Evasione Fiscale E Tv:
Le Armi Di Berlusconi
Per Restare In Scena
Visto tre volte di fila in televisione. Non è difficile: basta accendere e aspettare un po’. Silvio Berlusconi sembra uscito da un film di Dario Argento. Con quella faccia asfaltata dal chirurgo plastico, i capelli stile fumetto, le promesse vecchie di vent’anni ripetute con ossessione.
Ma chi l’ha votato in tutti questi anni forse, anzi di sicuro, non prova la stessa pena. Un blocco sociale come quello che ha sostenuto per due decenni l’avventura disastrosa del berlusconismo non si dissolve in una sola stagione. A milioni d’italiani basta sapere che “Silvio c’è”, come dice la canzonetta, per andarlo a votare. Pur con qualche segno di confusione mentale, comprensibile dato lo stile di vita, Berlusconi riesce ancora a dirigersi come un rabdomante verso fonti di ampio e sicuro consenso. Tanto per cominciare, gli evasori fiscali, che in Italia sono milioni e milioni. Siamo un Paese dove ogni anno si combatte una guerra civile fra chi si ammazza per pagare allo Stato 300 miliardi di tasse, ricevendone in cambio pochissimo, e quanti s’ingegnano per evadere quasi 200 miliardi.
Per questa gente, Berlusconi è ancora un mito e un baluardo nella lotta al comunismo. Comunista, per una parte di ceto medio, è chiunque pretenda di far pagare le tasse a tutti. Quindi ora anche Mario Monti. Per quanto blandito dalla propaganda di Grillo, che ha avuto molte parole buone per giustificare l’evasione fiscale, questo pezzo d’Italia era rimasto senza rappresentanza politica fino al ritorno in campo del Cavaliere.
Quando Berlusconi rispolvera la vecchia promessa di una riforma fiscale che non ha mai fatto si rivolge agli evasori. Lancia un messaggio facile da comprendere a chi trema all’idea che un governo di centrosinistra possa in qualche anno ridurre la quota di economia in nero ai livelli del resto d’Europa e di conseguenza, magari, mettere davvero in pratica lo slogan “meno tasse per tutti”. Intesi come tutti quelli che già le pagano.
In aggiunta, la propaganda di Berlusconi è ancora capace di intercettare il rancore antieuropeo di una parte di nazione che identifica con l’euro l’origine del declino economico.
Tutto questo non basterà a rimandare Berlusconi a Palazzo Chigi, ma sarà sufficiente a garantirgli, la sera del 25 febbraio, una quota superiore alle previsioni in un Parlamento più ingovernabile di quelli attuale. Grazie anche alla schifosa legge elettorale e all’occupazione militare all’etere. La televisione è morta, dice Casaleggio, il guru dei 5 Stelle che oggi sono il secondo partito d’Italia, davanti al Pdl. Ma fra due mesi, di fronte ai risultati veri, ne riparleremo.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 4-01-13
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