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mercoledì 12 settembre 2012

Lo Sapevate Che: Lo Zaino Antismog...


Veleni, Arriva lo Zaino antismog

Addio vecchie centraline di rilevamento. Un  congegno a energia solare da portare sulle spalle consentirà di misurare l’inquinamento. Mentre tablet e smartphone leggeranno i dati in tempo reale.

La città è inquinata? Gambe in spalla, si parte s verificare. Basta indossare uno zainetto e avventurarsi nel traffico metropolitano, inoltrarsi tra i veicoli e piazzette oppure raggiungere angoli periferici alla ricerca di un polmone verde. A settembre parte il reclutamento dntismogi volontari per testare il sensorBOX, un sofisticato congegno a energia solare che consente di misurare l’inquinamento atmosferico. Lo zaino, sviluppato dalla Csp-Innovazione nelle Ict, è dotato  di sensori che, mentre si cammina, rilevano i dati ambientali: temperatura dell’aria, umidità, concentrazione di anidride carbonica, di ozono o azoto. Uno smartpghone o un tablet collegato permette poi di visualizzare in tempo reale, tramite sistema Android, le informazioni raccolte.
Su Google  appaiono alcune infografiche in 3D con il tragitto che si sta effettuando e il picco di monossido di carbonio o di biossido di azoto rilevati nei diversi punti. E’ possibile inviare anche i dati soggettivi, ossia la quantità di inquinamento ambientale intuita dall’utente prima della rilevazione tecnica. L’esperimento nato nell’ambito del progetto “Everyyaware” (enhace Environmental Awareness through Social Information Technologies) e finanziato dall’Unione europea è stato condotto da un team composto, oltre che dall’Università di Roma La Sapienza, dalla Fondazione Isi, dal centro di ricerca tedesco L3s, e dallo University College di Londra. Il progetto è quello di utilizzare il cittadino per aumentarne la consapevolezza ambientale, attraverso l’uso delle tecnologie di informazione sociale.
“La misurazione dell’inquinamento atmosferico è sofisticata” spiega Vittorio Loreto, responsabile del progetto Everyaware di Fondazione Isi “di solito vengono utilizzati sensori specifici molto ingombranti.
La sfida è stata realizzare dispositivi portatili e a basso costo cercando di fornire un’alta qualità di rilevazione, la strumentazione è stata calibrata per ottenere livelli rappresentativi”.
Dunque, globetrotter metropolitani fatevi sotto. Con questo “navigatore” dell’aria non c’è più bisogno di dipendere dalle rilevazioni istituzionali delle centraline per conoscere i rischi che corriamo sulla nostra pelle. Un’informazione dal basso che sarà comunque utile alla comunità e alla ricerca. “L’obbiettivo” prosegue Loreto “è verificare se, man mano che il volontario procede con le misurazioni, la sua percezione della qualità dell’aria si avvicina a quella effettivamente esistente.
Inoltre, la presenza di una valutazione individuale consente di quantificare la differenza tra l’inquinamento percepito e quello realmente esistente”. Al termine della sperimentazione, sarà possibile mettere a punto una mappatura molto precisa dei dati ambientali ottenuti.
Livia Ermini – Venerdì di Repubblica – 31-8-12

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