Siamo
nella primavera del 1989. Sono appena terminate le fatiche dell'album The
Miracle, che già miete i primi successi nelle classifiche europee, quando i
Queen si ritrovano nuovamente al lavoro in sala di registrazione. Qualcosa però
non va ed è necessario rimandare le prove.
Il frontman appare provato e smagrito rispetto ai mesi precedenti, ma i suoi
compagni e il mondo non conoscono le ragioni del suo stato. Ignorano che due
anni prima ha scoperto di essere sieropositivo al virus HIV, degenerato proprio
in quel frangente in AIDS conclamato.
Alla stampa che già avanza i primi sospetti sul suo stato di salute,
individuato come la causa del mancato tour per il disco precedente, il cantante
originario dello Zanzibar obietta che è stata una scelta voluta per rompere una
lunga routine.
A novembre del 1989, alla ripresa delle prove per il nuovo album, gli altri
vengono messi al corrente della verità: questa potrebbe essere l'ultima volta
che si ritrovano tutti assieme a incidere in studio. Brian May alla chitarra,
John Deacon al basso, Roger Taylor alla batteria, Mercury con la sua voce che
non conosce confini.
Ecco perché nelle 12 canzoni di Innuendo, a cominciare dalla title
track, viene messa un'energia particolare, permeata da una palpabile
malinconia per un cammino che sta per giungere al termine. Sul piano delle
sonorità si torna in parte alle origini, abbandonando il genere
"dance-rock" per il rock puro degli anni '70, qui portato a piena
maturazione.
S'inizia con il brano che dà il titolo all'opera e mescola più stili, dall'hard
rock al flamenco, affidato alla chitarra di Steve Howe (del
complesso Yes); si chiude con la struggente The Show Must
Go On che a molti appare, erroneamente, un testamento spirituale della
band.
Il 5 febbraio, il quattordicesimo album dei Queen, prodotto dallo stesso gruppo
e da David Richards, debutta nei negozi con una copertina d'autore che richiama
i disegni dell'illustratore ottocentesco J.J. Grandville, i cui
personaggi immaginari ricompaiono nel video del singolo Innuendo.
Il disco non ci mette molto a balzare ai primi posti delle classifiche di mezza
Europa, mentre molti critici lo giudicano il miglior lavoro della band
britannica.
Circa dieci mesi più tardi, il 23 novembre Mercury annuncia al mondo la sua
malattia. Il giorno dopo muore tra lo sconforto di milioni di fan e di artisti
amici come Elton John. Solo dopo la sua scomparsa si viene a scoprire che negli
ultimi mesi, ridotto ormai allo stremo delle forze, ha registrato alcune tracce
vocali (come A Winter's Tale, You Don't Fool Me e Mother
Love) incluse nell'album Made in Heaven pubblicato nel
1995. Lo "show" è andato avanti ma non senza la sua voce immortale.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/157001
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