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lunedì 21 gennaio 2013

LO sapevate Che: Il Personaggio Del Ventennio....


I Nostri Giornali E Il Personaggio Del Ventennio

In questo angolino di Venerdì non si fa politica: si potrebbe dire, se l’affermazione non fosse un po’ presuntuosa, che gli eventi politici sono osservati  in una prospettiva culturale. Si notano le tendenze, non si fanno nomi. Ed è forse interessante, in questa prospettiva, prendere in esame i giudizi della stampa sul personaggio che per un ventennio ha dominato la scena. C’è stato dopo il suo trionfo elettorale un lungo periodo di esaltazione, nei giornali in apparenza neutrali si sono letti soltanto giudizi positivi, di critiche neanche l’ombra. In buona fede? Dovremmo pensare di sì. Anche il  protagonista si un altro ventennio, nella storia del Novecento, fu lodato e osannato, nessuno osava criticarlo: ma allora le lodi erano d’obbligo, non c’era alternativa. Nel nuovo ventennio, quello più vicino a noi, regnava invece la libertà di stampa: si poteva supporre, pertanto, che gli elogi fossero sinceri. C’era anche impazienza verso chi criticava.
L’articolista di un grande giornale (potrei citare nome e cognome), infastidito, scrisse addirittura che le critiche del personaggio erano forse dovute a invidia: lo si criticava perché era ricco.
Spiegazione geniale.
Poi il protagonista del ventennio ha perso il potere: i giudizi si sono capovolti. Gli stessi articolisti che prima lo lodavano hanno improvvisamente cambiato idea. Il personaggio aveva promesso riforme liberali? Ma neanche sapeva, poveretto, che cosa fosse il liberalismo: lui pensava solo ai fatti suoi. Un commentatore ha scritto addirittura (e potrei citare nome e cognome) che il personaggio non sapeva comunicare: proprio lui, definito in altri tempi il grande comunicatore! Ma perché non se ne sono accorti prima? Chi sa.
Ora si entra in un periodo di incertezza, il personaggio è mezzo dentro mezzo fuori. E’ consigliabile un po’ di prudenza. Per fortuna ci sono i giornali stranieri, che la loro opinione non la cambiano: si può citare quel che dicono, e intanto aspettare. Non si sa mai.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 11-1-13

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