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giovedì 14 gennaio 2021

Lo Sapevate Che: Albert Schweitzer, uomo di alto ingegno e di straordinaria generosità, mise la sua abilità di medico al servizio dell’umanità più debole

 

L'africano è mio fratello, ma è un fratello più giovane di parecchi secoli.” Albert Schweitzer

 

L'amore per la musica e per il prossimo

Nato il 14 gennaio 1875 a Kaysersberg, nell'Alta Alsazia, Albert Schweitzer frequenta l'università di Strasburgo, per laurearsi in filosofia nel 1899 e assumere nel 1902 la libera docenza in Teologia. Nel 1911 si laurea anche in medicina e a Parigi si specializza in malattie tropicali. Ordinato curato della chiesa di San Nicola a Strasburgo nel 1900, l'anno seguente diviene direttore dell'Istituto teologico.

Famoso nel mondo musicale come organista di talento, il suo lavoro musicologico più noto è rappresentato da "J.S. Bach, il musicista poeta" (ed. francese 1905; ed. tedesca 1908; trad. it. 1962).

Lo studio della musica impegna non poco Albert Schweitzer, spinto dalla sua anima musicalmente sensibilissima. Dall'amore per l'organo sgorga, quasi per meccanica conseguenza, la venerazione per Bach. Il compositore della "Passione secondo San Matteo" fu uno dei "maestri", uno dei fari della sua vita.

Ancora ragazzo, Albert si imbatte nella sublime arte del Kantor: "Seguivo con profonda emozione quei misteriosi suoni che si perdevano nella penombra della chiesa...". Dalla tecnica per lo studio delle opere di Bach, il giovane studioso alsaziano passa alla interpretazione, grazie anche alla sua formazione artistica, favorita dall'incontro con il compositore Charles-Marie Widor, organista alla chiesa di San Sulpizio di Parigi.

Questi invoglia Schweitzer a scrivere un saggio su Bach, pubblicato in francese nel 1905 e, tre anni più tardi, in tedesco.

Dopo aver trattato la storia della musica del sommo compositore e degli autori che lo hanno preceduto, ne analizza le principali opere come i Mottetti, gli Oratori, le Messe, le Cantate, le Passioni e gli studi per clavicembalo e organo. Bellissime le pagine dedicate al linguaggio musicale di Bach, alla sua sintassi, al suo simbolismo, a Bach poeta e "pittore". L'opera di Schweitzer verrà accolta dagli studiosi come un lavoro classico, indispensabile per la conoscenza del musicista di Eisenach.

Il lavoro di teologo trova espressione nell'opera "Da Reimarus a Wrede" (1906), in cui interpreta la vita di Gesù alla luce del pensiero escatologico di Cristo.

Dopo la laurea in medicina e chirurgia si trasferisce a Lambaréné, nell'Africa equatoriale francese (attuale Gabon), in veste di medico missionario, costruendovi un ospedale con le sue sole forze. In piena Prima Guerra Mondiale, data la sua nazionalità tedesca, è tenuto prigioniero in Francia tra il 1917 e il 1918. In questo periodo scrive una storia della civiltà in chiave filosofica, poi pubblicata nei volumi "Filosofia della civiltà" (2 voll., 1923), dove, analizzando la storia dell'etica, afferma che la decadenza della civiltà moderna è dovuta alla mancanza di un'etica dell'amore, e suggerisce la diffusione di una filosofia fondata su ciò che egli definisce "rispetto per la vita", concetto che a suo parere andrebbe esteso a qualunque forma vivente.

Rimasto in Europa fino al 1924, torna successivamente in Africa dove, superando ogni ostacolo, ricostruisce il suo ospedale, attrezzandolo ancora una volta in modo tale da poter assistere migliaia di indigeni. Nel frattempo, torna saltuariamente in Europa per cicli di conferenze e concerti d'organo.

Schweitzer è uomo di un rigore estremo. Nei villaggi da lui gestiti regna la disciplina assoluta e una severità necessaria per scoraggiare i "romantici", gli avventurieri e quanti chiedono di prestare la loro opera al suo fianco senza possedere le doti morali e psicologiche adatte.

Nel 1952 per il suo operato africano gli viene assegnato il premio Nobel per la pace. Con il denaro del premio, porta a termine il villaggio dei lebbrosi, che viene inaugurato nel 1954 con il nome di "Village della lumiere" (Villaggio della luce).

Tra le sue opere si ricordano anche: "Il regno di Dio e la cristianità delle origini" (1967) e l'autobiografia "La mia vita e il mio pensiero".

Albert Schweitzer si spegne il 4 settembre 1965 nel "suo villaggio" africano; viene poi sepolto accanto alla moglie (morta nel 1957 a Zurigo).

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