Silvio Ha Ragione
Stavolta I “Comunisti”
Rischiano di Vincere
“Altrimenti i comunisti prendono il potere”. Sono di spalle al televisore, ascolto e non vedo, ogni tanto mi giro. Non
riesco a cambiare canale. Devo vedere, devo soprattutto sentire Berlusconi, che ci mette meno del previsto a rispolverare il suo tormentone più vecchio, quello che lo vuole come unico argine ai cosacchi in Vaticano, riarrangiandolo con simpatici aneddoti di sua conoscenza su spietate esecuzioni di parroci compiute da efferati comunisti da cui discenderebbe Bersani. Al netto dello splattering della sua narrazione, lo scenario illustrato dal vecchio leader della destra italiana alla Barbara D’Urso dalla schiena meno dritta che busta paga ricorda, fa, improvvisamente il paio con un’altra frase proferitami qualche giorno prima, in occasione della vittoria di Bersani alle primarie del centrosinistra.
“Sei contento?” mi aveva detto Bobo Craxi, “è la prima volta che un comunista diventa presidente del Consiglio con i voti del popolo”. Obietto che Bersani ha solo vinto le primarie, non le politiche, ma Bobo dice che quelle, per Bersani, non saranno un problema. Ora, al netto delle opportune scaramanzie e delle rispettive storie, l’osservazione di Bobo Craxi è corretta.
Terrore berlusconiano e auspicio bobocraziano concordano. Potrebbe veramente essere Pier Luigi Bersani l’uomo cui la sorte ha deciso di affidare il traguardo più incredibile e visionario per chi è stato, senza vergognarsene, un comunista italiano: diventare presidente del Consiglio, “governare” grazie ai voti di chi vorrà un ex comunista a Palazzo Chigi. Insomma, avere un governo dichiaratamente, esplicitamente di sinistra, guidato da Bersani, sostenuto da Vendola.
Ora che Monti è ufficialmente in campo quanto e più di Berlusconi, le pedine tornano in posizione che da una parte hanno il sapore di Prima Repubblica, dall’altra aiutano a fare chiarezza. Ognuno torna a essere se stesso. C’è la sinistra di Bersani, c’è il centro di Monti, c’è la destra di Berlusconi, c’è il “tutto tutto niente niente” di Grillo. Improvvisamente, ai blocchi di partenza, sembra tutto molto naturale, con buona pace di chi aveva già rottamato le parole più adatte a definire bussola e visioni del mondo di ciascuno. Gli avversari sono lì, facilmente riconoscibili. Bisognerà fare un programma di sinistra e raccontarlo come tale, per avere un governo di sinistra, o almeno provarci. Essere finalmente se stessi. Solo così, se non ci si riuscirà, non avremo niente da rimproverarci.
Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica – 4-1-13
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