Il Web Sanerà (O Alimenterà)
L’Ingiustizia Globale?
Dal cogito ergo sum al digito ergo sum.
In questo passaggio si riassume
La rivoluzione culturale, sociale, mentale che in soli vent’anni ha fatto del web la nuova fabbrica dell’essere. Una mutazione antropologica che, oltre a riscrivere le mappe e le procedure della conoscenza, sta trasformando profondamente le categorie dello spazio e del tempo, dell’identità individuale e dell’appartenenza collettiva. Che ormai sono definite più dai fini che dai confini, più dalle condivisioni che dalle divisioni. Almeno per quanto riguarda i cittadini della rete. E soprattutto per i nativi digitali, gli dèi bambini che regnano incontrastati sul cosmo 2.0.
Intorno a loro c’è il popolo dei migranti digitali, quelli nati a cavallo tra un mondo e l’altro, che per dirla con il grande Rainer M. Rilke, stanno faticosamente di casa in questa fantasmagoria di segni mutevoli. E’ una divisione che taglia in due le generazioni come il mondo. I dati sulla diffusione di internet parlano chiaro. Alla connessione totale e permanente dei Paesi ricchi fa riscontro la bassissima percentuale dell’Africa e di parte dell’Asia e del Sud America.
Sta accadendo qualcosa di analogo all’invenzione della scrittura, che fece fare all’umanità un balzo in avanti. Ma al prezzo di nuove ineguaglianze.
E’ questa la sfida del digitale. Riuscire a diventare l’intelligenza del futuro.
E non la nuova misura dell’ingiustizia planetaria.
Marino Niola – Venerdì di Repubblica – 24-8-12
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