Armati di kalashnikov nella sede del
settimanale satirico. Due killer sarebbero tornati da poco dalla guerra
in Siria. Uccisi 8 giornalisti, 2 agenti, un ospite e il portiere dello
stabile. Cinque feriti gravi, ma non più in pericolo di vita. Hollande: "È
terrorismo"
PARIGI - Cinque minuti di
terrore, 12 vittime e 11 feriti, di cui 5 gravi ma non più in pericolo di vita.
L'attacco messo a segno da tre uomini contro la sede del giornale, a Parigi, ha
sconvolto la Francia. Killer incappucciati e armati hanno fatto irruzione nel
giornale aprendo il fuoco con dei kalashnikov. Tra le persone che hanno perso
la vita, 8 giornalisti, due agenti assegnati alla protezione del direttore, un
ospite che era stato invitato alla riunione di redazione e il portiere dello
stabile. Sono stati uccisi il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier,
detto Charb, e i più importanti vignettisti: Cabu, Tignous, Philippe Honore' e
Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia. Nell'attentato è rimasto ucciso
anche l'economista Bernard Maris, azionista della testata parigina e
collaboratore di France Inter. E una donna: si chiamava Elsa Cayat,
era psicologa e psicoterapeuta, e teneva una rubrica ogni due settimane sul
magazine.
Immediata è iniziata la caccia ai killer in tutta la
Francia, con operazioni a Reims,
a nord di Parigi, e a Charleville-Mezières al confine con il Belgio dove
secondo alcuni media francesi si sarebbe arreso il più giovane degli
attentatori, l'autista.
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L'identificazione. In
serata i tre assalitori sono stati identificati. I tre sospetti sono
tutti di Gennevilliers, una località vicino Parigi. I due fratelli, Said e
Cherif, di 32 e 34 anni- tornati in Francia quest'estate dalla Siria -
sarebbero stati riconosciuti grazie alla carta d'identità ritrovata dalla
polizia nella Citroen C3 abbandonata dagli attentatori durante la fuga vicino
alla porte de Pantin, a Parigi. Il giovane complice, Amid, 18 anni, sarebbe
stato alla guida delle diverse auto durante l'operazione e sarebbe un
"senza fissa dimora". Fonti del giornale Le Point rivelano inoltre
che i due uomini più anziani avrebbero sparato alle vittime. Sono due
franco-algerini e uno di loro era già stato processato nel 2008, nell'ambito di
un'operazione contro una filiera jihadista irachena basata nel 19/o
arrondissement di Parigi.
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Il mistero della vignetta. Quindici minuti prima dell'attacco, il
settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una
vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is). Il tweet
mostra una vignetta del leader dell'Is abu Bakr al-Baghdadi con una didascalia
enigmatica: "Auguri. Anche a te, al-Baghdadi". Alla quale il
personaggio replica: "la salute innanzitutto". Il messaggio porta l'orario
di stamani. Non è chiaro se sia stato postato prima della sparatoria,
certamente è stato pubblicato prima che si avesse notizia del massacro. Gli
assalitori, stando al racconto di alcuni testimoni, hanno aperto il fuoco
gridando: "Vendicheremo il Profeta" e "Allah u Akbar"
(Allah è grande).
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La testimonianza. "Parlavano
perfettamente francese. Hanno rivendicato di essere di al Qaeda". Questa
la testimonianza della vignettista Coco, presente all'attacco: "Ero andata
a cercare mia figlia al kindergarten. Davanti alla porta del palazzo del
giornale, due uomini incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato.
Volevano entrare, salire. Ho aperto la porta con il codice numerico. Hanno
sparato su Wolinski, Cabu... È durato 5 minuti... Mi ero rifugiata sotto la
scrivania... Parlavano perfettamente francese...hanno rivendicato di essere di
al Qaeda".
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Assalitori in fuga. Dopo l'attacco i killer sono
fuggiti, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. Durante
la fuga, i killer hanno investito un pedone a porte de Pantin, nel 19esimo
arrondissement nella zona nord di Parigi. L'auto è stata ritrovata poco dopo
per strada, a Rue de Meaux. I tre pare abbiano continuato la fuga con un'altra
auto verso la città di Reims.
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Attacco nel giorno della riunione. Un
attacco studiato nei dettagli e messo a segno nel giorno della riunione di
redazione settimanale. Gli aggressori si sono fatti accompagnare dai
giornalisti del settimanale satirico poi uccisi. "Gli aggressori erano ben
informati: mercoledì mattina si tiene la riunione di redazione settimanale",
ha scritto su Twitter la giornalista di Liberation,
Isabelle Hanne. Una fonte vicina all'inchiesta ha poi detto che gli aggressori
sono entrati nella sede e hanno cercato nome per nome i vignettisti.
