Parlare di gioia e speranza in un periodo di tristezza e di scetticismo come questo, è considerato cosa da visionari. Proprio per questo credo che la gente abbia bisogno di qualcuno che agiti queste bandiere. Persone comuni, gruppi di amici, amministrazioni comunali ripongono le loro speranze nell’Enalotto, nella Lotteria di Capodanno o puntano su questo o quel numero ritardatario ai vari banchi lotto sempre più numerosi. Per non parlare dell’Astrologia gabellata come una modernità mentre è cosa vecchia come il mondo.
Di che segno sei? E’ la frase ricorrente sulla bocca di molti e, tra segni ed ascendenti, si è sviluppato un colossale business di migliaia di milioni di euro. Maghi, fattucchiere, analisti, con un aria seriosa, carpiscono la buona fede e la sete di certezze, di persone di tutti i ceti, spremendole come limoni. E’ una vecchia storia, tipica dei periodi decadenti in cui i valori sono al minimo storico.
In fondo al tunnel brilla una luce, vista da pochi, il Vangelo, che dà una risposta a questi problemi, ridona speranza, gioia di vivere e contribuisce a creare amore e una più serena convivenza in un mondo tormentato e deluso. Ho parlato di ottimismo, perché l’essere cristiano significa portare speranza e allegria.
Il Natale con la nascita di un Bambino “speciale”, donato gratuitamente agli uomini per la loro salvezza, rappresenta una stella di riferimento per noi poveri esseri che brancoliamo su questa terra. La grotta di Betlemme è una meta per arrivare alla luce e all’amore di Dio.
I primi cristiani erano meno del venti per cento dell’impero romano ma erano affascinati da questo mistero; era chiara a tutti la loro fede, testimoniata dalle opere; appariva evidente la vittoria dell’amore sull’odio e sulla vendetta. La vita, gli affetti, il benessere, la bellezza della natura sono un dono grande che miliardi di esseri umani non hanno. Siamo in una situazione privilegiata; lamentarsi è ingiusto anche quando le cose vanno male. I periodi difficili sono di tutti.
Coraggio, la luce del Natale ci fa vedere che non è mai così buio come prima dell’alba.
Domenico Bicchi
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