Quando Berlinguer
Lancio L’Allarme
Sui Partiti-Cricca
“La questione morale non si esaurisce nel fatto, che essendoci dei ladri e dei corruttori, bisogna scovarli e metterli in galera. La questione morale oggi fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti, fa tutt’uno con la guerra per le bande. La questione morale va affrontata in pieno, aggredendo le cause politiche che le determinano”. Sono passati oltre trent’anni dalla famosa intervista di Eugenio Scalfari a Enrico Berlinguer e non c’è bisogno di cambiare una virgola. In compenso, sono cambiate molte altre cose, in peggio. Quando Berlinguer chiedeva ai partiti di fare un passo indietro e denunciava la progressiva trasformazione dei partiti in pure macchine di potere “con boss e sotto-boss”, il debito pubblico italiano era ancora uno dei più bassi d’Europa, la metà del Pil. L’Italia era in una condizione migliore di quanto oggi non sia la Germania di Angela Merkel. Se si fosse scelta la strada tracciata da Berlinguer nell’81, oggi saremmo un Paese solidissimo e in grado di garantire un futuro migliore ai nostri figli.
La storia ha preso un’altra via. I partiti hanno continuato a occupare lo Stato, sfasciando l’amministrazione pubblica, distribuendo tutto a tutti. Rubavano molto e gli italiani lo sapevano, ma il furto era tollerato perché nel mungere le casse pubbliche, democristiani e socialisti si ricordavano di distribuire favori. Quando è scoppiata Tangentopoli, la maggioranza degli italiani ha finto d’indignarsi e subito dopo si è rivolta all’uomo che prometteva di continuare il sistema di Craxi e di Andreotti.
Berlusconi ha in effetti restaurato in gran parte lo status quo precedente. La differenza è che si è rubato molto di più. Non c’era nessun Berlinguer a capo dell’opposizione e i suoi successori, sulla questione morale, si sono rivelati assai più elastici. Per molti dirigenti del centrosinistra, il berlusconismo alla fine è stato un buon affare, in alcuni casi anche personale. Ora è arrivati il conto.
Si discute se questa classe dirigente sia o non sia lo specchio, magari deformato, dell’Italia reale. Nessuno ricorda che le classi dirigenti avrebbero il dovere di essere migliori di noi cittadini. Berlinguer era migliore di un popolo della sinistra ancora prigioniero del falso mito dell’Unione Sovietica.
<molti capi democristiani, da Alcide De Gasperi ad Aldo Moro, erano più tolleranti della piccola borghesia cripto fascista che li votava. Il disprezzo di Berlinguer nei confronti dei partiti ridotti a “cricche ignoranti e avide” è diventato maggioranza con trent’anni di ritardo. E soltanto perché le cricche non hanno più soldi per comprarsi il consenso.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 23-11-12
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