Etichette

domenica 6 agosto 2017

Lo Sapevate Che: "La filosofia non serve a niente perchè non è un serva"...



La Psicoanalisi Non segna la fine della filosofia, con il tramonto delle metafisiche, per diventare un “Conosci te stesso” da cui era partita la filosofia greca? Non assume, dunque, lo sesso compito della psicoanalisi, un compito di natura “pratico” per capire cosa fare per cambiare il mondo e se stessi?    Giovanni Lamagna   lamagnagio@tiscali.it
Il Giorno In Cui la filosofia dovesse morire, gli uomini sarebbero ridotte a macchine (comprese le macchine intelligenti che funzionano a partire dal modo in cui sono state impostate. La filosofia infatti non è’ un sapere (per questo Socrate riteneva che la sua condizione fosse caratterizzata dalla dotta ignoranza). La filosofia è un atteggiamento che sottopone a critica le opinioni supinamente diffuse, quelle che sono accolte a partire dall’autorità che le ha enunciate, quelle che non si fstivoondano su argomentazioni o si basano su procedure discorsive che fanno acqua da tutte le parti, quelle a cui ci si adatta perché così va il mondo, e via discorrendo. Non identifichi quindi la filosofia con la metafisica, che è portatrice di una visione del mondo che non ritiene esaustivo e soddisfacente il senso che si reperisce in questo mondo. La visione metafisica del mondo è tutt’altro che morta, ma anche se lo fosse, la sua morte non decreterebbe la morte della filosofia. La psicanalisi ha un corredo concettuale a forte impronta filosofica. Freud era un grande lettore di Platone e di Schopenhauer, così come Jung lo era di Kant e di Nietzsche. Ma anche la psichiatria dell’Ottocento, con Griesinger e Wernicke, ha costruito la sua nosologia a partire dalla caratteriologia descritta da Kant nella sua Antropologia culturale. Nel Novecento accanto al metodo esplicativo, rivolto non alla malattia ma a chi soffriva, per merito di uno psichiatra e filosofo, Karl Jaspers, da cui prese avvio quella psichiatria fenomenologica (..). Oggi assistiamo a un crescente interesse per le neuroscienze, debitrici a loro volta dell’impostazione cartesiana che ha ridotto il corpo a res extensa, quindi a puro organismo, dove rintracciare la genesi delle malattie e i rimedi farmacologici. (..). La fine da lei paventata della filosofia (che dal mio punto di vista equivarrebbe semplicemente alla fine della pratica del pensiero) è da imputare in parte al fatto che, ad eccezione dell’Italia, la filosofia è stata abolita falle scuole superiori in tutti i Paesi europei, perché la mentalità utilitaristica che si va diffondendo (l’utilitarismo stesso è una scuola filosofica, anche se gli attuali interpreti non lo sanno) ha stabilito che la filosofia non è di alcuna immediata utilità. (..) Noi occidentali ancora oggi pensiamo e parliamo come Platone e Aristotele ci hanno insegnato a pensare e a parlare, secondo il principio di non contraddizione e il principio di causalità. Sappiamo cos’è la politica e la democrazia, perché Platone ce le ha descritte in contrapposizione alla tirannide. Con Eschilo conosciamo il diritto come superamento della vendetta. Cartesio ha ideato il metodo matematico che ha inaugurato la scienza moderna e, riducendo anche se impropriamente il corpo a organismo, ha consentito la nascita della medicina su base scientifica. Kant ha indicato i limiti della ragione e una morale che si fonda sulla pura ragione senza interferenze religiose. Hegel, tra le molte cose, ci ha insegnato l’eterogenesi dei fini, quando un “mezzo”, come oggi il denaro o la tecnica, diventa a sua volta un “fine”, perché assurge a condizione universale per realizzare qualsiasi scopo. Nietzsche infine ha annunciato la morte di Dio, da cui prende le mosse l’età del nichilismo che tuttora, anche se a nostra insaputa, continuiamo ad abitare. Infine, come “pratica filosofica”, la filosofia, consente di rivisitare le nostre idee comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, e perciò causa di sofferenza, perché, per mancanza di discernimento critico, non sono più idonee a capire il modo in cui viviamo e i suoi rapidi cambiamenti.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di La Repubblica – 29 luglio 2017 -

Nessun commento:

Posta un commento