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Il libro di Houellebecq. Si tratta di un
gravissimo "attacco alla libertà di stampa", il più grave della
storia del periodico, più volte finito sotto tiro per i contenuti pubblicati.
Sulla copertina di Charlie Hebdo campeggia una foto dello
scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita
oggi "Sottomissione", che racconta l'arrivo al potere in
Francia di un presidente islamico e nel numero odierno è pubblicata una
recensione molto positiva dell'editorialista Maris. Lo scrittore Michel
Houellebecq, dopo l'attacco, è stato posto sotto protezione della polizia e i
locali della casa editrice Flammarion, che hanno pubblicato il suo ultimo
romanzo, sono stati evacuati per motivi di sicurezza.
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Hollande sul luogo dell'attentato. Il presidente
francese, François Hollande, è arrivato sul luogo dell'attentato, in pieno
centro di Parigi: "È terrorismo, non c'è dubbio", ha detto il
presidente, che ha espresso ''cordoglio per le vittime, sia giornalisti che
poliziotti''. Hollande ha aggiunto che "diversi attentati sono stati
sventati nelle scorse settimane". Il capo dell'Eliseo ha invitato il Paese
a mostrarsi unito: "Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di
unità nazionale. Dobbiamo essere compatti, mostrare che siamo un Paese unito.
Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di
essere minacciati perché siamo un Paese di libertà".
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Deciso l'immediato aumento del livello di
allerta attentati terroristici in tutta l'Ile-de-France. Polizia e gendarmi
sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di
giornali. Subito dopo l'attentato sono arrivate da ogni parte manifestazioni di
cordoglio.
Massima allerta in Italia. Sale il livello di
allerta a Roma dopo l'assalto a Parigi. Sono stati potenziati i servizi di
vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale e c'è una "particolare
attenzione" verso le redazioni giornalistiche. Ma l'attenzione cresce in
tutto il Paese: il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha convocato il
Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, presso il Dipartimento di
Pubblica Sicurezza. Il Comitato, composto da tutti gli esperti di
antiterrorismo delle Forze dell'Ordine e dell'Intelligence, deve esaminare con
grande attenzione la minaccia terroristica. E in serata a Porta a Porta ha
detto: "Il livello di allerta è elevatissimo benchè non ci siano tracce
concrete di segnali specifici di organizzazioni di eventuali attentati in
Italia". A quanto si apprende da fonti del Viminale, verrà approvato
un provvedimento che mira a colpire in particolare i foreign fighters. Alla
misura lavorano da tempo i tecnici del ministero. Dopo l'attentato a Parigi si
stringe sui tempi.
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I precedenti. Non è la prima volta che il settimanale
satirico viene attaccato. Questi i precedenti:
2006, Minacce. In copertina Charlie pubblica una caricatura di
Maometto con un turbante a forma di bomba in testa e la vignetta che recita:
"È dura essere amati da dei coglioni...". Varie realtà, tra cui la
Gran Moschea di Parigi denunciano alla magistratura il giornale. Ma soprattutto
in redazione arrivano varie, gravi minacce. La polizia inizia a proteggere la
sede del giornale e alcuni giornalisti.
2011, attacco con bombe incendiarie. La notte del 2 novembre la sede di Charlie
Hebdo va a fuoco dopo essere stata fatta bersaglio del lancio di bombe molotov.
L'incendio finisce per devastare i locali del giornale, ma non vi sono feriti.
L'attacco dopo la pubblicazione di un numero speciale del giornale dopo le
elezioni degli islamisti in Tunisia. Ribattezzato per l'occasione Sharia Hebdo,
il settimanale risultata firmato come direttore dal profeta Maometto.
2011, pirataggio del sito Web. Sempre nel novembre 2011 il sito del settimanale è
vittima di due attacchi hacker. Al posto dell'Home Page apparivano una foto
della Mecca e dei versi del Corano. L'attacco veniva rivendicato da un gruppo
di pirati informatici turchi, l'Akincilar,.
Attentato più cruento dal 1961. Quello di
oggi contro il settimanale satirico è l'attentato più cruento commesso in
Francia dal 1961, ai tempi della guerra di Algeria. Un attentato dell'Oas
anti-indipendenza provocò 28 morti il 18 giugno, quando una bomba colpì il
treno Strasburgo-Parigi a Vitry-Le-François.
https://www.repubblica.it/esteri/2015/01/07/news/francia_colpi_sparati_a_charlie_hebd_parigi_feriti-104447972/
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