Cercando L’Amore Sotto la Protezione
Di CoCo Chanel
Nel romanzo d’esordio, la blogger Daniela Farnese racconta di una trentenne che sopravvive alle tempeste sentimentali grazie al tubino, e ai fulminanti aforismi, di Medemoiselle”
La bellezza? “Serve alle donne per essere amate dagli uomini, la stupidità per amarli”. Parola di Coco Chanel. E così pensa, suo malgrado, anche Rebecca, protagonista di Via Chanel n° 5 (Newton Compton, pp. 380, euro 9,90). Primo romanzo di Daniela Farnese, già autrice del blog Malafemmena e della guida (ironica) 101 modi per far soffrire gli uomini: “Ho sentito parlare di Chanel quando ero molto piccola” dice “perché veniva a trovarci a casa un’amica di mia madre che indossava sempre il tubino nero inventato da Mademoiselle Coco.
Sono stata subito affascinata dal suo stile, così diverso da tutto quello che avevo visto fino a quel momento”.
L’idea di eleganza di Chanel, che negli anni Venti ha rivoluzionato la moda per le donne, liberandole dai bustini e cavalcando l’onda delle flappers con i capelli corti e i vestiti di jersey, si distingue ancora oggi. Per il motivo opposto. Come racconta Daniela Farnese: “Rebecca, con i suoi fili di perle e le scarpe di vernice bicolore è in controtendenza. E’ una ragazza dei giorni nostri, ma non indosserebbe mai i jeans a vita bassa o una maglietta volgare”. A parte questo, Via Chanel n° 5 non è un libro sulla moda, ma sull’amore. Rebecca, detta Coco, lavora a Venezia per un’agenzia di organizzazione di eventi (lo stesso lavoro che ha fatto per molti anni l’autrice del libro), ma quando incontra Niccolò, che vive a Milano e le sembra l’uomo perfetto, decide di chiedere il trasferimento nella stessa città,
Tutto sembra funzionare, tranne per il fatto che Niccolò ha deciso di lasciare Rebecca per una biondina.
Così la protagonista si trova con il cuore spezzato in una città che non conosce, si dispera per un po’, ma poi si rimbocca le maniche della giacchetta di tweed e va a caccia di nuove avventure.
“Volevo raccontare la storia di una trentenne di oggi”, spiega Farnese “una donna che, grazie alle lotte delle generazioni, è libera di realizzarsi nel lavoro, ma ha comunque dei problemi relazionali, fatica a trovare l’amore”. In effetti, quasi tutti gli uomini che Rebecca incontra sembrano non essere all’altezza della sua ironia, e le preferiscono ragazze meno complicate. E lei, come una Bridget Jones a Milano, quando ha davanti un uomo che le piace si imbarazza e inciampa nei tacchi che dovevano farla apparire sofisticata, “Non volevo farne, però, un personaggio buffo. Quando ho iniziato a -scrivere pensavo che sarebbe stata più simile a me invece, pagina dopo pagina, mi accorgevo che Rebecca aveva una sua identità. Vorrebbe assomigliare a Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, ma non ha un rapporto facile con il proprio corpo”. Ma chi, tra le donne, ha un rapporto facile con il proprio corpo? C’è un altro famoso aforisma attribuito a Coco Chanel che recita: “Non si è mai troppo magre, né troppo ricche”. Rebecca, per fortuna non la pensa proprio allo stesso modo. Le basta entrare nel suo tubino taglia 44, indossare due giri di perle e non smettere di cercare l’amore.
Valentina Della Seta – Venerdì di Repubblica – 31-8- 12
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