Pellegrinaggi d'autore
George Gordon Noel Byron, sesto barone
di Byron - da cui il nome Lord Byron - nasce a Londra il giorno 22 gennaio
1788.
Il padre è il capitano John Cornholio
Byron, detto "Mad Jack" ("Jack il Matto"), ed è proprio a
causa della vita dissoluta di questi che il giovane George trascorre l'infanzia
in ristrettezze economiche ad Aberdeen, in Scozia, presso la madre Catherine
Gordon of Gicht. In questi luoghi nasce in George Byron l'ammirazione per il
paesaggio marittimo e montano, nonché la fede calvinista nella predestinazione della
colpa.
Inizia a scrivere i suoi primi versi a
dodici anni, quando si innamora di una cugina. Anche un'altra parente lascia
nel suo spirito tracce indelebili. Nel 1805 entra al Trinity College di
Cambridge: l'anno seguente pubblica in forma anonima "Fugitive
Pieces", versi ben presto ripudiati e riscritti nel 1807 sotto il titolo
di "Poems on various occasions", sempre in via anonima.
Il suo nome appare nella terza ristampa
dell'opera, dal titolo "Hours of Idleness" (Ore d'Ozio): la
bocciatura dell'opera da parte di "Edinbourgh Reviews" gli ispira
"English Bards and Scotch Reviewers", in cui attacca senza pietà
tutti gli autori del suo tempo, ad esclusione di Alexander Pope e della sua scuola. In quest'opera di Byron si
delineano le sue qualità di scrittore, la sua satira feroce e la misantropia.
Nel 1808 si trasferisce a Newstead Abbey
nel castello di famiglia lasciatogli dal prozio William Byron (1722-1798, detto
"The Wicked" - "Il Malvagio"). Il 1909 è l'anno in cui
occupa il seggio dei Byron alla Camera dei Lord.
Parte poi per un lungo viaggio
all'estero, allora usanza per l'aristocrazia britannica. Accompagnato da John
Cam Hobhouse salpa da Falmouth il 2 luglio 1809 per Lisbona; visiteranno
Siviglia, Cadice e Gibilterra. Giunti a Malta il 19 agosto, vi soggiornano
circa un mese prima di ripartire per Preveza, porto dell'Epiro, raggiunto il 20
settembre 1809. Di lì raggiungono Giannina dove incontra Ali Pacha.
Lord Byron rientra in Gran Bretagna nel
luglio 1811, giusto in tempo per assistere la madre morente.
Dal punto di vista politico si mette in
luce per i suoi discorsi: famoso quello del 1812 contro la repressione del
luddismo, contemporaneo all'uscita dei primi due canti del "Pellegrinaggio
del cavaliere Aroldo", opera per la quale arriva inaspettato il successo,
a cui si accompagna il trionfo mondano.
All'apice del suo periodo londinese c'è
anche la relazione con Lady Caroline Lamb, la dama più ammirata del momento.
Sono numerose le sue opere date alle
stampe tra il mese di giugno del 1813 fino all'agosto del 1814: "The
Giaour", "The Bride of Abydos", "The Corsair",
"Lara", tutte improntate al genere del melodramma romantico.
Nel 1815 Byron sposa Anna Isabella
Milbanke, la quale, dopo avergli dato la figlia Augusta Ada (la sola figlia
legittima di Byron, destinata a diventare Lady Lovelace e intima di Charles Babbage), lo lascia l'anno seguente. Il fatto fa scoppiare
uno scandalo che include l'accusa al poeta di un rapporto incestuoso con
Augusta Leigh - figlia avuta da una precedente relazione - ma anche il sospetto
che tale notizia fosse stata messa sotto i riflettori per nascondere i suoi
rapporti omosessuali.
Tale scandalo costringe Byron
all'esilio, così il 24 aprile 1816 lascia per sempre l'Inghilterra. Dopo un
breve soggiorno in Belgio si trasferisce in Svizzera, a Ginevra, dove abita
nella villa dell'italiano Diodati. Qui viene poi raggiunto dal poeta Percy
Bysshe Shelley con la fidanzata Mary Godwin Wollstonecraft e la
sorellastra di lei Mary Jane Clairmont, detta Claire.
