Ci Sono Ovunque Buoni E cattivi.
In Italia Chi Prevale?
In qualsiasi gruppo sociale, grande o piccolo che sia, si osservano fra gli individui che lo compongono
Numerose differenze. Anche nelle famiglie, che sono i gruppi più piccoli e, in teoria, i più coesi, c’è il ragazzo ordinato e quello pasticcione, la ragazza volenterosa e quella fannullona, il virtuoso e la pecora nera. I ragazzi di una stessa famiglia crescono nello stesso ambiente, eppure sono diversi. Figurarsi nei grandi gruppi, nelle nazioni: le differenze fra gli individui sono profonde. Questione di dna? Non so rispondere.
Anche nelle nazioni progredite, dunque, ci si imbatte in individui scombinati, di cattive abitudini: cominciano un lavoro e non lo portano a compimento, sono inaffidabili. Viceversa, si scoprono individui puntuali e ammirevoli anche in comunità arretrate. Più i gruppi sociali sono di grande entità, più la varietà è notevole. Ebbene: se i buoni esemplari prevalgono, l’insieme funziona. Se prevalgono gli altri, tutto va a rotoli, niente si salva. Anche quelli che valgono sono travolti: altro non gli resta che andare in cima a un monte, e osservare (tristemente) quel che succede, in silenzio.
Mi sembra che in Italia prevalgono gli esemplari cattivi. E così accade che, qualsiasi cosa si faccia, non si cava un ragno dal buco. Ogni sistema elettorale, proporzionale o uninominale che sia, produce parlamenti di cui meno si parla meglio è. Le riforme, quando sono intraprese, si guastano cammin facendo, si interrompono a metà. Le prigioni sono sovraffollate, i processi durano una vita, magistrati e politici si insultano: lo si deplora di tanto in tanto, ma si lascia tutto com’è. Non importa dunque che i progetti siano buoni o cattivi: importa la qualità di chi li esegue. Eppure ci sono anche nel vasto gruppo sociale del mondo, i buoni esemplari. Non prevarranno mai?
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 07-9-12
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