L’Europa Si Dissolve nelle urne francesi. Con il voto
democratico, ovvero lo strumento più sofisticato e popolare che la nazione dei
Lumi abbia regalato alla modernità. Il successo del duo Le Pen e nipote, è
suffragato da un vasto consenso elettorale, libero, legittimo,
incontrovertibile. Che viene da lontano, maturato ben prima dello choc
provocato dal massacro terrorista del 13 novembre. E’ il paradosso
rappresentato dalle elezioni regionali francesi. L’esercizio della democrazia
premia un partito razzista, xenofobo, nazionalista. Poco o nulla democratico.
(..). E’ il secondo paradosso di questa stagione politica: più l’Europa pesa
nelle vite dei cittadini europei, più cresce un sentimento di ripulsa verso
l’Unione. (..). Marine Le Pen racconta il suo successo come “la rivolta del
popolo contro le élite”. Può diventare il titolo di un manifesto del populismo
montante in tutto il Vecchio Continente. E’ la contrapposizione tra la massa
dell’uomo qualunque vessato e tartassato e la casta
politico.tecnocratica-intellettuale che ha modellato una struttura di Europa
sul valore della moneta anziché sui valori ideali dell’Occidente. Un
superpotere transazionale, politicamente irresponsabile, capace di
accapigliarsi per mesi sullo zero-virgola-qualcosa, ma imbelle nel gestire il
dramma dei migranti jihadista ora. Europa matrigna, odiosa, lontana.(..). Se Questo Sentimento si è radicato in Francia, paese fondatore del primo nucleo a se, ormai
più di mezzo secolo fa, il pericolo serpeggia in forme diverse in tutti i 28
paesi dell’attuale Ue, una comunità di 500 milioni di abitanti. Le famiglie
politiche europee, socialdemocratici e cristiano-popolari, sono culturalmente
impreparati e subiscono l’iniziativa dei partiti populisti. Otto anni di
incessante crisi economica hanno ridisegnato la fisionomia delle forze
politiche in campo un po’ dovunque, con l’eccezione della Germania. E si
spiega: la Grande Crisi ha fatto sempre emergere un’Europa tedesca, più che una
Germania europea. (..). Il tonfo della sinistra e del centrodestra francesi
sono l’epifenomeno di quel che cova anche altrove. Il Populismo, per sua natura, usa argomenti
facili, netti, senza dubbi di fronte alle incognite di un mondo sempre più
difficile da leggere e interpretare. Il popolo, per un partito come il Fn, ha
sempre ragione e lotta contro i privilegi di chi detiene il potere. Insieme
alle ideologie vanno in crisi gli schemi classici destra/sinistra, sostituiti
da una nuova contrapposizione sistema/antisistema. Solo apparentemente non
ideologica. A soffrirne è innanzitutto la cultura di sinistra prigioniera del
suo passato. E scopre smarrita che i ceti più popolari sono attratti dalle
parole d’ordine del populismo, non si sentono tutelati di fronte a una deriva oligarchica
della democrazia, vedono un peggioramento delle condizioni di vita causato dal
prolungarsi della recessione. Insomma le classi lavoratrici e il nuovo ceto
medio proletarizzato hanno finito per divorziare da una sinistra senza
identità. Destinata alla marginalità. Senza un blocco sociale di riferimento
(Gramsci) e senza forze morali per un programma di rinnovamento (Croce),
l’inverno europeo sarà lungo.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it
@vicinanzal – L’Espresso – 17 Dicembre 2015 -
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