George Byron aveva già conosciuto Claire
in Inghilterra poco prima di partire, e con lei aveva avuto un breve flirt;
durante il soggiorno in Svizzera questa rimane incinta di Byron: nel gennaio
del 1817 nasce Allegra. Byron decide di affidare Allegra al convento di
Bagnacavallo, in Romagna, dove morirà giovanissima.
Byron visita poi il Castello di Chillon
(Svizzera), dove lascia graffito il suo nome; in questo periodo scrive "Il
prigioniero di Chillon" (The prisonner of Chillon), uscito nel dicembre
1816, e "The dream" oltre ad alcuni capitoli de "Il
pellegrinaggio del cavaliere Aroldo" e di "Manfredi". Quest'ultimo
probabilmente risente del "Faust"
di Goethe, che Byron aveva conosciuto poco prima, e che secondo
alcuni critici evidenzia il bruciante dolore per la separazione da Augusta.
Nel 1817 si trasferisce a Mira, paese a
20 chilometri da Venezia, dove risiede per tre anni. Qui studia l'armeno,
l'italiano e il veneto; intanto lavora alle sue opere "Aroldo",
"Beppo", e ai primi due canti del "Don Juan", lavori che
nel 1819 avrebbero fatto furore in Inghilterra, pur se pubblicati anonimi. A
Venezia conosce la diciottenne Teresa Gamba in Guiccioli, moglie di un ricco
ravennate: Teresa diviene inseparabile compagna, tanto che Byron decide di
trasferirsi a Ravenna, dove scrive altri tre canti del "Don Juan",
dedicandosi nel contempo al teatro di tipo alfieriano, come testimoniano "Marin Faliero",
"Sardanapalo" e "I due Foscari", tutti del 1821. Byron
viaggia anche a Ferrara dove visita la Cella del Tasso: si fa qui rinchiudere e scrive il "Lamento
del Tasso".
Tra il 1820 e il 1821 entra nella
carboneria attraverso i contatti del conte Gamba, fratello di Teresa. Il
fallimento delle agitazioni e la confisca dei beni dei Gamba, cui si aggiunge
la separazione di Teresa dal marito, costringono i tre a rifugiarsi a Pisa,
dove Byron giunge nel mese di novembre, dopo aver pubblicato "Cain".
A Pisa, oltre a "Werner or the Inheritance", scrive "Deformed
Transformed" e altri quattro canti del "Don Juan". In seguito ad
una rissa tra un suo domestico e un sottufficiale dei dragoni per questioni di
uniforme di fronte al Caffè dell'Ussero, Byron è costretto a trasferirsi a
Livorno, soggiornando nella Villa Dupouy.
Nel 1822 trascorre un periodo a Porto
Venere (La Spezia) dove si dedica alla scrittura e alla pratica del nuoto di
cui è appassionato cultore. Secondo un aneddoto, per andare a trovare i coniugi
Shelley - che già aveva incontrato a Ginevra - George Byron avrebbe
attraversato a nuoto il golfo, nuotando per otto chilometri fino a San Terenzo.
A breve distanza di tempo l'una
dall'altra muoiono la figlia Allegra, e gli amici Percy
Bysshe Shelley e Mary Shelley.
In seguito a questi eventi è profonda la conversione religiosa di Lord Byron.
Convinta Teresa a tornare a Ravenna,
benché reduce da una malaria nel 1823, Byron si imbarca con il conte Gamba per
Cefalonia. Qui tra aspre divergenze d'idee si andava formando una compagine
inglese a sostegno della guerra d'indipendenza greca contro l'Impero Ottomano.
Byron lascia l'isola su invito di Alessandro Maurocordato, liberatore della
città di Missolungi.
Sbarca quindi a Patrasso nel gennaio del
1824, dove vive gli ultimi mesi della sua vita, tra gli aspri contrasti dei
ribelli.
In seguito ad una febbre reumatica
tramutatasi in meningite, George Byron muore a Missolungi (Grecia) il 19 aprile
1824. Con sé aveva il manoscritto dell'incompleto XVII canto del "Don
Juan". La salma viene tumulata dapprima nella cappella di famiglia di
Newstead, anche se già venduta nel 1818; successivamente i suoi resti vengono
trasferiti nella Chiesa di Harrow on Hill.
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