Codice Etico
PREMESSA
I VALORI DI REPUBBLICA
Da sempre attento al rispetto delle
persone e delle leggi, il quotidiano Repubblica si dota con questo documento di
un codice etico, in cui riafferma i suoi principi, i suoi obiettivi morali e
sociali, la sua fiducia nelle Istituzioni del nostro paese. Questo documento
sottolinea l’impegno dei giornalisti, dei dirigenti e degli impiegati a
svolgere correttamente e in piena trasparenza la propria professione. Siamo
coscienti che ogni nostro comportamento sarà giudicato nel nome della legge e
del nostro pubblico.
LA MISSIONE
La missione di Repubblica è di creare un
pubblico informato, attivo, sollecitato alla partecipazione alla vita pubblica
grazie a una migliore e più approfondita comprensione degli eventi, delle idee,
della cultura in Italia e nel mondo. A questo scopo, Repubblica raccoglie,
verifica, riporta, produce e distribuisce informazione e altri contenuti che
servano il pubblico interesse e aiutino a mantenere un sano ambiente di vita
collettiva.
GLI OBIETTIVI
Repubblica è un giornale laico che guarda
con attenzione al rispetto dei diritti civili sotto ogni latitudine e sotto
ogni governo. Lavora per l’inclusione, la valorizzazione delle differenze,
contro ogni deriva oscurantista e antiscientifica. Repubblica è un punto di
riferimento per chi chiede conto alle autorità del loro operato, per chi
pretende trasparenza, per tutti coloro che vengono lasciati ai margini della
società. E nello stesso tempo riflette e anticipa i mutamenti negli stili di
vita, le curiosità culturali, le tendenze di una società in continua e rapida
evoluzione.
LA STORIA
40 anni con i lettori-cittadini, nel segno
dell’Europa Fondata nel 1976 da Eugenio Scalfari, la Repubblica è un quotidiano
italiano che guarda all’Europa come luogo di sviluppo e progresso. Il suo
obiettivo: non solo informare, ma anche aiutare i lettori a capire la realtà
complessa dei nostri anni, affinché possano davvero esercitare il loro diritto
di cittadinanza. Repubblica si pone dunque come strumento dell’identità libera
e collettiva dei suoi lettori. Repubblica è nata in una fase difficile e oscura
della vita pubblica italiana. La sua voce libera e laica ha contribuito a
riconnettere un tessuto lacerato e a illuminare angoli bui della nostra storia,
accompagnando le diverse fasi della vita democratica del Paese. Una linea di
responsabilità storica e pubblica che è rintracciabile nelle dichiarazioni di
intenti dei tre direttori (Eugenio
Scalfari, Ezio
Mauro, Mario
Calabresi) che hanno guidato questa testata dal
1976.
LA COMUNITÀ
Repubblica è cresciuta, dalla nascita nel
1976, insieme alla comunità dei suoi lettori. Ogni anno dal 2012 si tiene la
Repubblica delle Idee, la grande festa itinerante in cui il
pubblico di Repubblica incontra i giornalisti, personaggi della vita pubblica
italiana e internazionale e apre un dialogo che prosegue per tutto l’anno.
CREDIBILITÀ E FIDUCIA
Cardine di questo lavoro è il rapporto di
interscambio con i lettori, che richiede attenzione continua e reciproca
collaborazione e si basa sulla credibilità del lavoro giornalistico e
l’ambizione di conquistare la fiducia della comunità dei lettori, ogni giorno
come fosse il primo giorno. La Repubblica aderisce al Trust Project, progetto
internazionale per la fiducia nei giornali (www.thetrustproject.org), ritenendo
che l’adozione di regole etiche possa tutelare e incrementare la reputazione
del collettivo di Repubblica, dei suoi singoli componenti e del suo prodotto
giornalistico, su carta e online. Per poter restituire al meglio questo
impegno, i suoi giornalisti, i tecnici e tutti coloro che lavorano nell’impresa
Repubblica aderiscono a questi principi di etica improntati alla massima
trasparenza e responsabilità. I principi non sono fatti solo per rispondere a
delle esigenze, ma anche e soprattutto per sollevarne di nuove. Il dialogo
continuo su come applicare questi principi nel nostro lavoro quotidiano
permetterà di produrre un giornalismo degno del nome di Repubblica e del
pubblico che serve.
LA DEONTOLOGIA DEI GIORNALISTI
A integrazione del presente codice etico,
i giornalisti e i collaboratori de La Repubblica sono inoltre tenuti al
rispetto del codice
di autodisciplina dei giornalisti italiani
Il
codice di autodisciplina è il testo unico dei doveri del giornalista stilato
dall’Ordine nazionale dei giornalisti, che recepisce i contenuti dei seguenti
documenti:
Carta dei doveri del giornalista; Carta
dei doveri del giornalista degli Uffici stampa; Carta dei doveri
dell’informazione economica; Carta di Firenze; Carta di Milano; Carta di
Perugia; Carta di Roma; Carta di Treviso; Carta informazione e pubblicità; Carta
informazione e sondaggi; Codice di deontologia relativo alle attività
giornalistiche; Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie
nelle trasmissioni radiotelevisive; Decalogo del giornalismo sportivo.
