04/04/2021 È la festa più importante per i cristiani e significa etimologicamente "passaggio". La data è mobile perché dipende dal plenilunio di primavera mentre l’origine è legata al mondo ebraico, in particolare alla festa di Pesach, durante la quale si celebrava il passaggio di Israele, attraverso il mar Rosso, dalla schiavitù d’Egitto alla libertà
La
Pasqua è il culmine del Triduo pasquale, centro e cuore di tutto l’anno
liturgico. È la festa più solenne della religione cristiana che prosegue con
l’Ottava di Pasqua e con il tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni,
inglobando la festività dell’Ascensione, fino alla solennità della Pentecoste.
COSA SIGNIFICA LA PAROLA “PASQUA”?
Deriva
dal greco: pascha, a sua volta dall'aramaico pasah e
significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli Ebrei
ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla
liberazione. Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di
Gesù Cristo.
Preparazione del pane azzimo
QUALI SONO LE
ORIGINI DI QUESTA FESTA?
Presso
gli ebrei la Pasqua (Pesach)
era in origine legata all'attività agricola ed era la festa della raccolta dei
primissimi frutti della campagna, a cominciare dal frumento. Altre feste, solo
per ricordarle, erano la Festa
delle Settimane, che celebrava la raccolta del grano ai
primi di giugno, e la Festa dei Tabernacoli, cioè della vendemmia, a settembre.
In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli
ebrei dalla schiavitù, significato che si aggiunse all’altro, come ricordo
della fuga dall’Egitto e del fatto che con il sangue degli agnelli si fossero
dipinti gli stipiti delle porte affinché l’angelo sterminatore, come dice la
Bibbia, passando da quelle case, risparmiasse i primogeniti.
Ancora oggi, la cena pasquale presso gli Ebrei si svolge secondo un preciso
ordine detto Seder. Ci si nutre di cibi amari per ricordare l’amarezza
della schiavitù egiziana e la stupore della libertà ritrovata.
Per celebrare la Pasqua gli israeliti al tempo di Gesù ogni anno si recavano a
Gerusalemme. Anch’egli vi si recava. La sua morte avvenne, infatti, in
occasione della pasqua ebraica. Egli per i cristiani è l’agnello pasquale che
risparmia dalla morte, il pane nuovo che rende nuovi (cfr 1Cor 5,7-8)
PERCHÉ SI MANGIA L’AGNELLO?
La
tradizione di consumare l'agnello per Pasqua deriva dalla Pesach,
la Pasqua ebraica. Infatti l'agnello fa parte dell'origine di questa
festività. In particolare si fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo di
Israele che lui lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo "In
questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito
egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame". Ordinando, così, al
popolo d'Israele di marcare le loro porte con del sangue d'agnello in modo che
lui fosse in grado riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no. Inoltre in
passato esisteva un comandamento riguardo la Pasqua ebraica che diceva di fare
l'offerta dell'agnello il giorno 14 del mese ebraico di Nisan e di consumare
quella stessa notte il sacrificio di Pesach.
Con il Cristianeismo, il simbolo dell'agnello immolato per la salvezza di tutti
diventa Cristo stesso e il suo sacrificio ha valore di redenzione.
PERCHÉ LA DATA DELLA PASQUA È MOBILE?
Perché
è legata al plenilunio di primavera. La datazione della Pasqua, nel mondo
cristiano fu motivo di gravi controversie fra le Chiese d’Oriente e
d’Occidente, la prima era composta da ebrei convertiti e la celebrava subito
dopo la Pasqua ebraica e cioè nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo
mese dell’anno ebraico; quindi sempre in giorni diversi della settimana. Solo
con il Concilio di Nicea del 325, si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno
in tutta la cristianità e cioè adottando il rito Occidentale, fissandola nella
domenica che seguiva il plenilunio di primavera. Oggi la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25
aprile denominandola così Pasqua bassa o alta,
secondo il periodo in cui capita.
Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa
collegate, come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione, la Pentecoste.
La Chiesa contempla per i cattolici l’obbligo del Precetto Pasquale, cioè
confessarsi e ricevere l’Eucaristia almeno una volta nel periodo pasquale.
COSA DICONO I VANGELI? DALLA SEPOLTURA “PROVVISORIA” ALLA RISURREZIONE DI
GESÙ
Dopo
la morte in Croce, la sepoltura di Gesù fu una operazione provvisoria, in
quando essendo ormai un’ora serale e si approssimava con il tramonto il Sabato
ebraico, in cui è noto era proibita qualsiasi
attività, il corpo di Gesù fu avvolto in un
lenzuolo candido e deposto nel sepolcro nuovo scavato nella roccia,
appartenente a Giuseppe d’Arimatea, membro del Sinedrio, ma ormai seguace di Gesù. Le
operazioni necessarie per questo tipo di sepoltura, che non era l’inumazione
nel terreno, e cioè il cospargere il corpo con profumi ed unguenti conservativi
e l’avvolgimento dello stesso corpo con fasce o bende (ne abbiamo l’esempio nel
racconto di Lazzaro risuscitato dallo stesso Gesù); queste operazioni,
dicevamo, furono rimandate a dopo il Sabato dalle pie donne, le quali dopo aver
preparato gli aromi e visto dove era stato deposto il corpo di Gesù, alla fine
si allontanarono.
Dopo la Parasceve (vigilia del Sabato) quindi appena dopo sepolto
Gesù, i sacerdoti ed i Farisei si recarono da Pilato dicendogli che si erano
ricordati «che quell’impostore quando era ancora in vita, disse: Dopo tre
giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo
giorno, perché non vengano i discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È
risorto dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
E Pilato, secondo il solo Vangelo di Matteo, autorizzò il sigillo del sepolcro
e dispose alcune guardie per controllarlo.
