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venerdì 18 agosto 2017

Lo Sapevate Che: Cleptomane occasionale: alzi la mano chi non lo è...



È Pessima Educazione fissare lo sguardo sulle parti più sensibili del corpo di una donna, ma non riuscivo a staccare gli occhi dal seno di una signora in lenta fila, davanti a me, alla cassa del celebre supermercato. Con l’avveno della chirurgia plastica tutto è possibile, ma il petto di quella non giovane signora pareva eccedere anche i confini dell’intervento più ambizioso. Due palloncini perfettamente rotondi e prepotenti gonfiavano il tessuto della camicetta imponendole una postura rigida da soldatina di piombo, come avesse timore di fare rotolare il seno a terra. Cosa che puntualmente avvenne quando la cassiera si chinò per raccogliere e dalla camicetta rotolò fuori uno dei due pompelmi che aveva cercato di rubare. Era soltanto uno dei milioni di clienti che non resistono alla tentazione di arrotondare la spesa rubacchiando prodotti o merci, per un bottino annuo di 44 miliardi di dollari ai danni dei commercianti e a spese di chi paga prezzi più alti per ripianare le perdite. Il tutto nei grandi shopping center trascende largamente il confine della necessità. Di quei 44 miliardi, una cifra da supermanovra finanziaria per un governo come quello italiano, neppure 100 milioni sono ascrivibili a persone che rubano generi alimentari di prima necessità. Sono casi che per la maggior parte i direttori notano facilmente i perdonano, infliggendo soltanto severe ramanzine. Il grosso del bottino è opera di professionisti. Squadre organizzate di topi di drugstore o supermercati battono i camminamenti delle merci con borse di marchi famosi, ma internamente foderate di alluminio che blocca il segnale d’allarme all’uscita. Milioni in medicinali da banco, formule e prodotti di bellezza spariscono dagli scaffali e riaffiorano in rete, nelle offerte online e nei mercatini, a un prezzo ben inferiore. Ma sono i dipendenti infedeli i sorci che mangiano più formaggio. La metà di tutti i furti è opera di commessi e cassieri che conoscono i dispositivi di sicurezza, sanno dove sono le telecamere, hanno individuato i punti dove l’occhietto elettronico non vede. Il cassiere complice è spesso il cardine dei quotidiani furtarelli, dicono da Walmart, la più grande rete di superstore Usa con q,4 milioni di dipendenti (mal pagati). Il trucco è semplice: al momento di passare la mercanzia dell’amico o dell’amica sopra il lettore del codice a barre, il cassiere vola alto e muove il prodotto in modo che lo scanner non possa leggere. L’oggetto apparirà così registrato agli occhi di un osservatore occasionale, ma non sarò messo in conto. Di nuovo, non è la necessità che fa il commesso (o il cameriere, nei ristoranti dove il furto di alimentari è una piaga) ladro. Sono la noia, l’occasione, a volte la vendetta contro un datore di lavoro considerato taccagno, come se la merce rubata fosse un’integrazione non autorizzata dallo stipendio. I più rozzi si fregano un paio di mutande, una maglietta, un jeans, u frullatore. I più audaci, come un cassiere del Texas scoperto anni or sono, arrotondano i prezzi di pochi centesimi, aumentando di pochissimo il costo indicato sulla carta di credito e intascando la differenza, che raggiunge milioni. Nessuno di noi, ne siamo sinceri, è mai stato immune dalla tentazione. E non ne sono stato immune io, quando, nella necessità di comprare un solo chiodino per appendere un ritratto, di fronte alla cesta dei chiodini da comperare a sacchetti e a peso, me ne cacciai uno in tasca e uscii senza pagare. Negli anni, quel chiodino è diventato una trave da una tonnellata e sono pronto a espiare: il ferramenta di Washington, ancora in attività, si chiama Strohsneider, che è anche un nome severamente germanico, ed io sono pronto a confessare. Mani in alto, non sparate.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 12 Agosto 2017 -

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