Ci aspetta un 2016 cioccolatoso, pieno di sciarpate, complottismi, tiki-taka,
penta stellati, italo fobie e cooking show. Non siamo impazziti, facciamo
anzi la conta delle parole inserite nella nuova edizione dello Zingarelli. Il
noto vocabolario della lingua italiana, infatti, ha aggiunto 500 voci, alcune
curiosissime, alle esistenti. Così che, se doveste chiedervi che tipo sia, un
tipo smart, o cosa rischia il vostro computer, quando prende un Trojan, possiate togliervi il dubbio,
andando dritti alla lettera S, o alla T. Inglesismi, espressioni calcistiche,
piccoli gesti cui si concede ora un’ufficialità linguistica. Un esempio? Il
verbo copia-incollare, scritto così. E se non stupisce l’inserimento del
termine jihadista, sorprende, invece,
che a 40 anni dall’uscita del film Amici
miei, di Mario Monicelli, la supercazzola
tanto cara a Ugo Tognazzi e compagnia bella venga inclusa nello Zingarelli con
la compita definizione di “parola o frase senza senso”, pronunciata con serietà
per sbalordire e confondere interlocutore. Claudio Marazzini, presidente
dell’Accademia della Crusca (che partecipa all’edizione digitale dello
Zingarelli 2016 con l’antico Vocabolario degli Accademici della Crusca), promuove l’operazione: “Gli
aggiornamenti sono preziosi, fotografano la nostra lingua e consentono allo
strumento vocabolario di sopravvivere alla rete. Al tempo, poi spetta il
compito di stabilire se una parola resiste o no. Lo sa, per esempio, che nel
’68 l’eskimo fu inserito nel dizionario perché era il cappotto che indossavamo
tutti? Ora è una parola quasi morta”. A Mario Cannella, invece, responsabile
degli aggiornamenti dello Zingarelli, spetta la difesa della supercazzola: “Non è una strizzata
d’occhio alla stampa, ma un’espressione che dagli anni Novanta a oggi ha avuto
una grande diffusione. I parametri, ci spiega, per monitorare un termine, e
valutarne l’inserimento, sono tre: “Frequenza, qualità e tempo. Certo, oggi è
più semplice: gli archivi dei giornali sono online, e google è uno strumento
utilissimo. Cerchi supercazzola, e
veda quanto è comune”. Cannella prosegue: “Alcune delle parole inserite sono in
realtà antichissime. Sfanalare ha quasi cento anni. Voleva dire spalancare gli
occhi. Oggi, invece, significa lampeggiare con gli abbaglianti”. Scopriamo che
talvolta le parole scadono, e vengono eliminate dal dizionario. Talvolta,
invece, hanno un successo clamoroso. “Selfie:
nata nel 2013 e inserita già nel 2014. E inciucio,
che Massimo D’Alema utilizzò a metà anni Novanta e che è poi diventata
popolarissima”.
Valentina Farinaccio – Il Venerdì di Repubblica – 11 Dicembre
2015 -
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