Tutto si sa, nulla si capisce e agli amici
Dico le bugie
Sono in Italia dal 2008 e, in questi anni gli americani mi hanno fatto spesso tre domande: perché il Papa fa tante gaffe? Amanda Knox è innocente? E perché Berlusconi è sempre al potere? A nessuna di queste domande era facile rispondere – soprattutto quella su Berlusconi – ma è sempre divertente provare. Oggi, con Mario Monti al potere, “sobrietà” è la nuova parola d’ordine e le domande sono molto più serie: perché l’economia italiana non cresce da vent’anni? L’Italia ce la farà? L’euro ce la farà? Ed è ancora più difficile rispondere.
La politica italiana è sempre stata complicatissima da capire per gli outsider e anche per tanti italiani. I governi di breve vita della prima Repubblica, le veline della seconda, era facile roteare gli occhi e leggerla come una farsa più che come una tragedia. Oggi, il conto è arrivato. Monti fa tutto il possibile per tenere l’Italia al centro dell’Europa.
E i politici? Dove sono esattamente i politici? Le cose sono arrivate all’apice della complessità barocca.
Abbiamo spaccature nel Pd, dubbi sul futuro del Pdl, il ritorno dei democristiani e l’ascesa dei grillini. I partiti non corrispondono più alla realtà della società.
Si rischia tutto, e tutto è in gioco, ma sembra che non succeda nulla.
Un mio predecessore ha osservato che nell’Unione Sovietica non si sapeva nulla ma si capiva tutto, mentre in Italia si sa tutto e non si capisce niente.ùLeggo i giornali e vedo che questo apre a quello, quell’altro apre a un altro, un altro ancora scende in campo ma forse no, questo sfida quell’altro (e son per la maggiorr parte “questi” e non “queste”).
E’ una trattativa continua, il suk del voto. A volte mi gira la testa. Basta. Dico ai colleghi, tante “aperture”, ma finché nessuno “chiude”, non scrivo.
E’ facile ridere, altrimenti viene voglia di piangere. Alcuni dei miei amici più seri e impegnati mi dicono che, per la prima volta nella loro vita, pensano veramente di non votare.
Mi dispiace molto sentire questo commento e sono sicura che dispiace molto anche a loro farlo.
“ cosa pensano gli americani di noi?” mi chiedono sempre gli italiani.
Spesso non ho cuore di rispondere che gli americani credono che l’Italia sia un ottimo posto dove andare in vacanza, punto e basta. Invece sorrido, dico che penso che
l’Italia sia piena di talenti e con grinta. E spero che lo stesso per gli Stati Uniti.
Al bar sotto casa l’altro giorno ho parlato con uno dei miei interlocutori preferiti, Opu, un cameriere del Bangladesh che parla italiano come Alberto Sordi.
( “Anch’io volevo fare il giornalista” mi ha detto una volta. “Ma ora sto qui, sto bene. Altrimenti che faccio? Mi metto a ruba’?”).
Per una volta, sono stata io a fargli una domanda: “Ma tu riesci a capire la politica italiana?” gli ho chiesto.
“Se mi impegno, sì, ma non è che mi ispira granché” ha risposto. “Basta sapere che chi fa politica lo fa solo per soldi”. Cinismo da vero romano.
Caro D’Azeglio, si vede che l’Italia non l’hanno ancora fatta, ma gli italiani sì.
Rachel Donadio – corrispondete da Roma per il New York Times (responsabile per l’Italia, Grecia e Vaticano-
Venerdì di Repubblica – 21-9-12
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