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lunedì 28 gennaio 2013

Lo Sapevate Che: Che Cos'è Normale...


Scrive un’adolescente che crede negli ideali. Prendiamola sul serio.

Teoricamente tutti dovrebbero occuparsi e preoccuparsi dei diritti e doveri di ognuno. Assicurarsi che vengano rispettati i propri e quelli delle persone che ci circondano. Invece non è quasi mai così. Sono milioni le persone che cercano di aiutare gli altri, ma sono ancora di più quelle che non lo fanno. Forse non ci pensano, forse non gli interessa, forse hanno “problemi più grandi”, forse non hanno i mezzi per farlo, forse non sono al corrente di ciò che succede, forse di qua, forse di là. Non si accorgono però, che il problema più grande è l’indifferenza, l’ignoranza, la presunzione, la cattiveria.
Alcune di queste persone che non fanno niente, credono che non sia normale vedere due uomini baciarsi, pensano che la guerra vada bene, che gli stranieri debbano restare al proprio paese. Questa gente crede che non sia normale dare la cittadinanza a chi nasce qui. Per me non è normale vedere esseri umani che lottano ogni giorno per sopravvivenza, che ci siano esseri umani che non si possono sposare, che non possono andare a scuola, che non possono praticare la propria religione, che non possono esprimere la propria opinione.
Non è normale, che ci siano esseri umani torturati e schiavizzati e carcerati e uccisi per il loro credo, le loro etnie, il loro sesso, la loro condizione sociale. Non è normale che venga ancora eseguita la pena di morte, che gli esseri umani non possano sposarsi e adottare dei bambini se hanno un compagno dello stesso sesso. Non è normale, che tutto questo accada sotto gli occhi di chi potrebbe rivoluzionare le vite di queste persone. Perché in futuro sui libri di storia ci sarà scritto, che gli omosessuali vennero discriminati, e con loro i neri a distanza di anni dall’abolizione della schiavitù, gli immigrati, i bambini, le donne, i disabili, gli anziani, i musulmani, gli ebrei, i credenti di qualsiasi religione diversa.
Persone come Martin Luther King, Gandhi, Nelson Mandela ci hanno aperto gli occhi, ci hanno donato la chiave per la libertà. E noi questa chiave non l’abbiamo ancora fatta girare del tutto nella serratura. E io voglio farlo. Con centinaia, migliaia, milioni, miliardi di altre persone. Non sono sola, e non voglio esserlo. Si può sempre fare qualcosa, non abbiamo ostacoli. L’unico ostacolo è l’annullamento delle proprie idee. Non annulliamole. E non importa essere grandi o piccoli. Io ho quindici anni. A gennaio sono entrata a far parte di Amnesty International e poco fa di Do Something.org. Perché so quanti ragazzi stanno già smuovendo le acque, e quanti ancora ce ne saranno
Denise
Denny@live.it


C’è una tensione morale negli adolescenti di oggi che non si registrava negli adolescenti di ieri. Chi segue questa rubrica ricorderà senz’altro la lettera della ragazzina di 12 anni di nome Diletta che, con argomenti molto seri, si pronunciava contro il razzismo. Quella lettera suscitò moltissime reazioni, alcune di apprezzamento, ma molte altre dettate da paternalismo e sufficienza, il cui senso era: quando crescerai, cambierai idea.
La peggior cosa che gli adulti possono fare, oltre a tutte le cose elencate da Denise in questa lettera, e sono cose che producono vera indignazione, è svalutare la tensione morale degli adolescenti, qualificarla come utopia, o peggio come sogno da cui prima o poi ci si risveglierà. Questo atteggiamento è la vera essenza del nichilismo che tutti i benpensanti aborrono, ma di fatto concorrono a crearlo col messaggio “ non c’è niente da fare, le cose sono sempre andate così”: In questo modo si depotenzia il futuro dei giovani togliendo loro la tensione morale dei loro ideali.
Eppure la lettera di Denise elenca cose che gli adulti possono fare, perché i suoi ideali sono di “morale civile”, dove la politica, che è praticata dagli adulti, può intervenire con opportune leggi che consentano la libera espressione dell’affettività alle coppie di fatto e a quelle gay, un’adeguata istruzione a tutti anche a quanti non possono permetterselo, leggi che impediscano lo sfruttamento degli immigrati fino al limite della schiavitù, e tutte quelle discriminazioni di sesso, di religione, di etnia che, enunciati in linea di principio, sono di fatto smentite nella pratica quotidiana.
E tutto questo da noi, poi ci sono i problemi del resto del mondo, che Denise elenca, ma che, a quanto pare a noi non interessano, chiusi come siamo nelle pareti di casa nostra senza neppure una finestra che si apra sul mondo. Con adulti fatti così, pensate davvero di avere figli migliori? Anche se non ve lo dicono, già vi guardano con disprezzo in risposta al vostro sguardo di sufficienza.
Umberto Galimberti- Venerdì di Repubblica 12-01-13
Umberto Galimberti@repubblica.it




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