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lunedì 21 dicembre 2015

Lo Sapevate Che: Confiscare i soldi: come ai mafiosi...



Confische Antimafia anche per i milionari che non pagano le tasse. I magistrati più esperti stanno silenziosamente rimediando alle inerzie dei governi nella lotta contro l’evasione. La nuova arma giudiziaria che potrebbe garantire allo Stato incassi miliardari, è l’allargamento ai reati economici delle storiche “misure patrimoniali di prevenzione”, create dalla legge Rognoni – La Torre per sequestrare le ricchezze illecite accumulate dai boss mafiosi. Ora alcune procure cominciano a usare quelle norme antimafia anche per colpire i grandi evasori. Tra i casi più recenti e significativo spicca il maxi-sequestro dei beni dell’intera famiglia di Pierino Isoldi, 58 anni, fino a ieri uno dei più ricchi costruttori e immobiliaristi della Romagna. La Guardia di Finanza di Forlì, che indaga sui tesori nascosti da oltre 20 mila italiani a San Marino, ha scoperto che Isoldi aveva occultato decine di milioni in quel paradiso fiscale. Dopo l’arresto e la condanna del costruttore per vari reati, tra cui l’evasione, l’inchiesta ha ricostruito anche il patrimonio dei suoi familiari, che non avevano mai avuto guai giudiziari. La Finanza ha dimostrato che anche loro, come il capo-famiglia, avevano ricchezze “sproporzionate” rispetto ai guadagni ufficiali: negli ultimi 15 anni, la moglie aveva dichiarato, in totale, 116 mila euro, il figlio 159 mila, la figlia 31 mila. Quindi il tribunale ha ordinato il sequestro di tutti i beni di valore non giustificato: auto di lusso, ville, terreni e 56 fabbricati tra Forlì, Cervia, Faenza e Cesena. Altri 34 immobili sono stati sequestrati a una presunta prestanome di Isoldi: la collaboratrice che ai tempi d’oro gli trasportava i soldi a San Marino. Addio Scudi Fiscali? La difesa aveva tentato di fermare il sequestro utilizzando l’alibi dello scudo fiscale, che nel 2009-2010 consentì a Isoldi di legalizzare, in forma anonima, oltre 13 milioni già allora depositati a San Marino. Il tribunale però, accogliendo la tesi della Procura, ha stabilito che quel condono impedisce soltanto una condanna al carcere, ma “non esclude l’applicazione di misure patrimoniali”: anzi, “l’adesione allo scudo costituisce un evidente indizio di evasione”. Ora la famiglia Isoldi potrà chiedere in appello e in cassazione di annullare il sequestro, che altrimenti si trasformerà in confisca definitiva. Nell’attesa, il patrimonio resta espropriato e affidato allo Stato. Nelle motivazioni, il tribunale di Forlì precisa che la nuova arma legale deriva dalle norme inserite tra il 2008 e il 2011 nel codice antimafia: oltre ai clan mafiosi, ora la giustizia può colpire anche gli “evasori sistematici” e in generale “chiunque viva abitualmente, anche in parte, dei proventi di attività delittuose” di qualunque tipo.
Paolo Biondani – Tasse – L’Espresso – 17 Dicembre 2015 -

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