Era il 17 Gennaio del 1929 quando
il marinaio più famoso dei fumetti apparve per la prima volta nella
striscia Thimble Theatre, ideata dal disegnatore statunitense Elzie Crisler
Segar e pubblicata sul quotidiano King Features.
Per i ragazzi di oggi Braccio di
Ferro è poco più di uno sconosciuto, ma fino a venticinque anni fa il buffo
marinaio è stato un vero e proprio mito, l’eroe capace di stendere tutti a suon
di cazzotti e pugni micidiali mangiando all’occorrenza una rinvigorente lattina
di spinaci.
Il fumetto tanto amato da quei
nostalgici lettori che ancora ne conservano le stampe perché vogliono tornare a
sentirsi bambini anche solo per qualche istante sussultando per le
avventure di Popeye, ha il merito di aver insegnato a tutti loro a mangiare
tanti spinaci perché ritenuti particolarmente ricchi di ferro.
All’origine del falso mito degli
spinaci come verdura dal contenuto smisurato di ferro, vi fu proprio una
virgola dimenticata. La leggenda nacque nel 1890, quando un gruppo di
nutrizionisti americani, nel trascrivere il contenuto di ferro presente in
diversi tipi di verdura, dimenticò di mettere la virgola nella trascrizione
numerica riferita agli spinaci, così attribuendo loro, per un mero e banale
errore, un contenuto di ferro ben dieci volte superiore a quello reale.
La svista fu scoperta dopo diverse
decine di anni, quando Braccio di Ferro e i suoi spinaci avevano già fatto il
giro del mondo ed avevano conquistato il cuore della gente.
La prima apparizione di questo
bislacco personaggio con la pipa in bocca avvenne nella striscia Thimble
Theatre (letteralmente “teatro in miniatura”), della quale erano protagonisti
Olivia, suo fratello Casto Oil e il suo fidanzato di allora Harold Hamgravy; il
successo e la simpatia riscossi dallo strambo marinaio indussero sin da subito
il pubblico ad invocare a gran voce per il mitico Braccio di Ferro un ruolo da
eroe protagonista; burbero di carattere, ma dal cuore d’oro, per il pubblico di
Popeye scoccò un vero e proprio colpo di fulmine!https://metismagazine.com/2020/01/17/17-gennaio-1929-91-anni-fa-debuttava-braccio-di-ferro/
Non tutti sanno, però, che Braccio di Ferro non è stato sempre il
divoratore di spinaci che conosciamo.
https://metismagazine.com/2020/01/17/17-gennaio-1929-91-anni-fa-debuttava-braccio-di-ferro/
BRACCIO DI FERRO E GLI SPINACI: LA VIRGOLA MANCATA CHE CREÒ IL MITO
Quale sarebbe stata la sorte di
Braccio di Ferro se non avesse potuto contare sui suoi spinaci miracolosi per
poter gonfiare e mettere in mostra i bicipiti e poter, così, salvare da ogni
pericolo la sua adorata Olivia?!
Non credo che lo avremmo amato così
tanto, né che avremmo seguito le sue avventure con l’interesse che le
generazioni degli anni ’70 e ’80 hanno riservato loro; perché, è vero, per i
ragazzi di oggi Braccio di Ferro è poco più di uno sconosciuto, ma sin dal suo
debutto nel 1929 e fino a venticinque anni fa il buffo marinaio è stato un vero
e proprio mito, l’eroe capace di stendere tutti a suon di cazzotti e pugni
micidiali mangiando all’occorrenza una rinvigorente lattina di spinaci.
Il fumetto creato da E. C. Segar e
tanto amato da quei nostalgici lettori che ancora ne conservano le stampe
perché vogliono tornare a sentirsi bambini anche solo per qualche istante
sussultando per le avventure di Popeye, ha il merito di aver insegnato a tutti
loro a mangiare tanti spinaci perché ritenuti particolarmente ricchi di ferro.
All’origine del falso mito degli
spinaci come verdura dal contenuto smisurato di ferro, vi fu proprio una
virgola dimenticata. La leggenda nacque nel 1890, quando un gruppo di
nutrizionisti americani, nel trascrivere il contenuto di ferro presente in
diversi tipi di verdura, dimenticò di mettere la virgola nella trascrizione
numerica riferita agli spinaci, così attribuendo loro, per un mero e banale
errore, un contenuto di ferro ben dieci volte superiore a quello reale.
La svista fu scoperta dopo diverse
decine di anni, quando Braccio di Ferro e i suoi spinaci avevano già fatto il
giro del mondo ed avevano conquistato il cuore della gente.
Durante il periodo della grande
crisi economica del 1929, detta anche grande depressione, i cartoni animati di
Braccio di Ferro ebbero il merito di far salire il consumo di spinaci in
America di ben oltre il 30%, tanto da far diventare questo tipo di verdura uno
degli alimenti più popolari in assoluto e più amati dai bambini, quasi al pari
del gelato.
