Abruzzese di Pescasseroli (in provincia
dell'Aquila), Benedetto Croce rimase segnato dalla drammatica esperienza del
terremoto di Casamicciola, nel 1883, al quale sopravvisse (sepolto per diverse
ore sotto le macerie) perdendo però i genitori e la sorella Maria.
Avviato agli studi filosofici, nello specifico
al marxismo, dal filosofo Antonio Labriola, nella maturità si avvicinò all'idealismo
hegeliano e portò avanti le sue idee nella rivista La Critica da
lui fondata nel 1903. Concependo la realtà come un riflesso delle idee
dell'individuo, per lui la filosofia rappresenta il sapere universale
incardinata sul principio etico della libertà.
Partendo da queste basi arrivò a condannare il
regime mussoliniano, in particolare dopo il delitto Matteotti, entrando in
contrasto con l'amico e collega Giovanni Gentile, che invece firmò
il "Manifesto degli intellettuali fascisti". Tra i fondatori del
Partito Liberale Italiano, lo guidò come presidente e lo rappresentò come
deputato all'Assemblea Costituente.
In quegli anni fondò a Napoli l'Istituto
italiano per gli studi storici, che ancora oggi porta il suo nome e si
propone, attraverso borse di studio per laureati italiani e stranieri, di
avviare i giovani all'approfondimento dello studio della storia, della
filosofia e della letteratura. Costretto da un ictus a ritirarsi dalla scena
pubblica, morì a Napoli nel novembre del 1952.
Della vasta produzione saggistica, vanno
ricordati anche gli scritti di critica letteraria e di Estetica,
dove espone il concetto di arte come forma di creatività e di intuizione del
particolare, indipendente dalla vita pratica e in ciò libera da qualsiasi fine
edonistico o morale.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/6228001
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