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giovedì 31 agosto 2017

Lo Sapevate Che: La Strage di Barcellona? Colpa di Nelson Mandela...



“Nessuno nasce odiando un’altra persona per il colore della sua pelle, per il suo passato o la sua religione” scrive Barack Obama su Twitter a commento dei fatti di Charkottesville (città della Virginia dove, a margine di un’orgogliosa manifestazione di nazisti, uno di questi ha investito in macchina alcuni contestatori uccidendo una ragazza). Alla forza della frase, che è una citazione di Nelson Mandela, dà ulteriore sostegno una foto di Obama sorridente alle prese con tre bambini. Icona del passato remoto più icona del passato prossimo bastano per dare forma e sostanza al tweet più cuorato di sempre della storia del social network più usato da Trump. Oggi, davanti al disfacimento dei tempi, e in assenza di icone (o idee) del presente in grado di invertire la rotta, si reagisce soprattutto così (ed è comunque qualcosa). Anche se probabilmente gran parte di coloro che hanno messo il cuore alla frase di Obama non sa nemmeno chi sia stato Mandela (un po' come quelli che pensano che Bella Ciao sia una canzone del Modena City Ramblers, ci si aggrappa a quel record di cuori per sentirsi meno soli. Pochi giorni dopo il fondamentalismo islamico farà strage nel centro di Barcellona (con un furgone contro la folla), e chi già si sentiva in guerra si affretterà a ribadire l’esigenza di lustrare le armi anziché usare “gessetti colorati” (il simbolo della resistenza pacifica, ritenuta inutile, dannosa, buonista e ipocrita dai più facinorosi leader di destra), senza capire che sono proprio quei gessetti colorati, qualora ne fossero rimasti in giro, a marcare una minima differenza tra chi uccide e chi ragiona, tra chi odia e chi dialoga. Trovare appigli, mentre basi e regole di convivenza del mondo “occidentale” o comunque “civilizzato” (quello che lo renderebbero “migliore” degli altri) crollano giorno dopo giorno, è sempre più complicato. Del resto, se il presidente degli Stati Uniti d’America avalla il razzismo omicida al punto da far esultare i nazisti che lo hanno eletto, ogni tentativo di affermare l’ovvio in difesa dei normali diritti dell’uomo, ovunque questi siano lesi o messi in discussione, sembra vano. Chi una colta indossava il cappuccio, oggi gira a volto scoperto. Il dominio dell’intolleranza e dell’indifferenza rotola implacabile a ogni latitudine legittima a osare l’inosabile, genera emulazione o afasia anche tra chi dovrebbe provare a opporsi. Diventare più cattivi, anziché più intelligenti di chi distrugge, è la linea. Non servirà purtroppo una frase di Nelson Mandela, che in prigione ha passato 27 anni della sua vita a lottare contro l’apartheid, a sensibilizzare il governo italiano alle sorti di chi, respinto, è destinato a marcire tra umiliazioni e sofferenze nelle carceri libiche. Nelson Mandela, con molta probabilità, oggi sarebbe ritenuto corresponsabile della strage di Barcellona.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di La Repubblica – 25 agosto 2017 -

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