I Governi Tecnici e la “Sacra”
Voce Dei Cittadini
Abbiamo avuto un governo di “tecnici”: adesso vedremo
che cosa succederà. Ma durante la loro gestione
si è parlato, più spesso del solito, di “democrazia”: per lo più con accenti accorati, come se quel governo fosse stato una parentesi dolorosa. Vogliamo fare qualche considerazione sul tema? La democrazia non è una religione e non è una divinità. E’ in sistema di governo. Meglio di tanti altri: il migliore disponibile, secondo una frase famosa. Se qualcuno mi chiedesse di scegliere, non esiterei a sceglierla nel Paese, in cui vivo. Ma non c’è, nel concetto di democrazia, alcunché di sacro. Per funzionare, essa esige determinate condizioni, non sempre disponibili. Se le condizioni non ci sono, meglio farne a meno.
Si dice che la democrazia è “la voce del popolo”. Tutto da dimostrare. Perché il popolo faccia sentire la sua voce, si adottano sistemi elettorali, ciascuno dei quali ha pregi e difetti.
Resta poi da dimostrare che la voce del popolo sia davvero sacra. Sappiamo che gli elettori scelgono talvolta governanti perniciosi: demagoghi, imbroglioni, furfanti. Abbiamo avuto dolore esperienze in Italia, in tempi lontani e recenti. Queste esperienze giustificano, in determinati casi, una sospensione, che lungi dall’essere un sopruso è un utile correttivo.
Insomma: la voce del popolo deve essere ascoltata, ma vi sono casi in cui il popolo deve essere difeso da se stesso. Nelle democrazie più civili vi sono classi dirigenti in grado di arginare gli eccessi della demagogia. Il nostro governo dei “tecnici” è stato un tentativo in questa direzione.
Spero di non essere frainteso. Ripeto: la democrazia è il miglior sistema di governo disponibile. Ma richiede maturità. L’Italia ha raggiunto (a fatica) un livello di sviluppo che la rende matura, tutto sommato, per un sistema di governo democratico. Con la necessità di sospensioni, tuttavia, e di periodi di attesa. Cerchiamo di parlarne con realismo, non con accenti disperati.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 04-01-13
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