Trascorso il Sabato, in cui tutti osservarono il riposo, Maria di Magdala, Maria di Cleofa e Salome, completarono la preparazione dei profumi e si recarono
al sepolcro di buon’ora per completare le unzioni del corpo e la fasciatura;
lungo la strada dicevano tra loro, chi poteva aiutarle a spostare la pesante
pietra circolare, che chiudeva la bassa apertura del sepolcro, che era composto
da due ambienti scavati nella roccia, consistenti in un piccolo atrio e nella
cella sepolcrale; quest’ultima contenente una specie di rialzo in pietra, su
cui veniva deposto il cadavere. Quando arrivarono, secondo i Vangeli, vi fu un
terremoto, un angelo sfolgorante scese dal cielo, si accostò al sepolcro fece
rotolare la pietra e si pose a sedere su di essa; le guardie prese da grande
spavento caddero svenute. Ma l’Angelo si rivolse alle donne sgomente, dicendo
loro: «Non abbiate paura, voi! So che cercate
Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in
Galilea; là lo vedrete». Proseguendo con il
racconto del Vangelo di Matteo, le donne si allontanarono di corsa per dare
l’annunzio ai discepoli.
Va ricordato che la Risurrezione di Gesù viene annunciata da alcune donne, che
secondo l’antico Diritto ebraico, erano inabilitate a testimoniare, quindi con
questo evento che le vede messaggere e testimoni, viene anche ad inserirsi un
evento storico nella socialità ebraica. Quando le donne raggiunsero gli
apostoli e riferirono l’accaduto, essi corsero verso il sepolcro, ma Pietro e
Giovanni corsero avanti, al sepolcro arrivò per primo Giovanni più giovane e
veloce, ma sulla soglia si fermò dopo aver visto il lenzuolo (Sindone) a terra,
Pietro sopraggiunto, entrò per primo e constatò che il lenzuolo era per terra,
mentre il sudario, usato per poggiarlo sul capo dei defunti, era ripiegato in
un angolo, poi entrò anche Giovanni e ambedue capirono e credettero a quanto lo
stesso Gesù, aveva detto in precedenza riguardo la sua Risurrezione.
Papa Francesco celebra la Veglia pasquale a San Pietro
COME SI COMPONE LA LITURGIA DELLA VEGLIA PASQUALE?
Per
Sant’Agostino quella pasquale è “la madre di tutte le veglie sante, durante la
quale il mondo intero è rimasto sveglio”. Nel corso di questa notte, la Chiesa
celebra la Resurrezione di Cristo, battezzando nuovi cristiani e domandando a
coloro che già lo sono, di rinnovare tutti insieme gli impegni del loro
Battesimo.
La Veglia pasquale è una celebrazione complessa ed unitaria, che si svolge in
quattro momenti successivi:
1) Liturgia della Luce che inizia con la benedizione del fuoco, la
preparazione e accensione del cero quale “luce di Cristo”, e la processione con
cui è introdotto nella chiesa buia, che è quindi illuminata dai ceri dei fedeli
accesi al cero pasquale. Segue il solenne annunzio pasquale, detto anche dalla
parola iniziale latina Exultet; 2)
Liturgia della Parola con nove letture, sette tratte
dall’Antico testamento e le ultime due dal Nuovo; 3) Liturgia Battesimale; 4)
Liturgia Eucaristica. Il rito si svolge nella notte, simbolo
dell’umanità che senza Cristo è immersa nelle tenebre dell’ignoranza e
dell’errore, del peccato e della morte.
COS'È LA BENEDIZIONE PASQUALE URBI ET ORBI?
Urbi
et Orbi è un’espressione latina che significa "Alla città (di Roma) e al mondo". La benedizione Urbi et Orbi è la prima benedizione
fatta da un Papa subito dopo l’elezione al soglio pontificio dalla Loggia
centrale della Basilica vaticana. Viene inoltre diffusa dal Pontefice nei
giorni di Natale e Pasqua alla folla riunita in piazza San Pietro e in
occasioni particolari. La benedizione, solitamente accompagnata da un
messaggio, comporta l'assoluzione di tutti i peccati temporali per tutti i
presenti in Piazza San Pietro e per coloro che la ricevono per tramite dei vari
mezzi di comunicazione.
PERCHÉ SI MANGIANO LE UOVA?
La
tradizione di decorare uova risale già ai primi cristiani che pitturavano le
uova di rosso, per ricordare il sangue di Cristo, e le decoravano con croci o
altri simboli (una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e
cristiano-orientali). La simbologia dell’uovo è evidente: dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva
associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua. In realtà, le uova decorate secondo questa
simbologia sarebbero andate bene anche per il Natale, in occasione della
nascita di Cristo, ma secondo alcuni studi la tradizione delle uova pasquali
venne rafforzata da un’usanza tipicamente pasquale: la Quaresima,
il periodo di quaranta giorni prima della Pasqua nel quale i credenti sono
tenuti al digiuno e all’astinenza. In questo periodo è vietato mangiare carne.
In passato, e tuttora nelle chiese cristiane orientali, era vietato mangiare
anche le uova. Era difficile però costringere le galline a non depositare uova
in quel periodo, così i primi cristiani si trovavano con un surplus di uova che
non potevano mangiare.
Dalla necessità di farci qualcosa sarebbe nata la tradizione di bollirle fino a
farle diventare dure come sassi e poi dipingerle con colori sacri e simbolici.
https://www.famigliacristiana.it/articolo/pasqua-lo-sapevi-che.aspx
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