Sono passati 76 anni esatti da quando
l'Italia si è liberata dall'oppressione fascista e nazista. Ed è giusto che
questa data, negli anni, venga celebrata: per non dare mai per scontato il
concetto di "libertà"
Gente nelle piazze, la bandiera italiana
che sventola nel cielo o appesa dai balconi. I discorsi delle istituzioni, i
ricordi degli anziani, di chi c’era. Il 25 aprile, per
l’Italia, è dal 1945 una giornata simbolo da festeggiare, da onorare, da
celebrare. Oggi e per sempre.
In quel giorno, ormai 76 anni fa, il
nostro Paese si è liberato definitivamente dall’oppressione
dei nazifascisti, che avevano fatto sprofondare l’Italia in un
baratro di intolleranza, violenza, oppressione. Quella mattina del 25 aprile 1945, però, grazie al coraggio di
molti, il nostro Paese ha potuto rialzare la testa, liberandosi da quella
durissima occupazione.
Gli avvenimenti del 25 aprile
Ma cosa avvenne, veramente, quel giorno?
Chi furono gli attori di quel cambiamento epocale? Prima di tutto, non si
può parlare di 25 aprile senza raccontare il ruolo avuto, quel giorno,
dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (abbreviato
in CLNAI o CLN Alta Italia).
È solo grazie a quell’organizzazione politico-militare – costituita nel
febbraio 1944 a Milano – che l’Italia ha potuto opporsi al fascismo e
all’invasione tedesca riconquistando la tanto agognata libertà.
Quella mattina del 25 aprile 1945, il CLNAI (di cui faceva parte
anche Sandro Pertini, diventato poi presidente della
Repubblica negli anni 1978-1985) ha deliberato un ordine di insurrezione generale nei territori
ancora tenuti sotto scacco dall’occupazione nazifascista. I maggiori capoluoghi
del nord, Milano e Torino, risposero all’appello fermezza e grazie al
coraggio e al valore dei numerosi partigiani – molti dei quali,
purtroppo, persero la propria vita – si
liberarono dagli occupanti.
Solo qualche giorno prima, il 19 aprile,
la stessa organizzazione aveva diffuso sui quotidiani un aut-aut: “Arrendersi o perire”.
Il messaggio era chiaro: non si sarebbero prese in considerazione terze
ipotesi. La sera stessa del 25 aprile, Benito Mussolini,
appurato che la situazione stava volgendo al peggio, provò a scappare da Milano. Per occultare la
propria identità, indossò la divisa da soldato tedesco. La fuga, però, durò pochissimo. Solo due giorni dopo il fondatore del
Fascismo fu smascherato e catturato dalla
52esima Brigata Garibaldi all’uscita di Musso, sul lago di Como. Il giorno
seguente, il 28 aprile, fu processato e fucilato insieme alla sua amante, Claretta
Petacci.
Gli americani entrarono a Milano il
giorno dopo e il 1° maggio a Torino. A quel punto, tutta l’Italia
settentrionale era stata liberata. Bologna torna libera il 21 aprile, Genova il
23 e Venezia il 28. La Liberazione si era compiuta.
Dal 1946 diventa festa nazionale
Poco meno di un anno dopo, il 22 aprile
del 1946, il governo italiano guidato da Alcide de Gasperi stabilì
che il 25 aprile sarebbe stata “festa nazionale”. Da
quel giorno, il 25 aprile è diventato un simbolo di libertà, ma anche di speranza e di fiducia nel fatto
che anche una situazione disperata grazie all’impegno di tutti potrebbe
migliorare. E il messaggio, che invita a tenere duro e resistere, è
ancora più importante alla luce del momento difficile che stiamo vivendo.
https://www.iodonna.it/attualita/eventi-e-mostre/2021/04/20/25-aprile-2021-la-festa-della-liberazione-ecco-perche-la-festeggiamo-ora-e-per-sempre/
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