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lunedì 14 agosto 2017

Lo Sapevate Che: Se il brodino di mamma ferma il Presidente...



La Mano Fresca della mamma sulla fronte arroventata dalla febbre, la spremuta d’arancia, la tazza tiepida di brodino di pollo, erano tutta la forma di assicurazione sanitaria che noi bambini di altre generazioni avevamo. Non c’era malattia che quella mano ferma e insistente non potesse guarire o almeno lenire, non c’era diagnosi più certa del suo permesso di alzarsi finalmente dal letto dopo la caduta della febbre e, trascorso un ragionevole periodo di convalescenza, di uscire. La mamma, dunque la donna, era il sole attorno al quale ruotava tutto il sistema planetario della salute familiare. Il tempo, l’evolversi della medicina, la sofisticazione delle tecniche diagnostiche e dei protocolli di cura avrebbero sicuramente spazzato va quella elementare, affettuosa responsabilità femminile. E invece no. Nessun progresso tecnologico ha sottratto alle femmine della nostra specie il ruolo di sciamane, di sacerdote della salute. Da loro dipende l’ottanta per cento di tutte le decisioni in materia di salute prese negli Stati Uniti, e sospetto che la stessa schiacciante percentuale sia altrettanto vera, se non addirittura inferiore, a quella che si registra in altre nazioni. Le compagnie di assicurazione, che tengono accurate tabelle statistiche di polizze e rimborsi, come gli ospedali, sanno che le donne controllano te quarti dei 3,200 miliardi di dollari spesi ogni anno per la salute: più del Pil italiano. Vedono che le sale d’attesa degli studi medici, come degli ospedali, sono sempre più affollate di femmine che di maschi, di donne che li frequentano per sé, per i figli, per i loro vecchi, per i loro spesso recalcitranti e tremebondi compagni. La familiarità con il mondo della medicina è una costante a vita per le donne, dai primi problemi della pubertà a quelli della maternità, dei figli, della menopausa, della vecchiaia, propria o altrui. Come costante è a crescita delle donne medico, ormai quattro su dieci negli Stati americani più urbanizzati come New York o la California, e totale il dominio delle infermiere, il 90 per cento del personale. E se una paziente sarà insoddisfatta del trattamento ricevuto, allora tutto l’universo che ruota attorno a lei diserterà quell’istituto o quel medico. È una realtà che spiega il fallimento del nuovo governo Trump e del Parlamento americano nel tentativo di ribaltare il carretto dell’assicurazione medica ereditato dal predecessore, Obama. Al momento di scrivere una nuova legge, buona o cattiva che fosse, il partito Repubblicano che ha la maggioranza dei seggi si è affidato a una commissione di senatori formata da tredici cosiddetti esperti. Tutti maschi. Un record storico. Nessuna donna, nessuna senatrice – pur essendo ventuno su cento – era stata ammessa in questo cenacolo di maschi, ai quali era stato chiesto di rivoluzionare un mondo della medicina che le donne controllano. Sono bastate tre senatrici Repubblicane, dunque dello stesso partito di Donald Trump, Shelley Capito della West Virginia, Susan Collins del Maine e Lisa Murkowsky dell’Alaska, per bloccare i piani dei colleghi maschi. No women, no law”, ha detto Lisa dell’Alaska riecheggiando un famoso verso del reggae di Bob Marley: niente donne, niente legge. È stata la piccola rivincita di quell’universo femminile americano sconfitto con Hillary Clinton, per la quale le tre senatrici ribelli non hanno alcuna simpatia, ma soltanto pratica solidarietà di donne con problemi di donne davanti alla salute e alla medicina. E una bella lezione per il maschilismo della presidenza americana. La mano fredda della mamma si è posata sulla fronte febbricitante del Presidente e ha sentenziato che no, ancora non stai bene, Donaldino. Devi restare a letto. E senza brodino.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica -5 Agosto 2017 -

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