Confische Antimafia anche per i milionari che non pagano
le tasse. I magistrati più esperti stanno silenziosamente rimediando alle
inerzie dei governi nella lotta contro l’evasione. La nuova arma giudiziaria
che potrebbe garantire allo Stato incassi miliardari, è l’allargamento ai reati
economici delle storiche “misure patrimoniali di prevenzione”, create dalla
legge Rognoni – La Torre per sequestrare le ricchezze illecite accumulate dai
boss mafiosi. Ora alcune procure cominciano a usare quelle norme antimafia
anche per colpire i grandi evasori. Tra i casi più recenti e significativo
spicca il maxi-sequestro dei beni dell’intera famiglia di Pierino Isoldi, 58
anni, fino a ieri uno dei più ricchi costruttori e immobiliaristi della
Romagna. La Guardia di Finanza di Forlì, che indaga sui tesori nascosti da
oltre 20 mila italiani a San Marino, ha scoperto che Isoldi aveva occultato
decine di milioni in quel paradiso fiscale. Dopo l’arresto e la condanna del
costruttore per vari reati, tra cui l’evasione, l’inchiesta ha ricostruito
anche il patrimonio dei suoi familiari, che non avevano mai avuto guai
giudiziari. La Finanza ha dimostrato che anche loro, come il capo-famiglia,
avevano ricchezze “sproporzionate” rispetto ai guadagni ufficiali: negli ultimi
15 anni, la moglie aveva dichiarato, in totale, 116 mila euro, il figlio 159
mila, la figlia 31 mila. Quindi il tribunale ha ordinato il sequestro di tutti
i beni di valore non giustificato: auto di lusso, ville, terreni e 56 fabbricati
tra Forlì, Cervia, Faenza e Cesena. Altri 34 immobili sono stati sequestrati a
una presunta prestanome di Isoldi: la collaboratrice che ai tempi d’oro gli
trasportava i soldi a San Marino. Addio Scudi Fiscali? La difesa aveva tentato
di fermare il sequestro utilizzando l’alibi dello scudo fiscale, che nel
2009-2010 consentì a Isoldi di legalizzare, in forma anonima, oltre 13 milioni
già allora depositati a San Marino. Il tribunale però, accogliendo la tesi
della Procura, ha stabilito che quel condono impedisce soltanto una condanna al
carcere, ma “non esclude l’applicazione di misure patrimoniali”: anzi,
“l’adesione allo scudo costituisce un evidente indizio di evasione”. Ora la
famiglia Isoldi potrà chiedere in appello e in cassazione di annullare il
sequestro, che altrimenti si trasformerà in confisca definitiva. Nell’attesa,
il patrimonio resta espropriato e affidato allo Stato. Nelle motivazioni, il
tribunale di Forlì precisa che la nuova arma legale deriva dalle norme inserite
tra il 2008 e il 2011 nel codice antimafia: oltre ai clan mafiosi, ora la
giustizia può colpire anche gli “evasori sistematici” e in generale “chiunque
viva abitualmente, anche in parte, dei proventi di attività delittuose” di
qualunque tipo.
Paolo Biondani – Tasse – L’Espresso – 17 Dicembre 2015 -
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