L'inventore statunitense lavorava nel 1877 a
un ripetitore grafico in grado di incidere su un cilindro
(utilizzato come supporto al posto del disco) le linee e i punti del Codice
Morse e di ripeterlo automaticamente. A questo punto ebbe una grande
intuizione: aumentando la velocità del disco, quest'ultimo a contatto con la
puntina emetteva un suono simile alla voce umana. Il passo successivo fu di
riuscire a registrare la propria voce e a riprodurla allo stesso modo.
C'erano già stati esperimenti nello stesso
campo, come quello del francese Edouard-Leon Scott de Martinville, ma erano
tutti limitati alla sola archiviazione. Edison stupì tutti con la prima
dimostrazione del phonograph, di cui si vide riconoscere il
brevetto due mesi dopo. Come per le precedenti invenzioni, cercò di trarne
profitto commerciale fondando la "Edison Speaking Phonograph
Company" per la gestione e produzione del prodotto.
Lo scopo di Edison era di farne uno strumento
di lavoro più che di intrattenimento ma inizialmente, per via della scarsa
qualità del suono, i fonografi vennero installati nei luna park e nelle fiere
dove funzionavano a gettoni. Fu lo stesso inventore americano a indicarne
l'utilizzo professionale più indicato, presentandolo inconsapevolmente come una
sorta di antesignano della segreteria telefonica: «E’ possibile
installare un fonografo su un telefono, in modo che a ogni chiamata venga
comunicato all’ufficio centrale che la persona cercata in quel momento non è
disponibile e che tornerà a casa a una determinata ora».
I guadagni arrivarono e più tardi Edison cedette
la sua società al prezzo di 10.000 dollari, conservando un 20% di guadagno sui
profitti. Le "quotazioni" del fonografo iniziarono a calare nel 1880
con l'invenzione del grafofono di Chichester Bell e Summer Tainter, fino al
definitivo tramonto del 1887 quando apparve il grammofono di
Emile Berliner che sostituiva il cilindro con un disco e garantiva una migliore
qualità di riproduzione rispetto al fonografo.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/208008
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