E’ TORNATO Il Baratto.
Arcaico? No, Online
La crisi infuria e la gente torna al baratto.
E’ l’ultima tendenza di un’Europa stretta
Nella morsa dello spread. Si moltiplicano i siti come Dropis, dedicati allo scambio dei beni, servizi e lavoro. Ma anche i mercatini dove ci diamo convegno per liberarci di quel che abbiamo di troppo in cambio di quello che ci manca. Il televisore in più per un tagliaerba, un telefonino praticamente nuovo per una bici ben tenuta, vaporiera versus frullatore. A parte gli abiti usati, intramontabile caso di economia vintage che oggi conosce una nuova fortuna.
Cosa contro cosa. Beni contro prestazioni. Una fotocamera d’annata per un po’ di assistenza informativa o qualche lezione d’inglese. E’ la concretezza dello scambio che fa da antidoto contro l’astrazione spersonalizzante della finanza.
In fondo il do ut des è l’espressione carnale del mercato. Quella che misura il valore effettivo delle cose sulla coincidenza immediata della domanda e dell’offerta. E della controfferta. E’ un incontro di desideri e di corpi, di occhi che si guardano e di mani che si stringono.
Paradossalmente a rilanciare questa forma arcaica dell’economia è la rete. Che trasforma in realtà la metafora del villaggio globale. In tutto questo non c’è nulla di arcaico. O di anacronistico. Sono gli estremi della storia che si toccano, trasformando la comunità in community. E facendo del riciclaggio del superfluo un antidoto contro la bulimia consumistica. Una spending review del desiderio.
Marino Niola - Venerdì di Repubblica 17-8-12
Nessun commento:
Posta un commento