Tutti i soggetti che lavorano per il giornale
accettano le sue regole. Questo codice etico è sottoscritto dai vertici
aziendali, dall’amministrazione, dai dipendenti, dai collaboratori e da tutti
coloro che operano a vario titolo a nome e per conto de La Repubblica
PRINCIPI
1.ACCURATEZZA
Il nostro intento è la ricerca della verità.
La verifica accurata è la priorità. Ciò che riportiamo deve essere corretto e
contestualizzato. Non assumiamo per vero tutto ciò che ci viene detto e non ci
facciamo influenzare dalle nostre convinzioni personali.
2. COMPLETEZZA
Nella misura del possibile raccontiamo le
nostre storie con completezza e chiarezza di contesto. Se per motivi di spazio
o tempo non riusciamo a inserire tutte le informazioni che abbiamo a
disposizione, il lavoro editoriale deve essere accurato al fine di non omettere
o sacrificare aspetti della storia che snaturino la verità così come l’abbiamo
appurata.
3. ONESTÀ
Chi svolge il lavoro giornalistico con
onestà dà prova di meritare la fiducia del pubblico. Nel nostro lavoro operiamo
con genuinità e trasparenza. Citiamo e attribuiamo con chiarezza le fonti delle
nostre informazioni. Evitiamo iperbole e ipotesi sensazionalistiche. Non
utilizziamo ricostruzioni di fantasia. Solo in rare occasioni – in cui ci siano
implicazioni di sicurezza per noi o per soggetti terzi – possiamo agire senza
dichiarare la nostra identità. Una volta giunto il momento di riportare la
storia, sveliamo perché non abbiamo dichiarato di essere giornalisti.
L’utilizzo di fonti anonime deve essere limitato al minimo indispensabile e
deve essere spiegato.
4. INDIPENDENZA
La Repubblica rifiuta i
condizionamenti politici e la corruzione: nessuno può richiedere denaro o altri
vantaggi per eseguire prestazioni indebite. Per garantirlo, ogni decisione
presa deve essere adeguatamente verificata e comunque verificabile. I conflitti
d’interesse vanno denunciati e sono sanzionati. Ogni potenziale conflitto di
interesse va comunicato e valutato insieme agli organi dirigenti del giornale.
Le decisioni editoriali sono totalmente indipendenti dalla proprietà dell’impresa
Repubblica.
5. IMPARZIALITÀ
Chi lavora a Repubblica naturalmente ha
opinioni, convinzioni, credo personali che rendono più ricco l’ambiente da cui
nascono i nostri prodotti. Ma il pubblico merita una visione equa, imparziale,
non influenzata da punti di vista personali. Gli spazi dei commenti sono
chiaramente separati e individuabili all’interno dei prodotti editoriali di
Repubblica.
6. TRASPARENZA
La credibilità del giornale passa anche
per la chiarezza sui suoi processi decisionali e produttivi, nei limiti della
normale dinamica di vita interna del luogo di lavoro. Ci sforziamo di
comunicare all’esterno tutto quanto possa contribuire a spiegare come siamo
arrivati al prodotto finale, soprattutto quando le nostre scelte sono state
difficoltose. Rendiamo pubblico ogni rapporto con partner o finanziatori che
possono apparire avere un’influenza sul nostro lavoro.
7. SOCIAL MEDIA
La Repubblica regola l’uso dei social
media con un decalogo deontologico che i propri giornalisti sono tenuti a rispettare.
8. RESPONSABILITÀ
Ci assumiamo la piena responsabilità per
il nostro lavoro e dobbiamo essere sempre pronti a risponderne. Così come diamo
rilievo alle nostre fonti, altrettanta importanza attribuiamo ai contributi e
alle critiche dei lettori e, nei limiti del possibile, cerchiamo di rispondere.
Gli errori sono inevitabili. Quando avvengono, li correggiamo immediatamente,
riflettiamo su quel che è accaduto e ne traiamo insegnamento per il futuro.
9. RISPETTO
Tutti coloro che vengono coinvolti in
qualsiasi ruolo dal nostro giornalismo meritano rispetto e considerazione.
Manteniamo toni e atteggiamenti civili, sia nell’esercizio della funzione
giornalistica che nella formulazione dei nostri contenuti. Ascoltiamo e
cerchiamo l’interlocuzione, mai il confronto. Teniamo in grande considerazione
le differenti attitudini e culture. A tutti i soggetti del nostro giornalismo
garantiamo il rispetto
della privacy.
10. QUALITÀ
Il giornalismo di Repubblica assume il suo
massimo valore quando riesce a coniugare la ricerca della verità con una
narrazione coinvolgente. Mettiamo la massima cura nell’uso corretto della
lingua e dei linguaggi audiovisivi e nella confezione finale dei nostri
prodotti per garantire che la qualità del nostro prodotto si distingua dagli
altri. Ma non permettiamo che la forma prevalga sulla sostanza, che la ricerca
del sensazionalismo oscuri o distorca l’essenza del puro spirito informativo
che ci guida.
