“È inutile essere un artista se devi vivere come un impiegato.”Paul Newman
Imbarcato su una nave nel Pacifico durante la guerra, dopo aver aiutato i
genitori proprietari di un drugstore a Cleveland, nel 1952 si iscrive
all'Actor's Studio di New York. Aiutato da un aspetto straordinario (leggendari
i suoi occhi azzurri), si fa notare e nel 1953 debutta a Broadway in Picnic.
Dopo aver subito la rivalità dei suoi omologhi James Dean e Marlon Brando, che
gli soffiavano sistematicamente i ruoli, esordisce con Il calice d'argento che
non gli porta certo fortuna. Giura che non interpreterà mai più un film in
costume: giuramento mantenuto. Dovrà aspettare due anni per sfondare, col
celebre Lassù qualcuno mi ama.
Tecnicamente ancora imperfetto, alterna momenti di grande intensità ad altri di
maniera esasperata. Si perfezionerà negli anni. Nel 1961 nel ruolo di Eddie
Felson, giocatore di biliardo, ecco la consacrazione con Lo spaccone.
Newman è un numero uno. Fra poco sarà il numero uno. I sessanta sono il suo
decennio. Il personaggio è pronto: è cinico ma non del tutto, ha un rapporto
difficile con le donne, si connota come eroe moderatamente maledetto, in
contrasto con l'autorità e dalla parte dei deboli, debole, apparentemente, a sua
volta. Ha quarant'anni, è consapevole e maturo. Detectiv's story (Newman
è il detective privato Harper), e Nick mano fredda (è
un detenuto) non sono certo film perfetti ma è lì che Newman e più Newman. C'è
stata anche un'esperienza, difficilissima, con Hitchcock (Il sipario strappato).
L'attore affronta il nuovo decennio con grande attenzione alle scelte.
Adeguarsi a ruoli diversi, più maturi, secondo l'anagrafe e i tempi che
cambiavano, è stata la grande prerogativa di Newman L'eroe invecchiava, ma
bene. Ecco La stangata,
vero gioiello leggero, e il kolossal Inferno di Cristallo.
Gli anni ottanta aderiscono all'evoluzione naturale dell'attore: minor forma
fisica, maggior consapevolezza. Eccolo nel ruolo del presunto, ma innocente,
mafioso perseguitato dalla stampa in Diritto di cronaca,
ed eccolo avvocato alcolizzato e fallito, ma onesto e quasi eroico ne Il verdetto.
Newman ha nel frattempo collezionato una lunghissima serie di nomination,
che diventano Oscar soltanto nel Colore dei soldi,
dove ripropone l'antico personaggio di Eddie Felson dello Spaccone. Negli anni
novanta la sua attività rallenta. In Italia lo troviamo, spento e triste,
protagonista di uno spot della pasta Barilla. Ma ha un'impennata straordinaria
in La vita a modo mio nella
parte di un anziano che sopravvive con lavoretti umilianti ma che bacia con
grande intensità una Melanie Griffith più giovane di quarant'anni. In Le parole che
non ti ho detto è il tristissimo padre di Kevin Costner, ma
in Twilight,
settantaquattrenne, eccolo ancora vitale e competitivo, a letto nudo con Susan
Sarandon senza essere grottesto. Newman ha firmato anche la regia di alcuni
film, da ritenersi interessanti. Nel privato è stato, ed è, attento e attivo,
sempre schierato dalla parte liberal, spesso in prima fila nelle manifestazioni
sui diritti umani e sui temi sociali progressisti. Da oltre quarant'anni è
sposato con Joanne Woodward. È un uomo colto e serio. Per coerenza e longevità,
per presenza e segnali, per impegno e leggenda, Paul Newuman è probabilmente il
più grande personaggio del cinema del suo tempo.
https://www.mymovies.it/biografia/?a=1497
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