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Per anni coloro che avevano competenze e talenti sono stati allontanati dalla politica come pericolosi nemici. In una logica in cui la fedeltà prende il posto della lealtà, difatti, solo coloro che annuiscono senza criticare sono degni di essere ammessi alla corte del potere. Dove la selezione avviene per cooptazione, dove chi è scelto mai può essere migliore di chi sceglie – sempre deve essere più debole, peggiore dunque grato e devoto – non c’è posto per la capacità di fare.
Essa diventa al contrario una colpa e un difetto: la misura esatta dell’altrui incapacità. Di meni in meno si è arrivati al quasi niente. Il disprezzo per la politica – così diffuso e sarcastico in rete, così propizio ai movimenti di rivolta che nascono e crescono sul web – ha origine qui. Persino chi non la considera un’origine legittima dovrebbe trovarla comprensibile. Non esiste antipolitica senza cattiva politica.
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Concita De Gregorio – Io Vi Maledico
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