La prima apparizione di questo
bislacco personaggio con la pipa in bocca avvenne nella striscia Thimble
Theatre (letteralmente “teatro in miniatura”), della quale erano protagonisti
Olivia, suo fratello Casto Oil e il suo fidanzato di allora Harold Hamgravy; il
successo e la simpatia riscossi dallo strambo marinaio indussero sin da subito
il pubblico ad invocare a gran voce per il mitico Braccio di Ferro un ruolo da
eroe protagonista; burbero di carattere, ma dal cuore d’oro, per il pubblico di
Popeye scoccò un vero e proprio colpo di fulmine!
Non tutti sanno, però, che Braccio
di Ferro non è stato sempre il divoratore di spinaci che conosciamo.
Il personaggio ispirato al pugile
Frank “Rocky” Fiegel, concittadino di Segar e noto attaccabrighe, traeva
originariamente la propria forza e i suoi poteri speciali strofinando la testa
di una gallina magica di nome Berenice, la stessa gallina portafortuna che
Castor Oil, fratello di Olivia e protagonista nei primi episodi del Thimble
Theatre, aveva portato con sé su un’isola sulla quale si ergeva un casinò che
egli intendeva sbancare; per recarsi sull’isola Castor Oil aveva arruolato
proprio il marinaio guercio dalla fisicità tanto esile, ma dagli gli avambracci
sporporzionati e tatuati, di nome Popeye (che si traduce con “occhio
sporgente”) al quale – durante il loro primo incontro – Castor Oil avrebbe
chiesto “Hei tu! Sei un marinaio?” ricevendo di rimando la risposta destinata a
diventare famosa, “Che ti credi che ero un cowboy?” (successivamente sostituita
dalla frase “Io sono quel che sono!”)
A pensarci bene, non ci si spiega
proprio come abbia potuto Braccio di Ferro riscuotere tanto successo,
considerato che non può dirsi proprio che avesse le carte in regola per
suscitare tanto clamore e diventare un eroe dei fumetti; non è bello, non ha
fascino, è rozzo e ignorante, guercio ed anche completamente sdentato; ma in
compenso è anche profondamente onesto e generoso ed il pubblico ne riconobbe
subito le attitudini di uomo buono, deputato a diventare in breve tempo il
personaggio di punta del “teatro in miniatura” e, a detta di qualche critico,
il primo esempio di “supereroe”.
E allora, se anche voi ricordate con
simpatia e con un pizzico di nostalgia questa icona dei fumetti, il forte e
rude marinaio dal cuore tenero che finisce puntualmente per dirimere i suoi contrasti
con il nemico di turno (quasi sempre il forzuto Bruto) con una sonora
scazzottata e con l’aiuto, in calcio d’angolo, della sua scatola di spinaci,
potete celebrarne le gesta e ricordarne le avventure con un gustoso piatto a
base di foglie verdi.
La nostra rubrica del gusto vi vuole
proporre, per l’occasione, una succulenta ricetta con cui potrete deliziare i
vostri amici a cena rinvangando i tempi passati e ricordando le avventure di
Popeye davanti ad un bel piatto di “gnocchetti di braccio di ferro”…
preparatene in abbondanza perché sono davvero gustosissimi; fatene una
scorpacciata perché saranno capaci di rinvigorire corpo e mente; e mi
raccomando, cercate di non prendere a cazzotti nessuno dei commensali per
aggiudicarvi l’ultimo boccone!
GLI GNOCCHETTI DI BRACCIO DI FERRO
350 grammi ricotta di capra
500 grammi spinaci
100 grammi parmigiano
60 grammi burro
3 uova
1 rametto salvia
q.b. Farina
q.b. Pepe
q.b. Sale
q.b. Noce moscata
PREPARAZIONE
Lavare e cuocere gli spinaci in
acqua bollente e leggermente salata per 5 minuti; scolare, strizzare bene e
tritare finemente.
Farli asciugare per qualche minuto a
fuoco bassissimo in un tegame antiaderente senza condimento e trasferirli in
una ciotola mescolandoli con la ricotta di capra, le uova, la farina (4-5
cucchiai) e 70 g di parmigiano grattugiato.
Insaporire con un po’ di sale, pepe
e noce moscata, poi conservare il composto in frigo per circa un’ora. Trascorso
il tempo indicato, mettere il composto in una tasca da pasticciere con una
bocchetta abbastanza larga e far cadere l’impasto direttamente dalla saccapoche nell’acqua
calda e salata tagliandolo con il coltello o con le forbici ogni 2 cm.
Lasciar cuocere gli gnocchi e
scolarli con una schiumarola non appena vengono a galla.
Condire con burro salvia e il
rimanente parmigiano e impiattare.
https://metismagazine.com/2017/06/02/braccio-di-ferro-e-gli-spinaci-la-virgola-mancata-che-creo-il-mito/
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