Bette Liu. “ Se
facciamo questo, anche la felicità potrà aumentare”. E non viceversa.
(g.a.) – Smentite – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 24
Dicembre 2015 -
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