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giovedì 17 agosto 2017

Lo Sapevate Che: Un busto fu (forse) complice della morte di Kennedy...



L’immagine di energia e dinamismo che John Fitzgerald Kennedy proiettò in pubblico per tutto il corso del suo breve mandato presidenziale nascondeva un calvario privato di sofferenze e vulnerabilità: a ricostruirlo – e a sostenere l’ipotesi di un piccolo ruolo della schiena malandata di Jjk perfino nella sua morte – è uno studio pubblicato da due neurochirurghi sul Journal of Neurosurgery: Spine. Glenn Pait e Justin Dowdy, dell’University of Arkansas for Medical Scoences, hanno ricostruito la storia medica del presidente americano consultando documenti sia pubblici che riservati, come le sue cartelle cliniche. Hanno così trovato le vere cause dei forti dolori alla schiena, ormai piuttosto noti, di Jfk e sfatato qualche mito. “Non è vero che Kennedy nacque con un’anomalia alla spina dorsale – un giunto lombosacrale instabile, come gli diagnosticò erroneamente lo specialista Gilbert Haggart nel 1940 – né che soffrì fi una frattura vertebrale da compressione, come sostiene Robert Dallek nella sua biografia bestseller” dice Dowdy. “I suoi problemi alla schiena iniziarono nel 1937, quando, studente a Harward, si infortunò giovando a football americano. Un piccolo danno strutturale alla colonna, che però non venne curato e si aggravò nel 1943, quando i giapponesi vicino alle isole Salomone affondarono la nave su cui Kennedy prestava servizio militare, e lui fece uno sforzo estenuante trascinando a nuoto per cinque ore un commilitone ferito”. Così, nel 1944, Kennedy subì la prima operazione al disco tra la quarta e la quinta vertebra lombare. “Nel decennio successivo si dedicò senza sosta alla carriera politica, ma già allora, spenti riflettori e e finiti i comizi ì, si trasformava in un uomo sofferente, che usava le stampelle e un busto” commenta Dowdy. “Il tormento divenne insopportabile nel ’54 e Kennedy, ormai senatore, decise di farsi operare per impiantare un supporto di metallo che stabilizzasse le vertebre lombari” spiega Dowdy. “Ma fu una decisione infausta: l’incisione causò un’infezione batterica prolungata, che lo obbligò nel ’55, a rimuovere il supporto”. Solo nel 1961, diventato presidente degli Stati Uniti, Kennedy ebbe qualche sollievo. “Il fisiatra Hans Kraus gli prescrisse un regime di esercizi per rafforzare la schiena: nuoto quotidiano, pesi tre volte alla settimana e massaggi. Il miglioramento, in pochi mesi, fu impressionante”. Secondo Kraus, per impedire che la schiena si indebolisse di nuovo, Jfk avrebbe dovuto rinunciare al busto. “Ma Kennedy continuò ad indossarlo per sostenersi quando era in pubblico” sottolinea Dowdy. “Anche alla partita di Dallas del 22 novembre 1963”. Che ruolo ebbe il busto nella sua morte? “È possibile che gli abbia impedito di accasciarsi in avanti dopo il primo colpo, quello alla gola. Nei filmati si vede il governatore del Texas, John Connally, anch’esso colpito da Lee Harvey Oswald, piegarsi in avanti. Invece Kennedy ha come un rimbalzo all’indietro, e rimane dritto. Ancora nella linea di fuoco di Oswald per ricevere il secondo, fatale, colpo alla testa”.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 11 agosto 2017 -

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