Etichette

venerdì 25 dicembre 2015

Lo Sapevate Che: Perchè ricordare è un nostro dovere...



Valeria Solesin, 28 anni, veneziana, laureata con lode in sociologia a Trento, emigrata a Parigi per mettere a frutto i suoi studi, assassinata il 13 novembre dai terroristi islamici nel teatro Bataclan. Una delle 130 vittime innocenti di quella notte di massacri. Unica italiana. (..) . Con lei intendiamo ricordare tutti coloro che hanno perso la vita per mano del terrorismo internazionale. Non lo dimenticheremo, questo 2015. Iniziato con una doppia strage jihadista, ancora Parigi, nella sede del settimanale “Charlie Hebdo” e in un negozio ebraico. Continuato con il terrore in Tunisia, su una spiaggia affollata e dentro un museo tra i più affascinanti del Mediterraneo, il Bardo. Secondo una gelida, e forse imprecisa, contabilità sono ben 47 gli italiani uccisi nel mondo nel corso di azioni terroristiche, dalle Torri Gemelle nel 2001 ad oggi. Ai familiari è negata la giustizia dei tribunali; chi, come, dove può rintracciare gli assassini e giudicarli? Pressoché impossibile. E’ un effetto collaterale di una guerra simmetrica, combattuta innanzitutto contro i civili. (..) proviamo a praticare almeno la giustizia della memoria; piccolo ma doveroso tributo a chi è stato sfiorato dalla storia e ne è stato travolto. (..). Vittime dimenticate, come racconta con rabbia e stanchezza Sonia Reddi, il cui compagno, Francesco Caldara, è tra le vittime del Bardo. La giustizia della memoria, perché il processo di rimozione collettiva è una sorta di autodifesa di fronte all’orrore incombente. Con il suo sorriso dolce e lo sguardo intenso Valeria Solesin è diventata l’icona di una generazione (..). Generazione Bataclan. Oltre la morte. Giovani tra i 20 e i 30 anni, cittadini d’Europa per passione e per necessità. Mossi dalla passione e dalla curiosità di contaminarsi con le culture delle grandi capitali. Spinti dalla necessità di sganciarsi dalla matrigna Italia per trovare occasioni di studio e di impiego altrimenti negate in patria. Quattro Giovani Su 10 preferirebbero vivere all’estero, convinti di avere maggiori opportunità per realizzarsi rispetto all’Italia. (..). La stessa percentuale, 40 per cento, non sa dare una risposta sul proprio futuro, mentre addirittura un 15 per cento teme di vivere in condizioni economico-sociali peggiori rispetto a quelle raggiunte dai propri genitori. Ce li stiamo perdendo questi ragazzi, con tutta la loro bellezza, intelligenza, ansia di vivere. Siamo Diventati, noi adulti, genitori e nonni, ladri di fiducia. Troppi gli esempi negativi. Quel che sta accadendo in queste settimane intorno al sistema bancario è un distillato di cattive pratiche in grado di avvelenare un Paese. E non sarà certo un voto di fiducia in Parlamento a ridare, nonostante il bisticcio delle parole, la fiducia di cui i cittadini, specie i più giovani, hanno maledettamente bisogno. Notabilato locale, politici pronti per ogni avventura, imprenditori con i soldi altrui hanno formato un ceto dominante certo della propria impunità. (..). Il corto circuito generazionale appare lacerante (..) sul silenzio degli intellettuali e il diritto di critica verso il nuovo potere. (..).
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it @vicinanzal – L’Espresso – 23 Dicembre 2015 -

Nessun commento:

Posta un commento