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domenica 6 gennaio 2013

Lo Sapevate Che: A Casa Nostra....

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A casa nostra il vino era una costante e mi veniva somministrato anche come farmaco. D’inverno, quand’ero raffreddata, mi mettevano a letto temendo che il malanno evolvesse in polmonite e mi facevano bere il “vin brulé, vino rosso scaldato sul fuoco, speziato con cannella e chiodi di garofano, addolcito con lo zucchero.
A Natale, nel piatto dei ravioli in brodo, si aggiungeva uno spruzzo di Brunello Barbi Colombini, un vino superbo che compariva sulla tavola unicamente per quella grande festa. Poi, a fine pranzo, ricevevo la mia fetta di panettone che inzuppavo nel bicchiere di Moscato d’Asti Gancia.
A Capodanno il papà stappava una bottiglia di Prosecco Carpené Malvolti. Ne bevevo anch’io e dopo mi abbuffavo di zuppa inglese fatta con il pan di Spagna affogato nel Marsala Pellegrino.
Quando arrivavano in visita alcune signore, la nonna offriva subito un “vermutino” Gancia e ne dava un bicchierino anche a me, allungandolo con l’acqua.
C’era la guerra, c’era penuria di cibo, tuttavia in casa nostra non mancavano vini e liquori.
Il vino entrava come ingrediente fondamentale anche nella preparazione di risotti, carni, sughi, zabaioni.
Per non parlare dei giorni in cui non c’era quasi niente da mangiare e, a merenda, la mamma spruzzava un po’ di grappa Nardini su una fetta di pane e me la offriva con una spolverata di zucchero.
Quand’ero ormai ragazza, di fronte alle mie ribellioni sconsiderate, la mamma urlava: “ Sei una deficiente!”.
Io, che nel frattempo ero diventata quasi astemia e tale continuo ad essere, replicavo: “E ti stupisci? Pensa a tutto l’alcol che mi hai fatto bere da bambina”.
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Sveva Casati Modigliani – Il Diavolo E La Rossumata

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