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sabato 24 aprile 2021

Lo Sapevate Che: 24 aprile 1821: Manzoni inizia la stesura di Fermo e Lucia

  

Pietra miliare della letteratura italiana

 

Fermo e Lucia

È la prima stesura del romanzo, successivamente rielaborato e pubblicato col titolo di Promessi sposi, cui Manzoni iniziò a lavorare nel periodo 1821-23: si tratta di un abbozzo con parti mancanti e incongruenze (vi sono anche annotazioni di lavoro dell'autore) che non fu mai pubblicato e differisce dal romanzo maggiore per la trama e le scelte linguistiche, punto questo che fu probabilmente decisivo nella decisione dell'autore di rimaneggiare l'intera opera. Il Fermo e Lucia è diviso in quattro tomi e comprende complessivamente trentasette capitoli (così ripartiti: tomo I, 8; tomo II, 11; tomi III e IV, 9), preceduti da due Introduzioni delle quali la seconda è il rifacimento della prima; i capitoli del tomo I e i primi due del tomo II sono preceduti da un titolo, cosa che poi verrà abbandonata anche nella stesura definitiva del romanzo (in questo sembra di intravedere un'imitazione di alcuni romanzi francesi e inglesi, che agirono come modelli su Manzoni nell'accostarsi a questo nuovo genere letterario). Complessivamente il romanzo presenta risultati artistici assai modesti, sia sul piano della trama (che appare alquanto squilibrata nella ripartizione degli episodi) sia su quello dello stile e della lingua, ovvero il toscano letterario della tradizione su cui l'autore innesta molti lombardismi e francesismi, ottenendo un vero e proprio "pasticcio" che risulta di difficile lettura e lascerà profondamente insoddisfatto il romanziere. La difficoltà nella composizione si spiega con la scarsa dimestichezza di Manzoni con la prosa al tempo della

stesura, nonché con la relativa novità del genere romanzesco che, oltre a non godere di grande prestigio in Italia, non aveva neppure una consolidata tradizione alle spalle cui rifarsi (com'è noto, Manzoni si ispira al modello del romanzo storico di W. Scott e apre una strada che sarà poi seguita in Italia da tanti imitatori negli anni successivi).
Queste le principali differenze nella trama del Fermo e Lucia rispetto ai Promessi sposi:


Il protagonista maschile ha il nome di Fermo, anch'esso abbastanza diffuso nella Lombardia del XVII secolo, mentre il nome Lorenzo è attribuito al sagrestano di don Abbondio che, nel romanzo maggiore, diventerà Ambrogio. La domestica del curato nei capitoli I-II del tomo I si chiama Vittoria, mentre in seguito diventa Perpetua come nei Promessi sposi.

All'inizio del tomo II è presente una digressione in cui l'autore finge un dialogo con un lettore fittizio, il quale gli rimprovera di aver omesso dal racconto la descrizione dei sentimenti dei due innamorati: Manzoni difende le sue scelte stilistiche, argomentando che tale descrizione non è necessaria alla comprensione delle vicende e potrebbe invero suscitare pensieri peccaminosi in lettori non avvezzi a simili rappresentazioni (il punto di vista di Manzoni è ovviamente di tipo moralistico, dettato dalla preoccupazione che i suoi scritti possano provocare turbamento nel  pubblico). Nei Promessi sposi questa parte è totalmente eliminata, salvo il fatto che la descrizione dell'"idillio" dei due innamorati è comunque assente.

La monaca di Monza si chiama Geltrude (e non Gertrude, come nei Promessi sposi) e la sua tresca amorosa con Egidio vede due altre suore come complici, il cui ruolo nella vicenda non è del tutto chiarito; una di loro si incarica di eseguire materialmente l'assassinio di una terza suora che ha scoperto il segreto, il tutto su ispirazione di Egidio che si mostra come un vero spirito criminale (sarà lui a occultare il cadavere sotterrandolo in una cantina della sua casa attigua al convento). Sono presenti anche numerosi dialoghi tra gli amanti, mentre nel romanzo maggiore essi diverranno discorsi indiretti riassunti sommariamente.

L'innominato è chiamato Conte del Sagrato e il suo colloquio con don Rodrigo è infarcito di termini spagnoleggianti, oltre a mostrare un carattere più spigoloso e scostante del personaggio (il dialogo diventerà un sintetico discorso indiretto nei Promessi sposi). Viene anche descritto con toni truci il delitto compiuto dal potente bandito sul sagrato di una chiesa (il che spiega il suo soprannome), mentre un'altra differenza è il suo incontro col Borromeo quando i due erano adolescenti, inserito nel racconto della conversione del Conte.

Dopo la fuga dei due promessi dal paese, viene narrata la storia di Geltrude e poi il rapimento di Lucia ad opera del Conte del Sagrato, sino alla conversione del bandito in seguito all'incontro col Borromeo e la successiva liberazione della ragazza. L'autore torna a parlare di Fermo e delle sue disavventure a Milano solo molto più avanti, con una sorta di flashback che rende alquanto sbilanciata l'economia della narrazione.

La morte di don Rodrigo è narrata direttamente, al lazzaretto, quando il signorotto vede Lucia e, in preda al delirio, balza in groppa a un cavallo e lo sprona a sangue, cadendone successivamente e morendo certamente in disgrazia. Nei Promessi sposi, invece, la sua morte è riferita solo nel capitolo XXXVIII e viene dunque lasciato in dubbio se l'uomo si sia pentito o meno dei suoi pe

https://promessisposi.weebly.com/fermo-e-lucia.html

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