11. VERIFICA
La Repubblica si impegna a promuovere
e diffondere queste linee guida, ad aggiornarle regolarmente, anche attraverso
il dialogo con il pubblico, e ad assicurarne l’applicazione. Eventuali
infrazioni - che saranno valutate e sanzionate - possono essere segnalate al
seguente indirizzo email:
etica@repubblica.it
I valori di Repubblica
Da sempre attento al rispetto delle
persone e delle leggi, il quotidiano Repubblica si batte contro ogni tipo di
discriminazione. Alla base del lavoro dei suoi giornalisti c’è l’indipendenza,
il rifiuto di ogni conflitto di interesse, l’attenzione ai punti di vista più
controversi, nel rispetto dei diritti umani e della Costituzione italiana.
La Repubblica si richiama ai valori dell’unità
europea, è un giornale plurale, internazionale e sfrutta tutte le piattaforme
giornalistiche (dal giornale di carta al sito, alla tv) per diffondere il suo
punto di vista sui fatti del mondo. Non fa riferimento diretto a organizzazioni
politiche o di partito, non è la voce di un pensiero unico. Al contrario,
Repubblica concepisce il suo lavoro come una agorà, un modo per dare voce alle
esigenze dei cittadini, finalmente protagonisti, opinione pubblica attiva e non
passiva.
Politica delle
correzioni
Il nostro sito si impegna a correggere gli
errori e le imperfezioni contenute negli articoli. Pubblica in calce agli
articoli contestati le lettere e le richieste di precisazione, in un carattere
evidente e in grassetto.
Struttura societaria
La Repubblica informa in modo trasparente
i suoi lettori sull’assetto proprietario e sulle fonti di finanziamento del
gruppo editoriale da cui è pubblicata.
La Repubblica è una delle testate di GEDI Gruppo editoriale S.p.A.,
società posseduta al 100% da CIR S.p.A. GEDI è una società quotata alla Borsa
di Milano e pubblica, secondo quanto previsto dalla legge, i
propri bilanci e tutti i documenti societari (incluso
il bilancio di sostenibilità), a beneficio di tutti i soci, investitori e
lettori. Anche GEDI è dotata di un
codice etico che regola la sua attività di
impresa.
La Repubblica è stata fondata il 14 gennaio 1976,
pubblicata da Editoriale La Repubblica; dalla fusione con Editoriale
L’Espresso, avvenuta nel 1997, è nato il Gruppo Editoriale l’Espresso. Nel
corso del 2017 GELE si è fusa con ITEDI (società editrice de La Stampa e de Il
Secolo XIX) dando vita a GEDI Gruppo Editoriale.
La Repubblica si finanzia sul mercato, tramite
l’attività di raccolta pubblicitaria, svolta per tutto il gruppo, da A. Manzoni
& C. S.p.A. e la vendita diretta dei propri prodotti e servizi. Nel bilancio
di sostenibilità sono descritte le diverse fonti di
finanziamento.
Fact-checking e
verifica delle fonti.
Non esiste differenza fra giornale
cartaceo e digitale. Repubblica applica le sacre regole della professione in
ogni suo contenuto. Ogni articolo è sottoposto alla verifica, attraverso l’uso
e la consultazione di varie fonti: le agenzie di stampa più autorevoli, i
social network, le informazioni raccolte dal giornalista stesso. Ogni notizia
va comunque controllata, in una filosofia che accomuna un gruppo editoriale di
centinaia di giornalisti. Per la giustizia italiana, non esiste differenza fra
contenuti cartacei e digitali. Anche per questo, il lavoro giornalistico di
Repubblica segue sempre i binari delle leggi dello Stato.
le Fonti anonime
Repubblica concede la garanzia
dell'anonimato a fonti - identificate, ritenute autorevoli e le cui
dichiarazioni siano state almeno in parte riscontrate -, che possono correre
rischi giudiziari o materiali. Documenti anonimi vengono utilizzati per la
realizzazione degli articoli solo quando i contenuti sono stati riscontrati.
la Gerenza
Fondatore: EUGENIO
SCALFARI
DIREZIONE
Direttore responsabile: Mario
Calabresi
Vicedirettori: Fabio Bogo, Dario
Cresto-Dina, Gianluca Di Feo, Angelo Rinaldi (ART DIRECTOR), Sergio Rizzo,
Giuseppe Smorto
Caporedattore centrale: Claudio
Tito
Caporedattore vicario: Stefania
Aloia
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Sede sociale Via Cristoforo Colombo n. 90 - 00147 Roma
Capitale Sociale Euro 61.805.893,20 i.v. R.E.A. Roma n. 192573 - Codice Fiscale
e Iscriz. Registro Imprese di Roma n. 00488680588 Partita IVA 00906801006 Società
soggetta all'attività di direzione e coordinamento di CIR SpA
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De Benedetti
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Dini, John Elkann, Silvia Merlo, Elisabetta Oliveri, Luca Paravicini Crespi,
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Gruppo Editoriale S.p.A. REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N. 16064 DEL
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