Leishmaniosi canina.
Finalmente c’è un vaccino
Dopo vent’anni di ricerche è stata messa a punto la migliore misura di prevenzione per una patologia che non ha ancora una cura e che, oltre a provocare gravi danni e spesso la morte dei cani, si diffonde talvolta anche ai loro padroni
E’ una malattia che può essere mortale per i cani e che si può trasmettere ali uomini. E che si sta diffondendo anche in zone dove non era mai arrivata prima. Per la Leishmaniosi canina non è ancora stata trovata una cura efficace, ma è stata messa a punto la migliore misura di prevenzione : il vaccino.
Che cos’è
La Leishmaniosi canina è una malattia causata dall’infezione del parassita Leishmania infantum, diffuso dalla puntura di insetti come il flebotomo o pappatacio. Tutte le razze possono ammalarsi ma quelle più a rischio sono boxer, cocker spaniel, rottweller e pastore tedesco. Il pericolo di contrarre la malattia aumenta dai 0 ai 3 anni di età, si riduce fino ai 7-8 anni per poi aumentare nuovamente. I cani infettati possono, in alcuni casi, guarire naturalmente. Spesso incubano la malattia, senza avere sintomi, per mesi o per anni, in questo caso rappresentano il serbatoio della malattia, diventando fonte di contagio per altri cani.
Diffusione
L’Italia è uno dei Paesi maggiormente colpiti in Europa, insieme a un’altra decina di Paesi della zona settentrionale del Mediterraneo. La malattia è presente soprattutto nelle zone costiere del Centro-Sud Italia, ma si sta diffondendo anche al Nord, sia a causa dei mutamenti climatici sia per gli spostamenti dei vacanzieri che viaggiano con il proprio cucciolo. In Europa 2,5 milioni di cani sono infettati dal parassita della leishmania, ma sono più di due terzi della zona meridionale del nostro continente a essere esposti a infezione. La malattia si sta diffondendo anche in alcune aree del Nord Europa.
Effetti
I sintomi includono: febbre , perdita di pelo (in particolare intorno agli occhi), dimagrimento, lesioni cutanee e problemi alle unghie. Anche gli organi interni possono essere colpiti e questo può provocare anemia, sangue dal naso, ingrossamento dei linfonodi, artrite e insufficienza renale grave. Spesso, l’animale può addirittura morire.
L’uomo
La gravità della patologia è data anche dal fatto che è trasmissibile all’uomo. Ogni anno infatti, si presentano diverse centinaia di casi di leishmaniosi umana, che riguardano principalmente soggetti immunodepressi come bambini, trapiantati e malati di Aids. Tuttavia, anche i soggetti in ottime condizioni di salute possono contrarre la malattia. Nei cinque anni dal 1994 al 1999 in Italia sono stati registrati circa 700 casi (ma probabilmente quelli reali furono molti di più). La forma cutanea è presente in Abruzzo, Calabria, Sicilia e Sardegna, con 20-30 casi all’anno denunciati e oltre un centinaio stimati come effettivi. Della forma viscerale sono stati registrati da 90 a 140 casi l’anno. La leishmaniosi è la terza malattia vettoriale dopo la malaria e la filariosi linfatica ed è presente in 88 Paesi, con 350 milioni di persone a rischio e 12 milioni di malati. Del 1,5-2 milioni di nuovi casi stimati ogni anno, poco meno della metà – circa 600 mila – vengono dichiarati ufficialmente. Lo scorso anno 60.000 persone sono morte di leishmaniosi nel mondo.
Prevenzione e cura
La profilassi attuata fino ad oggi ha avuto l’obiettivo di ridurre il contatto tra il cane e il parassita, attraverso l’utilizzo di antiparassitari esterni veicolati da spray insetticidi, collari repellenti e spot-on. Ma questi strumenti non sono riusciti a garantire una totale copertura dai rischi. Non esiste nemmeno una cura definitiva. Le terapie esistenti, oltre a essere molto lunghe, faticose e costose, non sono risolutive: riescono a tenere sotto controllo i sintomi senza guarire definitivamente l’animale.
Il vaccino
Dopo vent’anni di ricerca è stato finalmente messo a punto l’unico sistema di prevenzione che protegge il cane “dall’interno” e che gli evita di contrarre la leishmaniosi canina: il vaccino. Lo stesso Esccap (l’ente europeo che studia i problemi legati ai parassiti animali) ha stabilito che “il vaccino dovrebbe senza alcun dubbio rappresentare la migliore strategia per controllare questa malattia”.
Già utilizzato in undici Paesi europei, ha ampiamente confermato i risultati attesi in termini di efficacia, stimolando una risposta immunitaria specifica contro il parassita che causa la patologia e permettendo così al cane di reagire in modo corretto senza ammalarsi. Per accedere al vaccino è molto importante, come sempre, la consulenza del veterinario, sia per avere informazioni preventive, che per effettuare il test diagnostico prima della vaccinazione. Il protocollo di prima vaccinazione prevede tre dosi sottocutanee. La prima dose è somministrabile a partire dai 6 mesi di età del cane, e sarà seguita dalla seconda e dalla terza con un intervallo di tre settimane. In seguito, sarà necessario un richiamo ogni anno. L’immunità sarà attiva dopo quattro settimane dal completamento del ciclo. Il vaccino apre quindi nuovi orizzonti nella lotta e nella prevenzione di una grave malattia, e mette al riparo sia il cucciolo che il suo padrone.
A. Manzoni & C – Speciale Salute e Benessere – Animali –
La Repubblica – 27-11-12
Nessun commento:
Posta un commento