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martedì 5 marzo 2013

Lo Sapevate Che: La Rabbia Debole...


L’Italia, in questo 2013, vive una stagione politica di fine epoca. Il vecchio sistema dei partiti è asserragliato in un fortino assediato dai forconi telematici del Movimento 5 Stelle, il partito che il comico Beppe Grillo ha fondato a partire dal web. C’è voluto del tempo perché il sistema dei mezzi di informazione prendesse sul serio il meccanismo innescato nel Paese reale dalle contumelie di Grillo. Proprio come quando, mentre negli anni Novanta declinava il Partito socialista satollo di corruzione e infine abbattuto dalle inchieste di Mani Pulite, comparve sulla scena un tiranno dall’aspetto qualunque di nome Umberto Bossi. Parlava un italiano sommario ed era circondato da energumeni coi copricapo con le corna che simulavano riti pagani e adoravano in ampolle le acque del Po. Dietro ai fumi e ai canti della scenografia da Asterix s’intravedeva un’idea: separarsi dal Sud parassite, tenere la ricchezza al Nord, padroni a casa propria. Ricordo molto bene gli articoli scritti allora dai cronisti inviati dai giornali a fare pezzi “di colore”. Un fenomeno di folklore, così lo descrivevano supponenti e infastiditi, nel migliore dei casi divertiti. Poi è scesa in campo un ricchissimo imprenditore di Segrate, erede illegittimo del socialismo craxiano, ha formato con Bossi un tandem al principio sommamente irriso e insieme hanno governato vent’anni: regolarmente eletti dalla maggioranza degli italiani, nello stupore degli intellettuali, hanno trasformato il Paese in ciò che è diventato. E’ da allora che dovremmo aver imparato che piuttosto che ridere dei copricapo con le corna è in generale meglio provare a capire cosa succede sotto i cappelli. Ascoltare, descrivere. Il Movimento 5 Stelle ha un consenso crescente nel Paese.Si propone, principalmente, di distruggere il sistema esistente descritto – in buona parte a ragione – come un sistema di caste chiuse e autoreferenziali. I politici, i medici, i professionisti universitari, i giornalisti. Intercetta un’esasperazione diffusa contro la quale non ha molto senso combattere come fosse un nemico: la realtà non è un nemico, è la realtà. L’idea di Grillo è: “intanto abbattiamo tutto, poi si vede”. Coloro che dicono che non ha un progetto possono anche aver  ragione, ma non conta. Conta che un’altissima percentuale di italiani sia così furiosa da voler intanto demolire, poi si vede. Non sono solo elettori di sinistra, anzi. C’è una parte di delusi dalla sinistra, sì, poi c’è chi non sarebbe altrimenti andato a votare e c’è molta destra trasformista e opportunista, orfana dell’uomo della Provvidenza. A Predappio, all’ultima celebrazione di una ricorrenza mussoliniana, il tipo col fez e gli stivaloni neri intervistato dai soliti cronisti in cerca di folklore ha risposto: voto Grillo. Non è affatto il solo, e non è solo folklore. Come i partiti delle ali estreme che hanno vinto le elezioni in Grecia, Syriza e Alba Dorata, anche Grillo vuole uscire dall’Europa. Petros Markaris dice in questo libro che in Grecia non esistono più partiti di destra e di sinistra in senso classico: esistono partiti europeisti e antieuropeisti. Quelli che vogliono provare ad andare avanti e quelli che vogliono tornare indietro. E’ un buono spunto su cui ragionare. C’è poi il tema del web, e della tv. Grillo è nemico della televisione, strumento dell’apparato corrotto e simulacro del potere da abbattere. E’ sulla tv che Berlusconi ha costruito la sua fortuna, politica e non. Ma è già il passato, quello. Ora c’è il web. Gli eletti del 5 Stelle non sono autorizzati ad andare in tv, pena anatema del leader. I giornali si accigliano e annoverano anche questo come folklore. Ma c’è qualcosa di interessante invece che varrebbe la pena di osservare. Il web può essere usato come un manganello, ciascuno lo sa. Ci può essere un uso dispotico del mezzo per eccellenza democratico. La rabbia, sul web, monta come una schiuma. E’ una rabbia debole, è vero. Ma al momento del voto può tradursi in consenso e determinare le sorti di un Paese. In fondo è un elettore su dieci che decide, oggi, chi governa. Poi quel 10 per cento decide per tutti. Davvero conviene prestare attenzione a cosa succede fuori dalla trincea della vecchia politica, perché se non è oggi sarà domani ma quel che di decisivo accade è lì che sta accadendo. E duole dirlo, è comprensibile: è difficile dirlo  ma la rabbia ha le sue ragioni.
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Concita De Gregorio – Io Vi Maledico

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